Firenze: ma Alia non ama le bioplastiche?
L’amministratrice delegata di Alia dichiara ad una radio fiorentina: “Le stoviglie compostabili non possono essere riciclate perché ancora non sono stati messi a punto processi adatti, diventano rifiuti indifferenziati e come tali vanno anche smaltiti”. Cittadini, sindaci e organi di informazione chiedono chiarimenti all'azienda
03 September, 2019
Come spiega bene Laura Lop in un articolo del 1° settembre, il tutto nasce da un’intervista dell’amministratrice delegata di Alia, Alessia Scappini, rilasciata qualche giorno prima ad una radio fiorentina: “Le bioplastiche negli impianti di compostaggio vengono scartate oppure finiscono in frammenti che contaminano il compost finale – dichiara Scappini - Il problema è che le condizioni per la degradabilità non sono le stesse. Quindi le stoviglie compostabili non possono essere riciclate, a differenza delle plastiche fossili, perché ancora non sono stati messi a punto processi adatti, diventano rifiuti indifferenziati e come tali vanno anche smaltiti”.
Inutile
dire che reazioni possano aver suscitato queste dichiarazioni,
soprattutto tra gli amministratori pubblici. È di venerdì 30 agosto
la lettera del
sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti e di Roberto Marini del Wwf
Toscana inviata ad Alia per avere chiarimenti quanto prima. Ad oggi, ci fanno sapere, non è arrivata nessuna risposta dall'azienda.
Ecco il
testo:
Scrivo questa lettera a seguito degli
articoli apparsi sulla stampa negli ultimi giorni relativamente allo
smaltimento dei prodotti monouso a base di bioplastica, e più in
generale della categoria merceologica degli imballi compostabili.
La notizia di conferirli nella frazione indifferenziata, fuori da ogni percorso virtuoso di riciclo e contravvenendo alla indicazione che il compostabile vada messo nell’organico, apre uno scenario di incertezza, che ci fa retrocedere rispetto agli obiettivi di economia circolare che tende a trasformare i rifiuti in nuove risorse.
Il rischio maggiore però è di vanificare gli sforzi immani di cittadini ed amministrazioni pubbliche che si stanno adoperando in campagne di sensibilizzazione e provvedimenti concreti volti alla promozione della strategia “plastic free”, per salvare il pianeta da una delle maggiori minacce, l’invasione di rifiuti plastici negli oceani e sparsi nell’ambiente ad ogni latitudine.
Da un rapporto del CIC, il Consorzio Italiano Compostatori il cui compito è quello di monitorare la raccolta differenziata dell’organico di qualità che permetta l’effettivo recupero degli scarti organici negli impianti di trattamento biologico, afferma testualmente che “la quasi totalità degli impianti accetta e gestisce la presenza di manufatti in plastica compostabile nel flusso organico conferito, sia nel caso di processi biologici di solo compostaggio che nei processi integrati digestione/compostaggio”
Preso atto della situazione contingente critica e di un trend
nazionale che fa presagire una crescita del compostabile usa e getta,
quanto meno in una fase di transizione verso una drastica diminuzione
della plastica, in uno spirito costruttivo e propositivo di
collaborazione, chiedo:
-la convocazione in tempi rapidi di un
tavolo di lavoro condiviso tra i maggiori attori
coinvolti,
-l’elaborazione di una strategia che permetta di
uscire dall’empasse del sacco indifferenziato nel breve periodo e
strutturare soluzioni durature,
-la progettazione di una
filiera di trattamento e trasformazione in residuo organico
integrando processi e impianti aerobici ed anaerobici, per ottenere
compost e scongiurare ogni forma di incenerimento/discarica o ritorno
alla plastica convenzionale.
Credo che la posta in gioco non sia banalmente decidere in quale bidone smaltire un piattino od un bicchiere usa e getta, ma porre attenzione verso questioni cruciali per il nostro futuro ovvero scegliere un percorso di economia circolare, dove si riduce il consumo di materie prime, l’emissione di gas serra e proprio come in Natura, perseguire la rigenerazione di ogni nostro scarto, rendendo lo sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la salute dei suoi abitanti.