Il WWF lancia il patto per la sostenibilità e pubblica l'ecoscreenign del voto della legislatura 2014-2019
Tra gli Obiettivi del Patto zero emissioni nette di gas serra entro il 2040, il 50% del budget europeo a sostegno dei settori economici verdi e blu, una Strategia europea trasversale per lo sviluppo sostenibile, un vicepresidente della Commissione regista di un Piano d’azione per il Clima e le Risorse Naturali
16 May, 2019
Un’Europa più sicura, più competitiva e autorevole su scala globale è possibile! Se si sottoscrive tra gli elettori e le forze politiche che li rappresenteranno a Strasburgo “Un Patto europeo per la sostenibilità”, che viene proposto dal WWF e si può dire che sia già condiviso nei fatti da quei 24 milioni di lavoratori impiegati nei settori verdi offerti, nel 90% dei casi, da piccole e medie imprese diffuse in tutta Europa (Eurobarometro 2018). È di questo che il WWF ha discusso nelle decine di incontri e contatti, che ha avuto in questi mesi (in Italia a partire da gennaio con M5s, Lega, PD, Forza Italia, Più Europa, Sinistra Italiana, Verdi), con tutte le maggiori forze politiche dei 28 Paesi Membri della UE, in vista del voto del 26 maggio per le elezioni europee, a cui chiede, in questi ultimi 10 giorni che ci separano dal voto un atto di responsabilità per il futuro dell’Europa, sulla base dell’Ecoscreeningeffettuato sui voti espressi dagli europarlamentari italiani nella passata legislatura.
Nel Manifesto il WWF (scaricabile qui), che ha 3,2 milioni di sostenitori nei Paesi membri della UE, si propone “Un Patto europeo per la Sostenibilità” partendo dalla considerazione (ormai matura nel dibattito internazionale) che c’è un assoluto bisogno, viste le emergenze planetarie, di un’integrazione tra gli obiettivi e le azioni in materia di cambiamenti climatici, protezione della natura e sviluppo sostenibile. E come sia necessario promuovere e mantenere alte ambizioni interne ed esterne in campo ambientale costituisce una leva per rilanciare un’economia che ancora non si è ripresa dallo shock del 2008 e un vantaggio competitivo sui mercati mondiali e consente alla UE di rafforzare la sua influenza su quale strada debba intraprendere la globalizzazione.
IL PATTO EUROPEO PER LA SOSTENIBILITÀ
Il Patto europeo per la Sostenibilità proposto dal WWF, che viene lanciato oggi, dopo il report presentato il 16/4 Italia chiama Europa - L’Ambiente ritrovato sulla vocazione europea dell’Italia in campo ambientale, si articola in 4 obiettivi e 11 azioni, che si chiede debbano improntare la prossima legislatura europea. Vale la pena ricordare in sintesi gli obiettivi e alcune delle azioni qualificanti indicate nel Patto posto all’attenzione delle varie forze politiche in tutti i Paesi europei, compreso il nostro.
Il primo obiettivo dichiara che per migliorare la sicurezza e il benessere dell’Europa c’è bisogno di combattere più efficacemente il cambiamento climatico e il degrado ambientale, che producono rilevanti danni alle risorse naturali e alle popolazioni. Il WWF ricorda come dobbiamo ancor oggi far fronte ai 450 miliardi di euro di danni causati dal 1980 ad oggi all’economia europea dai fenomeni meteorologici estremi e alla tragica contabilità di 430mila morti premature (20mila attribuibili solo agli impianti a carbone) ogni anno in Europa per l’inquinamento dell’aria e da prodotti chimici. Mentre in Italia 5.500 km delle nostre coste rischia nel 2100 di rimanere sott’acqua per l’innalzamento del livello del mare e il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015) sono minacciati dal rischio idrogeologico. E allora il WWF chiede, tra l’altro: la piena attuazione dell’Accordo di Parigi, mantenendo il riscaldamento globale entro la soglia di un aumento di non più di 1,5 gradi centigradi, giungendo a zero emissioni nette di anidride carbonica entro il 2040; dare piena attuazione al quadro giuridico e ambientale per la tutela della natura europea e appoggiare la proposta di Accordo globale per la natura e le persone post 2020, nell’ambito della Convenzione europea sulla diversità biologica.
Il secondo obiettivo dedica la sua attenzione all’aumento della competitività e al potenziale occupazionale per uscire da una crisi economica che sta producendo ancora oggi i suoi effetti negativi, da conseguire con strumenti di stimolo ai settori blu e verdi, che più non solo hanno retto agli shock economico-finanziari ma sono stati volano di sviluppo. Il WWF ricorda come oggi ci siano 9 milioni di addetti in Europa nel settore dell’energia pulita, destinati a raddoppiare entro il 2030, mentre è stato stimato che un incremento di appena l’1% dell’efficienza nell’uso delle risorse potrebbe portare su scala europea ad un aumento di 100mila posti di lavoro, mentre in Italia ci sono già oggi 3 milioni di green jobs, pari al 13% degli occupati. Il WWF chiede anche: il completamento della riforma del settore finanziario, avviata dal presidente della Commissione europea Junker, perché le imprese e le istituzioni finanziarie rendano pubblici i propri impegni in materia di cambiamenti climatici; la destinazione di almeno il 50% del bilancio europeo sia destinato a sostenere le economie blu e verdi; fondi agli agricoltori, nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC), per facilitare la transizione verso sistemi agricoli e alimentari sostenibili.
Il terzo obiettivo è dedicato a come sia necessario che l’Europa mantenga elevati standard di sostenibilità per rafforzare sul piano interno e internazionale la sua leadership in campo ambientale, assumendo anche la piena responsabilità per la propria impronta ecologica. Il WWF ricorda a questo proposito come, da un lato, con le sue importazioni di prodotti e di legname dall’estero, l’Europa sia il maggiore responsabile della deforestazione del pianeta. Mentre, c’è da ricordare che l’Italia è il terzo importatore della UE (dopo Regno Unito e Germania) di legno-carta e mobili con 21 milioni di tonnellate di legno e derivati da tutto il mondo solo nel 2016 (di cui 5 milioni da Paesi extra UE). Il WWF chiede quindi: l’adozione di una Strategia della UE per introdurre gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) in tutte le politiche e i settori economici europei; l’elaborazione di un Piano d’azione sulla importazione di prodotti e materiali di legno e sul degrado forestale, che tenga conto dell’impatto UE oltre le sue frontiere.
Il quarto e ultimo obiettivo del Manifesto del WWF si sofferma sulla necessità di migliorare la governance della Commissione e del Parlamento europei per favorire la transizione sostenibile verso un’economia UE più sicura, competitiva e responsabile. Il WWF denuncia come nella passata legislatura né la Commissione, né l’Europarlamento abbiano considerato la lotta contro il cambiamento climatico e l’arresto del degrado ambientale tra le loro priorità di intervento, nonostante i gravi eventi climatici estremi che hanno indotto lunghi e devastanti periodi di siccità che hanno fatto perdere i raccolti in tutta Europa, gli alluvioni, le bufere e le mareggiate che hanno colpito le zone interne come quelle costiere e gli incendi che hanno colpito pesantemente, alle diverse latitudini Paesi come Spagna, Grecia e Svezia. Con l’Italia che in soli 2 giorni tra il 29 e il 30 ottobre 2018 per esondazioni, mareggiate e fenomeni meteorici estremi ha contato 12 vittime. Proprio a questo proposito, il WWF chiede: la nomina di un vicepresidente della Commissione Europea per il Piano d’azione per il Clima e le Risorse naturali, per coordinare le politiche dei Commissari competenti; una ristrutturazione dei metodi di lavoro del Parlamento europeo per promuovere lo sviluppo sostenibile dell’economia verde e blu.
ECOSCREENING WWF SULLE FORZE POLITICHE ITALIANE NELL'EUROLEGISLATURA 2014-2019
L’Europa in campo ambientale va sostenuta, rafforzata e rilanciata e quindi il WWF chiede alle forze politiche italiane un atto di responsabilità per il futuro dell’Europa nella IX legislatura europea, che si aprirà dopo il voto del 26 maggio. Ancora troppo debole è la propensione favorevole ai più rilevanti temi ambientali. dall’Ecoscreening del Voto (Legislatura europea 2014-2019) le forze politiche italiane presenti a Strasburgo che si sono dimostrate favorevoli alle tematiche ambientali prese in esame (Clima e Energia, Ambiente Marino, Biodiversità) sono stati il Partito Democratico (58%), il Movimento 5 Stelle (65%), L’Altra Europa (68%) e Sinistra Italiana (94%); mentre i voti contrari sono stati espressi prevalentemente da Forza Italia (61%), Lega Nord (57%), Fratelli d’Italia (80%) e Alternativa Popolare (60%).
Dalla lettura dell'Ecoscreening del WWF emergono alcune interessanti segnali sugli orientamenti di voto espressi dalle forze politiche italiane, rispetto alle singole questioni sottoposte all’Assemblea di Strasburgo nella passata legislatura.
Energia e Clima. Campioni sull’aumento del supporto finanziario ai progetti sull’ambiente e sul clima in tutta la UE sono stati Forza Italia e il Partito Democratico (con più dell’80% dei voti espressi favorevoli); mentre se si passa a considerare che il 40% delle risorse finanziarie europee debba essere speso per realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima sono stati solo il M5s (con il 93,3% dei voti espressi) e la Sinistra Italiana (con il 100%) che si sono espressi a favore; si registra, invece, un amplissimo fronte trasversale contrario a cancellare i sussidi europei ai combustibili fossili (PD, FI, Lega Nord, Articolo Uno, Conservatori e Riformisti, UdC, SVP, Alternativa Popolare e Fratelli d’Italia) che raggiunge nel suo complesso il 60% delle espressioni di voto contrarie.
Ambiente Marino. Alla richiesta di introdurre obiettivi di riduzione della pesca del novellame (esemplari giovani prima che siano in grado di riprodursi, sono stati decisamente contrari (80,8%), Forza Italia (75%), Lega Nord (80%) ma anche il M5S (addirittura con il 93,3%); chi invece, nonostante l’emergenza globale acclarata, proprio non vuole che i produttori di plastica siano considerati finanziariamente responsabili dei costi di risanamento dell’inquinamento da plastica, sono stati la Lega Nord (con l’83,3% dei voti espressi) e Forza Italia (con l’81,8%).
Biodiversità. Un ampio fronte si è dimostrato favorevole a che l’Europa mantenga le leggi di protezione della natura esistenti e faccia addirittura di più (del tutto favorevoli UdC, SVP e Altra Europa; decisamente favorevoli PD, M5S, Forza Italia), ma il fronte si è sgretolato quando si è passati ad esprimere i propri voti per sostenere o no uno strumento di finanziamento dedicato alla gestione delle aree naturali protette in Europa: questione che ha visto favorevoli solo il M5S e Sinistra Italiana. E quando si mette in prima fila la tutela dell’ambiente e della salute di nuovo emergono problemi, quando si pensi che sulla questione se i contadini europei debbano rispettare le attuali leggi ambientali e sanitarie quando ricevono sussidi pubblici dell’UE c’è chi ha espresso il suo voto contrario: Lega Nord (100%), Alternativa Popolare (100%), SVP (100%), Forza Italia (75%).
Scarica il “Patto europeo per la sostenibilità” qui
Scarica la scheda Ecoscreening sulla legislatura 2014-2019 qui
Scarica il report “Italia chiama Europa, l’ambiente ritrovato” qui