Prima bottiglia in plastica 100% riciclata, perchè in Francia è possibile e in Italia no
In Italia non è possibile commercializzare bottiglie realizzate totalmente in plastica riciclata perchè una norma del 2010, il Dm salute n. 113, consente di utilizzare al massimo il 50% di plastica riciclata per motivi di tutela della salute che però non trovano riscontro nelle norme comunitarie
11 December, 2019
di Tiziana Giacalone
In Francia, da novembre 2019, è possibile acquistare nei supermercati acqua minerale in bottiglie realizzate in Pet 100% riciclato ottenuto da altre bottiglie. L'azienda produttrice è la Vittel, di proprietà di Nestlè Water. Il lancio della prima bottiglia è stato accompagnato da una campagna di comunicazione sulle tv francesi con lo slogan: “Le bottiglie non diventano mai rifiuti ma nuove risorse”.
Nestlé
Water ha collocato la commercializzazione del nuovo prodotto nella
propria tabella di marcia redatta in seguito al Patto
nazionale per ridurre gli imballaggi, promosso dal Ministero della
Transizione Ecologica e siglato a febbraio 2019. Si legge nel testo che le aziende firmatarie
utilizzeranno entro il 2025 in media il 30% di plastica riciclata
negli imballaggi, rendendo pubblici i loro obiettivi. Ma con la firma
del Patto le stesse aziende sono altresì invitate a impegnarsi
“a concepire ecologicamente gli imballaggi per renderli
riutilizzabili, riciclabili al 100% da qui al 2025”.
Tra le associazioni che hanno aderito c’è il WWF Francia, mentre tra quelle più scettiche c’è Zero Waste, che nel giorno in cui il Patto è stato firmato ha chiesto al governo “di adottare con urgenza misure obbligatorie perché un patto volontario non sarà sufficiente per combattere l’inquinamento da plastica”.
In Italia il legislatore frena la tecnologia per motivi di “salute”
In Italia invece non è possibile commercializzare bottiglie realizzate totalmente in plastica riciclata. Una norma del 2010, il Dm salute n. 113, consente infatti di produrre bottiglie e vaschette destinate al contatto con sostanze alimentari utilizzando al massimo il 50% di plastica riciclata. Rispetto al divieto assoluto di utilizzare Pet riciclato negli imballaggi per alimenti, fissato dall’articolo 13 del Dm del 1973, la deroga del 50% introdotta nel 2010 ha di certo rappresentato un notevole passo avanti. Ma la normativa italiana è comunque in ritardo a fronte della realtà tecnologica, che oggi per esempio permette di produrre preforme per bottiglie per uso alimentare con plastica 100% riciclata, come “xtreme renew” sviluppata da Sipa (Zoppas Industries), un prodotto che “riduce del 30% il consumo energetico rispetto ai processi tradizionali e taglia le emissioni di Co2 dell’80% circa”. Lo hanno spiegato i vertici aziendali ricevendo il premio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in occasione di Ecomondo 2019, a Rimini. Il riconoscimento, assegnato per la categoria “Circular economy”, non è l’unico che l’azienda ha ricevuto; a maggio era infatti arrivato il premio “World star packaging award” che ogni anno seleziona le migliori soluzioni per l’imballaggio e premia per il design o - come in questo caso - l’innovazione tecnologica applicata.
Normativa
italiana/europea
Di fatto il legislatore italiano, a differenza di quello francese, vieta la commercializzazione di imballaggi per uso alimentare che contengano più della metà di plastica riciclata per motivazioni legate alla tutela della salute. Motivazioni che però non sempre trovano adeguato riscontro nella normativa dell'Unione Europea.
Per esempio il citato Dm del ’73 con l’articolo 13-ter ha introdotto la deroga del 50% di pet riciclato, ma consente la produzione di bottiglie in polietilentereftalato solo a condizione che le bottiglie di recupero siano costituite da pet originariamente destinato al contatto con gli alimenti. Inoltre i produttori devono dimostrare, con apposita documentazione, la conformità del prodotto finale all’articolo 3 del Regolamento comunitario 1935/2004. Quest’ultimo richiede il rispetto delle buone pratiche di fabbricazione per evitare che l’imballaggio trasferisca ai prodotti alimentari componenti in quantità tali da costituire un pericolo per la salute umana o da modificare e deteriorare i prodotti alimentari imballati.
Un
altro Regolamento CE, 282/2008, consente di utilizzare plastica
riciclata (proveniente da raccolta differenziata) per produrre
imballaggi destinati al contatto alimentare purché siano conformi
alle norme comunitarie.
Sono norme che coinvolgono anche la Francia ovviamente, ma ciò non ha impedito al paese di permettere la commercializzazione di bottiglie in pet 100% riciclato. E' evidente che le disposizioni comunitarie sono state applicate dagli Stati membri con alcune differenze sulla valutazione della sicurezza e sulle autorizzazioni di processi di riciclo; differenze che per la Commissione andrebbero eliminate anche per evitare ostacoli alla libera circolazione di questi materiali.