Rifiuti di Roma: è iniziata battaglia legale sulla discarica di Monte Carnevale, tre ricorsi al Tar
I comitati della Valle Galeria hanno depositato al Tar del Lazio tre ricorsi, uno dei quali, secondo quanto apprende l'agenzia Dire, chiede ai giudici la sospensione della delibera della Giunta Capitolina che individua la cava di Monte Carnevale come sito dove costruire la discarica della Capitale
28 February, 2020
E' partita la battaglia legale sull'individuazione della discarica di Roma nella cava di Monte Carnevale. I comitati della Valle Galeria, attraverso i legali dell'associazione Raggio Verde, hanno depositato al Tar del Lazio tre ricorsi, uno dei quali, secondo quanto apprende l'agenzia Dire, chiede ai giudici amministrativi la sospensione della delibera della Giunta Capitolina dello scorso 31 dicembre in cui veniva individuata la cava (di proprietà della Ngr) di Monte Carnevale come sito dove costruire la discarica della Capitale.
L'atto dell'esecutivo guidato da Virginia Raggi era legato all'ordinanza dello scorso 27 novembre del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che, tra le altre cose, intimava al Comune di individuare il luogo, dentro i confini di Roma, dove localizzare l'impianto di smaltimento, pena il commissariamento e la contestuale denuncia penale per omissione in atti d'ufficio.
I comitati hanno impugnato anche il documento firmato dal governatore, come pure l'ordinanza di inizio gennaio con cui cessavano gli effetti della prima ordinanza e tutti gli atti amministrativi regionali legati all'autorizzazione della cava di Monte Carnevale come discarica per inerti e fanghi.
"Abbiamo impugnato sette diversi provvedimenti con tre ricorsi - ha spiegato l'avvocato di Raggio Verde, Alessandro Di Matteo, ai cittadini di Valle Galeria - Dall'ordinanza di Zingaretti fino al provvedimento della Raggi che designava Monte Carnevale, perché quando ci siamo interessati della discarica questa nasceva come impianto di smaltimento degli inerti e da subito dicemmo che si trattava di un cavallo di Troia perché i codici che volevano approvare erano talmente tanti che non c'erano solo gli inerti ma anche i fanghi.
La valutazione di impatto ambientale concessa era, appunto, un cavallo di Troia che in futuro avrebbe permesso di fare altro e purtroppo ci avevamo visto bene perché quel sito è stato designato dalla collaborazione Zingaretti-Raggi".
Secondo il legale "hanno talmente eluso le normative a tutela dell'ambiente che hanno realizzato un mostro, quella discarica ha grandissime possibilità di inquinare l'ambiente. E' stata fatta in un posto totalmente inidoneo. Oltre alle determine della Regione Lazio e del Comune di Roma, abbiamo impugnato la conclusione della conferenza dei servizi e il progetto sulla base del quale è stata approvata l'autorizzazione.
In conferenza dei servizi hanno fatto diventare positivi dei pareri in realtà negativi. Gli enti preposti alla tutela dell'ambiente avevano detto 'la discarica lì non si può fare' ma attraverso un meccanismo particolare sono riusciti a eludere anche i provvedimenti negativi, ad esempio dell'Arpa. E' stato emesso un provvedimento in violazione di qualunque normativa, comunitaria e nazionale.
Abbiamo trovato una marea di errori, tecnici e giuridici. Le nostre impugnazioni sono fondate, e ve lo dice chi negli anni di impugnazioni in materia ambientale ne ha fatte tante". E non finirà qui, perché stanno per partire anche esposti e denunce penali. Intanto il comitato della Valle Galeria, insieme ad altri presenti a Roma, è stato ascoltato in commissione Rifiuti alla Pisana sul piano regionale 2019/2025 che proprio la commissione sta per esaminare.
Tra le richieste pervenute dai cittadini quella di "ridiscutere il concetto del subAto di Roma, di ampliare l'analisi sulle effettive capacità di ospitare altri mega impianti in aree strettamente comunali, di includere l'impegno per la valorizzazione della Capitale non in subordine ma in primo piano all'interno dell'Ato provinciale. Di non gravare ulteriormente sui territori già compromessi, di tutta la Regione, dove siano già presenti installazioni altamente inquinanti". E ancora, tra le altre cose, "che si escluda ogni ipotesi di riconversione o revamping del Gassificatore di Malagrotta". (Mtr/ Dire)