Arcelor Mittal chiede di scaricare a Brindisi il carbone per l'ex Ilva ma il sindaco dice no
"Siamo assolutamente contrari all’uso del nostro porto per lo scarico di altro carbone necessario ad alimentare l’ex Ilva. Brindisi ha già pagato un prezzo altissimo ed ha avviato una fase di decarbonizzazione che non vogliamo si fermi". Così il sindaco Riccardo Rossi su facebook
04 September, 2019
“Anticipiamo
pubblicamente che siamo assolutamente contrari all’uso del nostro
porto per lo scarico di altro carbone necessario ad alimentare l’ex
Ilva. Brindisi ha già pagato un prezzo altissimo ed ha avviato una
fase di decarbonizzazione che non vogliamo si fermi. Non pensiamo che
si debba riaprire un’altra stagione in cui il carbone sia
protagonista.” Così il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, in un
videomessaggio su facebook.
ArcelorMittal
non
riesce ad assicurarsi il fabbisogno giornaliero di materie
prime per
alimentare il siderurgico di Taranto, a
causa del sequestro di
alcune banchine nel porto jonico dopo il crollo di una gru che
lo scorso 10 luglio provocò la .morte dell’operaio Cosimo
Massaro.
Per
questo l'azienda franco-indiana ha
chiesto la possibilità di sbarcare nel porto di Brindisi fino a
30mila tonnellate al giorno di carbone e materiale ferroso per circa 6-8 mesi, che
verrebbero poi trasportate a Taranto su gomma. Una comunicazione
giunta al Comune di Brindisi dall’Autorità di sistema portuale del
Mar Adriatico Meridionale che ha convocato per venerdì 6 settmbre
una riunione assieme a Provincia, Capitaneria di porto, Ausl, Arpa Puglia e Vigili del Fuoco.
Ma
Rossi è fermo: “Non
ci sembra neppure che sia accettabile, per una città che vuole
puntare su passeggeri, crocieristi e merci pulite, far scaricare il
carbone proprio dove dovranno sbarcare i turisti. Senza contare
l’inquinamento e le condizioni ambientali che potrebbero provocare relojes de imitacion centinaia di camion che da Brindisi dovranno raggiungere Taranto ogni
giorno”.