La raccolta differenziata in Europa e nel mondo nell’emergenza Coronavirus: il ‘modello italiano’ unica via
Mezzo mondo guarda all’Italia come un modello da seguire anche nella gestione rifiuti. In Inghilterra e a New York si punta sul compostaggio domestico mentre in Portogallo si incitano i cittadini ad “addestrarsi e perfezionare le buone pratiche"
06 April, 2020
In Italia la normale gestione rifiuti, e in primis la raccolta differenziata nelle città, sta subendo delle modifiche a causa del precario equilibrio che le aziende devono mantenere per garantire il servizio e proteggere i lavoratori. Un equilibrio che si è tradotto in linee guida validate dal Ministero dell’Ambiente che potremmo definire come il “modello italiano” e che mezzo mondo sta copiando e mutando per rispondere all’emergenza.
Se da un lato queste linee guida dovrebbero servire a garantire la sicurezza dei lavoratori e del servizio, dall’altro alcuni tra gli addetti ai lavori propongono alcune valide indicazioni tecniche per continuare a fare la raccolta differenziata anche tra chi è positivo al virus.
Nonostante le enormi difficoltà del momento, come quelle evidenziate dal Conai, in Italia il sistema di gestione rifiuti sta reggendo l’emergenza ma cosa sta accadendo nel resto d’Europa e nel mondo?
Abbiamo attivato la rete dei nostri lettori all’estero per capire cosa sta succedendo.
Inghilterra
Partiamo dall’Inghilterra dove, nonostante le perplessità iniziali, tutti i cittadini da una decina di giorni sono in quarantena, eccezion fatta per i key workers, i lavoratori indispensabili per far funzionare i servizi essenziali, e tra questi ovviamente anche gli addetti del settore rifiuti.
Sul fronte della gestione rifiuti qualcosa sta cambiando. A Londra il servizio è regolare nei vari borough ma ognuno si sta muovendo in ordine sparso. Alcuni non hanno modificato il servizio mentre altri, qui l’esempio di Bexley nell’estrema periferia est sotto il Tamigi, hanno cambiato gli orarie e ridotto gli svuotamento dei cassonetti. Ma la tendenza è quella di riorganizzare tutto il servizio per garantire al massimo la sicurezza dei lavoratori
Nella campagna inglese le dinamica è quasi la stessa. Per esempio in Cumbria e nel Bedfordshire è sospeso il ritiro del verde (ossia i rifiuti derivanti dall’attività di giardinaggio, in Italia potremmo paragonarli agli sfalci e potature) mentre sono state rimodulate le altre raccolte. Curioso e degno di nota è il consiglio che viene dato ai cittadini per quanto riguarda questo tipo di raccolta: “Ove possibile, i residenti dovrebbero compostare i tagli di erba e tagliare le siepi in casa o in alternativa conservare i rifiuti del giardino fino alla riapertura dei siti”. Insomma nella campagna inglese si promuove il compostaggio in casa, prerogativa che fino a oggi era riservata ufficialmente ai possessori di allotment (il nostro orto urbano, ndr). Inoltre in tutto il regno sono chiusi gli ecocentri.
Spagna
In Spagna la situazione è simile all’Italia non solo dal punto di vista dell’impatto del virus sulla popolazione ma anche per le misure adottate sul fronte dei rifiuti. Alla Moncloa hanno capito che la strada da seguire è quella italiana e le indicazioni impartite il 22 marzo ricalcano quelle nostrane: continuare a fare la raccolta differenziata e solo per chi è positivo gettare tutto nell'indifferenziata. Con la quasi comica scena del sacchetto n°1 da mettere nel sacchetto n°2 che a sua volta va a finire nel sacchetto n°3. Chiamiamolo eccesso di prudenza.
Francia
Anche in Francia, come Italia e Spagna, l’Haut Conseil de la santé publique (HCSP) ha predisposto un decalogo sulla gestione dei rifiuti per chi è positivo al virus. L’unica differenza con il “modello italiano” è che viene chiesto di conservare i rifiuti in casa per non meno di 24 ore, così da abbassare in potenza la carica virale dei rifiuti. Per tutto il resto della popolazione il consiglio è di differenziare sempre e contribuire all’economia circolare. Mentre, nelle aree del paese dove gli ecocentri sono chiusi, si chiede di avere pazienza e conservare i rifiuti in casa. Avvertendo che, per chi abbandona i rifiuti, la sanzione minima è di 1500€ e in più si rischia la confisca del mezzo con il quale sono stati abbandonati i rifiuti.
La raccolta anche in Francia sta subendo variazioni per conciliare la sicurezza dei lavoratori e le difficoltà del settore che sconta la chiusura di alcuni impianti. Lo spiega bene Amorce, la principale rete francese di informazioni nella gestione dei rifiuti, evidenziando che il “tasso di sospensione delle raccolte porta a porta o contributi volontari è del 7% per il vetro, 26% di imballaggi multi-materiale, 30% carta, 62% delle raccolte di rifiuti verdi (sfalci e potature) e 75% di raccolte voluminose (i nostri ingombranti, ndr)”,
Portogallo
In Portogallo le indicazioni su come gestire i rifiuti domestici sono state spiegate in un video messaggo da João Pedro Matos Fernandes, il Ministro dell’Ambiente e dell’Azione Climatica portoghese. Nulla di diverso dal “modello italiano” anche se il ministro ha sottolineato che in questo momento i cittadini si dovranno "addestrare e perfezionare le buone pratiche" sulla raccolta differenziata. Anche sul fronte del servizio di raccolta rifiuti si registra una razionalizzazione delle attività per garantire la sicurezza dei lavoratori
In Germania non si registrano variazioni nel servizio di raccolta mentre solo per i cittadini positivi l’indicazione è quella di gettare tutto nell’indifferenziata.
Per quanto riguarda Danimarca, Svezia e Olanda il servizio è regolare non risulta nessuna indicazione per i rifiuti urbani prodotti dai positivi.
New York
A New York, che in questo momento è diventato il più grande focolaio mondiale dell’epidemia, e in tutto lo Stato la situazione è critica. Sul fronte della gestione rifiuti i ‘Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie’ raccomandano l'uso di guanti durante la manipolazione dei rifiuti prodotti da una persona infetta. Questi rifiuti, riciclabili e non, devono essere inseriti in una doppia busta o collocati in sacchetti resistenti così da evitare strappi o scoppi. Intanto le aziende che si occupano della gestione dei rifiuti stanno razionalizzando servizio. La raccolta dei rifiuti urbani è garantita ma i ritardi sono all’ordine del giorno. Già dal 20 marzo per limitare i contagi tra gli addetti ai lavori sono chiuse le aree di conferimento dei rifiuti organici e si consiglia, dove possibile e sull’esempio inglese, il compostaggio domestico. Sospesi i programmi di ritiro di rifiuti pericolosi, restituzione del compost, donazione abiti usati e parzialmente sospesa anche la raccolta di Raee.
La situazione è in continua evoluzione e alcune aziende private stanno chiedendo di sospendere la raccolta differenziata per una maggiore tutela del personale e garantire la pulizia dell’area metropolitana.
Singapore
Infine a Singapore, dove il numero dei contagi è purtroppo tornato a salire, la gestione dei rifiuti non ha subito nessuna variazione significativa. Il settore però comincia a soffrire carenza di personale dovuta alle frontiere bloccate che non permette ai lavoratori stranieri, principalmente cinesi, di rientrare. Per quanto riguarda i positivi al virus questi vengono trasferiti in strutture dedicate (come hotel requisiti per l’emergenza) e quindi i loro rifiuti sono trattati come ospedalieri e inceneriti.
Inoltre è sempre utile ricordare che la raccolta differenziata nel paese asiatico è molto simile a quella inglese per modalità di separazione, nel senso che la raccolta è stradale e si gettano tutti i rifiuti differenziabili in un unico contenitore (multimateriale pesante, ndr) con l’unica differenza che la selezione viene fatta quasi esclusivamente a mano