Trivelle. Legambiente plaude al definitivo stop per l’ampliamento della piattaforma petrolifera Vega
Ciafani: “ Siamo davvero soddisfatti che il procedimento autorizzativo del progetto di ampliamento della piattaforma petrolifera Vega sia stato chiuso con un no definitivo, respingendo l’istanza avanzata da Edison ed Eni
24 April, 2019
Plauso di Legambiente al ministro dell’Ambiente per il no definitivo al progetto di ampliamento della piattaforma petrolifera Vega. “Con decreto ministeriale ho approvato la decisione della Commissione Via Vas e abbiamo dato valutazione negativa per 8 pozzi petroliferi nel canale di Sicilia, accanto alla piattaforma Vega, tra le più impattanti” scrive Sergio Costa su Facebook.
“Siamo davvero soddisfatti – commenta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – che il procedimento autorizzativo del progetto di ampliamento della piattaforma petrolifera Vega sia stato chiuso con un no definitivo, respingendo l’istanza avanzata da Edison ed Eni, come avevamo chiesto formalmente al ministro anche con una mia lettera di un mese fa. Da tanti anni, infatti, l’associazione con i suoi circoli è impegnata a denunciare questa vicenda del tutto paradossale e i rischi rappresentati dalla deriva petrolifera a terra e in mare in Sicilia, come in Basilicata in Val d’Agri dove oggi le indagini si sono concluse con l’arresto del responsabile del Centro oli di Viggiano”.
“Lo abbiamo fatto con il lavoro del comitato regionale e dei nostri circoli locali – dice il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna – come quello di Ragusa che ha scritto le osservazioni ai progetti di nuove trivellazioni in mare, contribuendo al diniego di nuove ricerche della Schlumberger o al rigetto del progetto di ampliamento della concessione Vega di Edison ed Eni, o quelli di Scicli e Pozzallo che hanno organizzato iniziative popolari contro ogni nuovo progetto petrolifero la scorsa estate al passaggio di Goletta Verde e nelle manifestazioni di piazza con gli studenti per lo sciopero mondiale sul clima promosso da Greta Thunberg”.
Fonte: Legambiente