Bocciata in Consiglio regionale la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale in Piemonte
Il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi: "Negazionismo ambientale, ignoranza e cinismo hanno prevalso"
15 October, 2019
Dopo la manifestazione di Torino dello scorso 27 settembre, in contemporanea con altre 160 città italiane, in cui migliaia di ragazzi hanno partecipato al Friday for future, il Consiglio regionale ha deciso di dedicare una giornata d’Aula al tema dell’ambiente. Una giornata nella quale, all’intervento dei ragazzi di Friday, sono seguiti quelli delle diverse associazioni ambientaliste presenti in Piemonte, degli Atenei, degli enti locali e associazioni di categoria e dei consiglieri regionali.
“Siamo qui oggi - ha esordito Niccolò Lanfranco, lo studente piemontese che ha parlato per Friday for future - per chiedervi di prendervi le vostre responsabilità, in qualità di politici, di rappresentanti, di adulti, di genitori, di umani. Avete delle responsabilità verso la salute dei cittadini che rappresentate. Avete delle responsabilità nei confronti della scienza, verso la nostra generazione, ma soprattutto verso le generazioni che verranno. Il 10 settembre, all'audizione consigliare siamo venuti a portarvi un messaggio. Il 27 settembre abbiamo dimostrato che quel messaggio è l'urlo di 150 mila piemontesi, 1 milione di italiani, 8 milioni di persone. Oggi ci aspettiamo una risposta”.
Alla fine il Consiglio regionale aperto sul Clima si è concluso con la bocciatura dell’ordine del giorno – il primo atto depositato in questa legislatura – elaborato e proposto da Marco Grimaldi (Capogruppo di Liberi Uguali Verdi) con la collaborazione dei Verdi piemontesi. Dopo avere convocato e ascoltato i movimenti e le associazioni impegnati sui temi ambientali e contro il cambiamento climatico, l’aula ha respinto la richiesta di dichiarare l’emergenza climatica e ambientale in Piemonte. "Eppure si parla di fenomeni che non impattano solo sull’ecosistema, ma anche sulle produzioni del territorio. Saremo costretti a immaginare un Piemonte senza vino: a causa del cambiamento climatico, entro il 2050 le regioni vinicole più importanti, come la Toscana o il Piemonte, potrebbero vedere diminuite le loro aree coltivabili dal 20% al 70%. E toccherà assaggiare un “miele amaro”, perché nella nostra regione il clima impazzito ha devastato l’apicoltura: freddo fino a giugno e poi caldo tropicale. Risultato? Addio fiori, molte api morte di fame, da 40 chili di prodotto a 1 negli alveari".‘Prima di occuparsi del clima bisogna pensare alla crescita, alla produzione, al lavoro’; ‘ci si rivolga ai Paesi in via di sviluppo’; ‘Greta è strumentalizzata e dovrebbe tornare a studiare’; ‘chissà se i ragazzi di Fridays for Future sono disposti a rinunciare ai loro comfort’.
“Essendo questo il livello di analisi, essendo questi i sentimenti prevalenti della maggioranza, era ovvio che la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale in Piemonte venisse bocciata” conclude Marco Grimaldi.