Ispra: in Italia il 77% dei rifiuti in mare è plastica. Arriva principalmente dai fiumi
Nelle reti dei pescatori ci sono ormai più scarti che pesci. Allarmante la situazione dei fondali: nella regione Adriatico‐Ionica la media degli scarti rinvenuti supera i 300 rifiuti ogni km2 , dei quali l’'86% è plastica, in particolare usa e getta (il 77%).
10 October, 2019
Con i rifiuti abbiamo “toccato il fondo”: più del 70% di quelli marini è depositata nei fondali italiani e il 77%
è plastica. Il mare di Sicilia, con 786 oggetti rivenuti e un peso complessivo superiore ai 670 kg, conferma la
sua collocazione tra le discariche sottomarine più grandi del Paese, seguita dalla Sardegna con 403 oggetti
nella totalità delle 99 cale e un peso totale di 86,55kg. La situazione varia da area ad area e in base alle zone monitorate: nei fondali rocciosi, dai 20 ai 500 m di
profondità, le concentrazioni più alte di rifiuti sul fondo si rilevano nel Mar Ligure (1500 oggetti per ogni
ettaro), nel golfo di Napoli (1200 oggetti per ogni ettaro) e lungo le coste siciliane (900 oggetti per ogni
ettaro).
Questi i principali risultati delle attività condotte dall’Ispra e dal Sistema per la protezione dell’Ambiente
SNPA, per monitorare la qualità dei nostri mari. La situazione che ne emerge appare molto grave e
rappresenta la prima base conoscitiva di riferimento sulla quantità dei rifiuti marini nei diversi comparti
(fondali marini, colonna d’acqua e spiagge).
Complessivamente ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, di cui il 7% nelle
acque del Mediterraneo. Ma come arrivano in mare? Sicuramente attraverso i fiumi che costituiscono la
principale via di trasporto dei rifiuti marini.
I risultati emersi dal monitoraggio condotto dall’Ispra,
nell’ambito del progetto europeo MEDSEALITTER negli anni 2017 e 2018, mostrano i trend e i range di
densità dei macrorifuti galleggianti in alto mare, vicino la fascia costiera, e vicino la foce dei fiumi. I dati
parlano chiaro: la foce dei fiumi presenta il maggior quantitativo di rifiuti galleggianti (più di 1000 oggetti
per km2) e vicino la costa tra i 10 e i 600 oggetti per km2. Più ci si allontana in mare aperto e più il numero
di oggetti scende a 1 ‐ 10 per km2
.
Allarmante la situazione dei fondali italiani: nella regione Adriatico‐Ionica la media degli scarti rinvenuti supera i 300 rifiuti ogni km2 , dei quali l’'86% è plastica, in particolare usa e getta (il 77%). Imballaggi
industriali e alimentari, borse/shopper e bottiglie di plastica, comprese le retine per la mitilicoltura (queste
ultime particolarmente abbondanti lungo le coste italiane), sono i rifiuti più comuni. L'area costiera a sud
del delta del Po (983 rifiuti al km2
), quella settentrionale (910 rifiuti al km2
) e meridionale (829 rifiuti al km2
)
di Corfù fake omega e le acque di fronte a Dubrovnik (559 rifiuti al km2
) sono le località adriatiche –ioniche con la
maggiore densità di rifiuti in fondo al mare.
Fondamentale la collaborazione dei pescatori nel monitoraggio dei fondali marini condotta in Adriatico dal
2013 al 2019: rinvenute nelle reti di 224 pescherecci coinvolti in due progetti di ricerca europei
DEFISHGEAR e MLREPAIR, 194 tonnellate i rifiuti “incastrati”. Solo nella marineria di Chioggia raccolte 45
tonnellate.
E la situazione non migliora salendo in superficie: le quantità di macroplastiche rinvenute raggiungono una
densità media che oscilla all’incirca tra i 2 e i 5 oggetti flottanti per km2
, mentre la densità media delle
microplastiche, ossia particelle più piccole di 5 mm, è compresa tra 93 mila e le 204 mila microparticelle per
km2.
Non va meglio neanche lungo le spiagge: i litorali nazionali “ospitano” dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri
di spiaggia:
Quello dei rifiuti marini è un problema che supera i confini nazionali. Lo dimostrano i risultati ottenuti
dall’analisi dei rifiuti ingeriti dalla tartaruga marina Caretta caretta dal progetto europeo INDICIT condotto
dal 2017 al 2019. Su 1406 tartarughe analizzate (458 vive e 948 morte), il 63% presentava plastica ingerita
e quasi il 58% degli esemplari vivi di Caretta caretta aveva plastica nelle feci. I valori riscontrati in Italia non
si discostano da quelli rilevati nell’Atlantico (70.91%) e nel Mediterraneo (61.95%).
In allegato una scheda tecnica sullo studio dei fondali nello Stretto di Sicilia.
Disponibili foto Ispra e Arpa Liguria: http://www.isprambiente.gov.it/it/events/un‐quadro‐di‐plastica.‐i‐
rifiuti‐e‐le‐plastiche‐in‐mare
Guarda i video
I colori profondi del Mediterraneo:
https://www.youtube.com/watch?v=tT9O7Tqt5Zo&feature=youtu.be
STRATEGIA MARINA: https://youtu.be/qCMjZ0Ewg8w