Rifiuti e illeciti ambientali, Ispra: 'Abbiamo censito 29.700 siti in procedura di bonifica: il 50% ne sono usciti'
Così Fabio Pascarella, responsabile Area siti contaminati dell'Ispra che insieme al presidente dell'Istituto, Stefano Laporta, è intervenuto in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali
07 May, 2019
"Abbiamo censito 29.700 siti regionali che sono entrati in procedura di bonifica: il 50% di questi ne sono usciti perché sono stati bonificati oppure perché sono state svolte indagini che hanno dimostrato che non erano contaminati". Lo ha detto Fabio Pascarella, responsabile Area siti contaminati dell'Ispra che insieme al presidente dell'Istituto, Stefano Laporta, è intervenuto in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali.
Ispra, rispetto ai siti regionali, sta infatti lavorando a un "database, implementandolo di anno in anno ed è al lavoro per costruire un applicativo per gestire i dati". I dati hanno comportato "molto lavoro alle agenzie e alle regioni che hanno collaborato con le agenzie". Più volte l'Ispra ha sottolineato che è "necessario avere un'organizzazione dei dati geografica che ci consente di avere un quadro generale senza cui non si riesce a fare un passo avanti".
Nel corso dell'audizione si è poi parlato dei 41 siti contaminati di interesse nazionale sui quali Ispra, in circa 5 anni, ha elaborato "circa mille pareri". "Il nostro ruolo vuole essere il più propositivo possibile - ha spiegato Pascarella - I dati relativi al 2017 riguardo alle aree a terra solo sul 47% delle superfici sappiamo lo stato di avanzamento, nel 66% ci sono piani di caratterizzazione, nel 12% sono stati fatti interventi variabili dalla bonifica alla messa in sicurezza e solo per il 15% il procedimento è concluso. La situazione è simile per le aree a mare".
Secondo Ispra ci sono una serie di "criticità" per cui i siti di interesse nazionale "non riescono a decollare: si tratta di siti complessi come contaminazione, c'è la pressione della popolazione e c'è un problema di multiproprietà oltre a molti siti orfani per cui non si riesce a individuare il soggetto responsabile. C'è poi un problema normativo".
Parlando in generale degli interventi che andrebbero fatti, Pascarella nel corso dell'audizione ha anche sottolineato: "Ci vorrebbe coraggio da parte delle amministrazioni perché certe scelte sono sì tecniche, ma richiedono anche una declinazione politica e questo noi non lo possiamo fare, possiamo dire solo tecnicamente quale è la cosa migliore da fare".