Carburanti ecologici per il trasporto aereo dagli scarti agricoli
Trasformare le biomasse in combustibile diesel utilizzando vapore e luce solare. Questo il risultato di una ricerca internazionale con possibili applicazioni nel trasporto aereo, pubblicata su Nature Energy e firmata anche dall’Istituto di chimica dei composti organometallici del Cnr
01 July, 2019
Lo
studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di chimica dei
composti organometallici del Consiglio nazionale delle ricerche
(Cnr-Iccom) pubblicato su Nature
Energy, dimostra che è possibile usare materiali
fotocatalitici, cioè capaci di usare l’energia solare, per
trasformare biomasse lignocellulosiche, ovvero derivate da
residui agricoli e forestali, in carburanti utilizzabili dagli
aereomobili. La ricerca del Cnr-Iccom mira quindi ad aumentare la
sostenibilità energetica del trasporto aereo, ancora dipendente dai
combustibili fossili.
“Si tratta di un processo a più stadi:
in un primo passaggio si scindono le molecole di partenza nelle loro
componenti più piccole. Ciò può avvenire attraverso un processo di
‘stem explotion’, cioè utilizzando del vapore caldissimo
che spacca le molecole, producendo un liquido che può subire
successivi trattamenti. Nel secondo passaggio, quello chiave, viene
aggiunto un fotocatalizzatore, cioè un materiale capace di reagire
con la luce solare. A questo punto la luce instaura una reazione
chimica che dà come prodotto idrogeno e altre molecole. Queste
ultime sono dei precursori del diesel, cioè composti che gli
assomigliano molto. Il terzo passaggio consiste nel trasformare
questi composti in diesel vero e proprio. Noi ci siamo occupati
prevalentemente di studiare il passaggio intermedio e in particolare,
di comprendere la struttura dei fotocatalizzatori impiegati”,
spiega Paolo Fornasiero del Cnr-Iccom.
Il combustibile
così ottenuto presenta un minor impatto ambientale. “Questo
carburante inquina meno perché non utilizza carbonio fossile ma
quello riciclabile ottenuto dalle biomasse, prodotti di scarto che
costituiscono la più grande fonte di carbonio in natura (circa 120
miliardi di tonnellate di materia secca per anno)”, afferma Feng
Wang, uno degli autori dello studio, ricercatore all’Accademia
Cinese delle Scienze.
La ricerca si è valsa di una
collaborazione tra Cina, Italia, Francia e Germania coinvolgendo,
oltre al Cnr-Iccom anche il Dalian Institute of Chemical Physics –
Accademia Cinese delle Scienze, l’Università di Trieste, il
Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e la tecnologia
dei materiali (Instm), il Sincrotrone francese Soleil e la tedesca
Forschungszentrum Juelich GmbH.
Lo studio è stato finanziato
dalla National Natural Science Foundation e dal Strategic Priority
Research Program dall’Accademia Cinese delle Scienze,
dall’Università di Trieste, dal Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca e dal consorzio interuniversitario
nazionale per la scienza e la tecnologia dei materiali. Inoltre, in
via di definizione da parte del Ministero affari esteri e
cooperazione internazionale, ulteriori finanziamenti nell’ambito
degli Accordi strategici Italia-Cina.
Fonte: Cnr