Tempa Rossa. I comitati attaccano: 'Nessun cenno alla tutela della salute, all’ambiente e alla salvaguardia del territorio'
Dura presa di posizione dei Comitati “La voce di Corleto”e “Comitato per la salvaguardia dell’occupazione e del territorio” per l’esito degli incontri di questi giorni tra dirigenti della Total e la Regione Basilicata
29 August, 2019
Dura presa di posizione dei Comitati “La voce di Corleto”e “Comitato per la salvaguardia dell’occupazione e del territorio” per l’esito degli incontri di questi giorni tra dirigenti della Total e la Regione Basilicata.
La critica maggiore è per la mancata trattazione delle questioni ambientali, legate all’attività estrattiva a Tempa Rossa, nonostante le assicurazioni date ai Comitati dal Direttore Generale del Dipartimento Ambiente, Michele Busciolano. In una nota i Comitati parlano di “incontri farsa”.
“Nonostante la presenza al tavolo dell’Assessore all’Ambiente, Gianni Rosa, nessun cenno – si afferma – è stato fatto in merito alla sussistenza delle condizioni minime e necessarie per avviare l’impianto in sicurezza e soprattutto garantendo la tutela del diritto alla salute, all’ambiente ed alla salvaguardia del territorio”
Il Comitato “La Voce di Corleto” ed il “Comitato per la salvaguardia dell’occupazione e del territorio” stanno denunciando da tempo l’inopportunità di utilizzare una metodologia sperimentale relativa allo smaltimento delle acque di produzione che successivamente verranno riversate nel Sauro.
“Sembrano profilarsi – si legge nella nota – scenari futuri ben poco rassicuranti anche rispetto alla trascurata misurazione del regime di ventosità che nel piano di emergenza esterna adottato non tiene conto di fattori fondamentali quali il pieno regime dei venti, nonché la circostanza per cui Corleto Perticara è situata ad una altitudine inferiore rispetto a quella in cui è collocato il Centro Olio e non dispone di alcuna barriera naturale a sua protezione di talché risulterebbe più vulnerabile la situazione che potrebbe appalesarsi per i cittadini del piccolo centro lucano i quali loro malgrado potrebbero inevitabilmente ritrovarsi inondati dai maleodoranti miasmi provenienti dall’impianto in funzione.
Dalle notizie trapelate dai media locali l’incontro ha affrontato come prima questione la condizione delle imprese locali che hanno maturato dei crediti lavorando quale subappaltatrici di Total nella realizzazione dell’impianto che non hanno ancora ricevuto il pagamento delle spettanze dovutegli.
Nessun cenno rispetto ai danni subiti dai tanti agricoltori locali titolari delle aziende ricadenti a ridosso del Centro Olio che in molti casi sono stati addirittura costretti a cessare le loro attività. Ciò nonostante la questione sia stata più volte denunciata nelle varie sedi istituzionali, non da ultimo durante l’incontro svoltosi tra i Comitati ed il Dr Busciolano.
Questo particolare potrebbe far pensare ai più maliziosi che la politica regionale, che dovrebbe garantire e tutelare i diritti di tutti i cittadini e non perseguire fini ed interessi prettamente personalistici, nel caso di specie sia mossa da interessi di parte.
E sì, perché sebbene il Presidente Bardi abbia trattenuto a sé le deleghe all’ambiente ed alle attività produttive noi riteniamo – si sostiene nella nota – comunque incompatibile la presenza dell’assessore Cupparo al tavolo delle trattative il quale, pur senza disporre di alcun potere decisionale, è evidente che sia in grado di indirizzare le trattative condizionandole ad argomenti a lui probabilmente cari.
Perché mai relegare la questione ambientale a margine di una trattativa tanto imponente ed importante che dovrebbe tener conto innanzitutto dello scempio e dei danni consumati da Eni in Val d’Agri per far sì che non si ripeta niente di simile nella Valle del Sauro?
Riecheggiano prepotentemente nella mente le dichiarazioni pubbliche che Cupparo ha rilasciato durante un pubblico incontro, le quali oggi stando a come si sta svolgendo la trattativa, assumono sempre più i contorni di moniti sinistri.
Queste le testuali parole dell’Assessore alle attività produttive della Regione Basilicata ( gravissime sotto il profilo politico e legale ) che riprendiamo da un comunicato stampa diramato qualche settimana fa e censurato: “…Total non è venuta qui a farci un piacere, non fa beneficenza…..Sindaco ( rivolgendosi presumibilmente al Sindaco di Gorgoglione, padrone di casa) riflettete su quello che sta accadendo qui a Total: tu mi fai fare tutto sto giacimento, mi dici a gennaio inizia la produzione e poi mi fermi e continui a chiedere…nella vita prima di chiedere bisogna dare….A noi il petrolio ci è calato dall’alto e la responsabilità maggiore è di questo continuo terrorismo di ARPAB che non è idoneo a controllare. Non ha persone qualificate…..”.
Ad ascoltare Cupparo, dunque, – si sostiene nella nota – sembra sentire non tanto l’Assessore alle attività produttive della Regione Basilicata quanto uno dei delegati del colosso petrolifero multinazionale Total.
Si rimane sgomenti ed interdetti e ci si chiede il perché di tanta veemenza nel perorare la causa Total ad ogni costo.
Forse la risposta arriva allorquando Cupparo, con la disinvoltura di chi crede di essere il Padreterno, riferisce alla platea presente: “…Tutti i pannelli rivestiti in pietra gli abbiamo fatti noi con Aleandri. Non gli abbiamo voluti fare con Tecnimont perché non paga…”.
Questa dichiarazione – sostengono i responsabili dei Comitati – odora di pesante conflitto di interessi, grande quanto un macigno, macigno che non diventa sasso neanche quando Cupparo dichiara di aver ceduto dallo scorso dicembre a terzi ( moglie e figli secondo quanto lascia intendere) la sua Società, la C&P S.r.l..”
E
nel contesto i sindacati presenti ascoltano assecondando queste
scelleratezze anche quando Cupparo afferma di aver appreso che molte
ditte impegnate nella realizzazione del Centro Oli abbiano impiegato
irregolarmente i lavoratori addebitando la colpa dell’illegalità
solo ed esclusivamente ad i lavoratori medesimi che, a suo dire,
avrebbero dovuto denunciare! Ed i sindacati allora? Tristemente non
pervenuti, oggi come allora!
Ribadiamo fermamente come dinanzi a
questi torbidi e tristi scenari resta ferma l’assoluta
responsabilità, morale e giuridica, degli amministratori, vecchi e
nuovi, sul controllo delle attività e delle condizioni di estrazione
dovendo essere un loro imperativo dovere tutelare la salute e la
sicurezza del territorio.
Non si dimentichi poi come, sempre
secondo le dichiarazioni di Cupparo, durante la costruzione del
Centro Olio sarebbero stati assunti lavoratori irregolari: in questi
giorni di trattative si è parlato di questo? Sembrerebbe proprio di
no, sembrerebbe che l’obiettivo sia spartirsi il lavoro promesso ai
lavoratori autoctoni pur senza specificare come questi verranno
selezionati né tantomeno le modalità di assunzione futura per far
sì che quanto accaduto in passato, e noto a tutti secondo quanto
affermato da Cupparo, possa non ripetersi in futuro”.
Fonte: Ufficio Stampa Basilicata