'Siamo stati fermati perché sui rifiuti di Roma facevamo sul serio', Pinuccia Montanari sul Manifesto
L’ex assessora all’ambiente della giunta Raggi interviene sul Il Manifesto e ripercorre la sua esperienza nella Capitale: "Il cuore del nostro piano consisteva nel programmare a lungo termine, progettare modelli di sviluppo della raccolta differenziata, adatti ai territori e dotare Roma di una impiantistica per renderla autosufficiente, nell’ottica dell’economia circolare"
19 June, 2019
A Roma si producono troppi rifiuti. Le risposte al problema o sono strutturali – più difficili- o contingenti, in base alle necessità. Quando arrivai a Roma, dopo tre mesi, approvammo la delibera 47 del 2017, un indirizzo strategico chiaro, innovativo ed ambientalmente sostenibile.
Il cuore del nostro piano consisteva nel programmare a lungo termine, progettare modelli di sviluppo della raccolta differenziata, adatti ai territori e dotare Roma di una impiantistica per renderla autosufficiente, nell’ottica dell’economia circolare.
C’era bisogno di un grande cambiamento culturale e industriale. Tre erano i pilastri del nostro piano strategico Piano per la gestione sostenibile dei materiali post consumo 2017-2021:
1). Riduzione della produzione dei rifiuti di c.170.000 ton. , dieci replique montre azioni tra le quali togliere la plastica, usare l’acqua del rubinetto con una riduzione di 50.000 ton, un risparmio di costi di smaltimento ( 4.500.000 euro da reinvestire in riduzione delle tariffe e tutela ambientale).
2). Raccolta differenziata che, adattandosi al territorio con porta a porta, isole ecologiche, domus ecologiche, cassonetti intelligenti, progetto per le utenze non domestiche avrebbe portato al 70% di raccolta differenziata entro il 2021.
3) Il terzo pilastro era contenuto nel Piano industriale approvato dal Cda di Ama, ovvero la realizzazione di 13 impianti, per rendere autosufficiente Roma, in un’ottica di valorizzazione delle risorse(impianti per i Raee, impianti per il compost, per la gestione dei materiale tessili e sanitari, utili in edilizia come materiale isolante, impianti per il trattamento del residuo secco non riciclabile, fabbriche del riciclo, ecc.).