Roma, 23 marzo: marcia per il Clima e Contro le Grandi Opere Inutili
Comitati, movimenti, associazioni e singoli cittadini si danno appuntamento in piazza della Repubblica. Tav, Tap, Muos, Mose, Ilva, Trivelle i principali obiettivi della protesta: "Ci battiamo contro un modello di sviluppo che ci sta portando alla catastrofe ecologica.
22 March, 2019
Tutto pronto per la Marcia per il Clima e contro le Grandi Opere ed Inutili di sabato 23 marzo a Roma. Comitati, movimenti, associazioni e singoli cittadini che da anni si battono "contro le grandi opere inutili e imposte" e per l’inizio di una "nuova mobilitazione contro i cambiamenti climatici e per la salvaguardia del Pianeta", si danno appuntamento in piazza della Repubblica alle ore 14.
Tav, Tap, Muos, Mose, Ilva, Trivelle i principali obiettivi della protesta: "Il modello di sviluppo legato alle Grandi Opere non è solo sinonimo, come denunciamo da anni, di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio dei nostri territori, di danni alla salute - scrivono gli organizzatori - ma è anche l’incarnazione di un modello di sviluppo che ci sta portando sul baratro della catastrofe ecologica. Nel nostro paese questa situazione globale si declina in modo drammatico. La mancanza di manutenzione delle infrastrutture, la corruzione e la cementificazione selvaggia seminano morti e feriti a ogni temporale, a ogni ondata di maltempo, a ogni terremoto".
"Le catastrofi naturali non hanno nulla di naturale e non colpiscono tutti nella stessa maniera. Lo vediamo purtroppo quotidianamente e chi sta in basso, infatti, paga i costi del cambiamento climatico e della mancata messa in sicurezza dei territori. È vero fuori dai grandi centri cittadini, dove devastazione e cementificazione distruggono l’ambiente e la natura, ma è vero anche negli agglomerati urbani, luoghi sempre più inquinati".
"Milioni di migranti climatici sono costretti a lasciare le proprie terre ormai rese inabitabili e vengono respinti sulle coste europee. Noi diciamo che se da una parte la responsabilità di rispondere al cambiamento climatico è collettiva e interroga i comportamenti di ciascuno di noi, dall’altra siamo convinti che i costi della transizione ecologica debbano ricadere sulle spalle dei ricchi, in primis le lobby che in questi anni si sono arricchite accumulando profitti, a discapito della collettività e dei beni comuni".
"E’ necessario che le risorse pubbliche vengano destinate ad una buona sanità, alla creazione di servizi adeguati, al sostegno di una scuola pubblica e di università libere e sganciate dai modelli aziendalisti, ad un sistema pensionistico decoroso, ad una corretta politica sull’abitare e di inclusione della popolazione migrante con pari diritti e dignità."
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