Rifiuti Roma. Ciafani: 'Questa diatriba tra la Regione e il Comune continua a tenere in ostaggio la città'
Il presidente di Legambiente risponde ad Eco dalle Città sulla situazione dei rifiuti a Roma
07 February, 2019
La Regione ha approvato un Piano regionale per i rifiuti che prevede per Roma una discarica di servizio sul suo territorio. L’amministrazione capitolina è contro questo tipo di ipotesi. Alla luce del fatto che Roma necessita di impianti per il riciclo, questa situazione non rischia di protrarsi nel tempo senza arrivare ad una soluzione strutturale? E' la domanda che abbiamo rivolto a Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. Di seguito la risposta:
Questa diatriba tra la Regione e il Comune continua a tenere in ostaggio la città. La Regione continua a dire “il Comune ci dica dove si deve fare la discarica”. Nel frattempo l’iter di valutazione degli impianti di compostaggio che il Comune e Ama hanno presentato va a rilento. Questo evidentemente per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale.
Dall’altra parte, l’amministrazione comunale non ha le idee chiare. Dicono di voler archiviare la stagione delle discariche e degli inceneritori. E siamo d’accordo. Ma devono dire come si fa la raccolta differenziata, in tempi brevi e in maniera adeguata come avviene in altre grandi città, ad esempio Milano. Roma continua ad essere piena di cassonetti e anche quando entrerà a regime il nuovo sistema di raccolta, ci sarà metà della popolazione che sarà servita dai cassonetti. Così non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo togliere i cassonetti per le strade da tutta la città.
La seconda questione è che il Comune “metta in riga” Ama. Mi riferisco soprattutto ai lavoratori. Mi sembra che su questo il management ha cercato di fare una serie di innovazioni ma il corpo dell’azienda continua ad andare a rilento. In passato lavoratori e sindacati hanno cercato di ostacolare le innovazioni sul lavoro. I lavoratori di Ama devono cambiare modalità e i sindacati non si devono mettere di traverso (in passato sono stati un ostacolo molto importante alle innovazioni).
In terzo luogo, il Comune non deve avere paura di dire che “per fare il riciclo bisogna fare gli impianti”. Abbiamo trovato assolutamente incomprensibile la scelta degli impianti di compostaggio aerobico che il Comune ha imposto ad Ama. Questo tipo di impianti andavano bene 20 anni fa. Oggi ci sono impianti di digestione anaerobica per produrre biometano da immettere in rete per riscaldare edifici, per alimentare cicli produttivi, per cucinare. Impianti che si possono fare, perché c’è tecnologia anche italiana all’avanguardia. Non capiamo perché si debba fare ancora il compostaggio con la tecnologia di due decenni fa. Da cittadino romano, trovo insopportabile che il Comune abbia imposto ad Ama di fare i vecchi impianti di compostaggio aerobici. Si deve optare per il riciclo dell’organico producendo energia da fonti rinnovabili con i digestori, perché non sono centrali nucleari.