Come in una nave corsara di ortofrutta recuperata, grazie al Caat, a Battaglio e a due ambulanti di Porta Palazzo. Diario di bordo, giorno uno.
"Ci porta un bancale di ananas da 1000 kg, 300 kg di pesche, 300 kg di insalata e un mezzo bancale mix. In qualche modo facciamo stare tutto dentro. E ripartiamo. Questa volta è più difficile smerciare la roba. Abbiamo troppa frutta, notiamo che i centri di raccolta preferiscono verdure, soprattutto quelle che durano a lungo. " Il racconto di Giulio Baroni, collaboratore di Eco dalle Città. Giorno uno
08 April, 2020
Report - 1° giornata 06/04/2020
Sveglia alle 5:45. Si parte da Biella in direzione di Torino. Prima tappa Via Vanchiglia 28 (devo raccogliere pettorina e mascherina), seconda tappa Caat di Grugliasco, mercato generale allìingrosso. . Paolo mi aveva telefonato il giorno prima dicendomi che aveva del lavoro per me e che dovevo incontrarmi e organizzarmi con un certo “Jonas” (in realtà Youness, d’ora in poi Y) per recuperare cibo e distribuirlo. Tutto qua. Quello che è successo dopo non pensavo potesse sconvolgermi completamente tutta la settimana.
Alle 8 circa mi faccio trovare al Caat. Una specie di casello autostradale sbarra l’ingresso all’area commerciale. Mi fermo poco prima per chiamare Y che proprio in quel momento sta arrivando con il camion. Un camion sgangherato guidato da un tipo mezzo cowboy con berretto baseball, pantaloni e giubbotto jeans (Abdelmoula - A), e mi sfreccia davanti. Sono loro. Dopo aver parcheggiato mi accorgo subito che la comunicazione tra di noi sarebbe stata complicata. Ma dopo aver viaggiato un po’ in giro per il mondo, pensavo di aver capito che tra mani, braccia e gambe, in qualche modo ci si capisce sempre. Mi sbagliavo.
Entriamo al Caat. Una specie di aeroporto per frutta verdura. Ai lati i gate con le insegne dei grossisti, al centro la merce su bancali e cassette, in mezzo la morte certa. Muletti con forche, mini auto-treno, bici, carrelli di tutti i tipi e dimensioni schizzano a tutta velocità tra le persone, le cassette e i bancali pieni.
Cerco di stare dietro a Y e A, che si destreggiano bene all’interno del Caat e io sono stordito dalla massa di impressioni che mi arriva in un sol colpo. Alla fine non riuscirò a parlare con molti grossisti e quindi a recuperare merce da portare in città. Mentre Y e A riescono a trovare qualcosa attraverso i loro conoscenti e a volte anche a comprando la merce a prezzi bassissimi, tipo 10 € per un bancale intero. Ma mi accorgo anche che rifiutano offerte quando la merce all’interno non è buona (immagino che poi sia stata buttata via).
Usciti dal Caat ci dirigiamo subito verso la zona dei due ragazzi Y e A, Via Maddalene. Arrivati sul posto una folla quasi in riga sul marciapiede aspetta il convoglio benefattore. Qui, alcuni amici e conoscenti di Y e A fanno video, ci aiutano a scaricare e riempire le buste delle persone in fila, che si cerca di mantenere a “distanza”. Ogni tanto in coda c’è un po’ di nervosismo, qualcuno alza la voce. Dopo un venti minuti arriva una volante della polizia. Ci parlo e spiego quello che stiamo facendo. Loro mi dicono che sono stati chiamati non per la distribuzione di cibo, ma perché gli ham detto che qualcuno si stava menando. Bene, dico io. Cominciamo bene. Dopo aver distribuito mezzo camion a un’ottantina di persone, ci dirigiamo da un’altra parte. Paolo ed io nel frattempo abbiamo continuato la comunicazione via telefono, cercando di capire a chi servisse cosa e a trovare una zona che potesse essere interessata alla merce nel camion. Arriviamo alla conclusione che l’Arci di Via Foligno 2 ha bisogno di un rifornimento. Si parte.
Da Barriera di Milano ci spostiamo a zona Borgo Vittoria, con non poche difficoltà troviamo l’Arci. Lì ci sono una ciurma di volontari che organizza e impacca. Scarichiamo il cibo che Vito dell’Arci ci indica. Inoltre mi dice che servono circa 300 persone, e che altrettante 600 sono prenotate per la settimana. Dopo di che ripartiamo, direzione casa occupata del Neruda, Corso Ciriè 7, può essere un’altro posto che fa per noi.
Al Neruda scarichiamo il restante del bottino del Caat. Alice della casa occupata mi dice che prendono qualsiasi cosa, che all’interno della struttura ci sono almeno 120 persone, e di non preoccuparmi se la roba è da pulire, ci pensano loro. Mi raccomando con lei di non buttare le cassette delle mele, sono vuoti a rendere, 5 € l’una (sono poi state perse per sempre, o buttate via – e vabbè). Dopo di che Paolo ci informa che c’è un’altro carico da fare, non più al Caat, ma da Battagliò.
Si torna in zona Grugliasco. Ci mettiamo poco a capire che Battagliò è il king dell’ortofrutta torinese/piemontese. Un complesso grande quasi il Caat, molti tir in fila, operai e security all’ingresso che ci intima di indossare mascherina e guanti prima di entrare. Per fortuna un auto trasportatore me ne regala un paio. Entro, e mi reco all’ufficio. Loro già pronti e organizzati sanno già che cosa rifilarci. Un ragazzo della mia età mi indica il gate 7 dove appostarci. Ci porta un bancale di ananas da 1000 kg, 300 kg di pesche, 300 kg di insalata e un mezzo bancale mix.
In qualche modo facciamo stare tutto dentro. E ripartiamo. Questa volta è più difficile smerciare la roba. Abbiamo troppa frutta, notiamo che i centri di raccolta preferiscono verdure, soprattutto quelle che durano a lungo. Su indicazione di Paolo andiamo alla gastronomia Veg, che cucina per i dormitori, 150 persone circa. Ma non abbiamo niente per loro, lasciamo solo 8 casse di ananas, che prendono quasi per farci un favore. Un giro a vuoto. Dopo un po’ che tentiamo invano di trovare un posto dove mollare tutto il resto del carico, saltano fuori le Vallette. Da zona Cenisia ci dirigiamo verso la Parrocchia di Piazza Montale 18. Un giro dell’oca. Fortunatamente lì riusciamo a scaricare quasi tutto il contenuto del camion. Don Roberto non si fa problemi a raccogliere quello che abbiamo, anche se deve pulirlo. Ci racconta che lui ha 150 famiglie più una cinquantina di famiglie delle giostre, che per via del lockdown non hanno più un euro.
E’ andata bene. Alla fine riusciamo a fare tutto in qualche modo. Faccio 20 euro di diesel al furgone (per via dei due giri Torino-Grugliasco) e torniamo in Via Maddalene. Y e A tornano a casa da eroi, con ananas, pesche, meloni e chi ne ha più ne metta. Li distribuiscono in giro per il palazzo. Tutti contenti.
Alla fine della giornata guardo il conta chilometri, circa 100 km solo oggi. Spero che i prossimi siano un po’ meno complicati.