Un patto tra la chimica verde e la filiera vitivinicola italiana nel segno della sostenibilità e della qualità
Catia Bastioli di Novamont annuncia la sottoscrizione di un protocollo con il Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Sup DOCG per la messa a punto di una tecnica colturale a basso impatto mediante l’uso di bioerbicidi di origine interamente naturale e di bioteli per la pacciamatura
07 May, 2020
Novamont e Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco annunciano la sottoscrizione di un protocollo di lavoro, per la stagione agraria 2020/2021, relativo all’ottimizzazione di una tecnica colturale a basso impatto per la vite. La tecnica consiste nell’utilizzo di teli per pacciamatura biodegradabile nei vitigni all’impianto e di formulazioni a base di acido pelargonico per il diserbo e come spollonante, da integrare, al termine della sperimentazione, nel protocollo di coltivazione del Consorzio.
L’accordo rientra nell’ambito delle iniziative promosse da Fondazione Symbola per migliorare prodotti e processi produttivi della filiera vitivinicola italiana nel segno della sostenibilità e della qualità.
In base ai termini dell’accordo, Novamont fornirà i materiali e i protocolli concordati con i tecnici del Consorzio, relativi alle superfici in prova, eseguirà i monitoraggi unitamente ai tecnici del Consorzio, elaborerà i risultati relativi all’analisi di LCA e insieme ai tecnici del Consorzio valuterà l’analisi economica.
Relativamente alla pacciamatura con i teli biodegradabili in suolo, il monitoraggio delle performance agronomiche sarà effettuato anche con il supporto di istituti di ricerca e/o università. Per quanto concerne invece l’uso di formulati a base di acido pelargonico, si valuterà l’azione dei formulati sia come diserbanti totali nel controllo delle infestanti annuali e perenni, mono e dicotiledoni, sia come spollonanti rispetto ad un controllo con mezzi chimici convenzionali o altri mezzi.
Utilizzabile in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi con ottimi risultati agronomici, il telo in MATER-BI, biodegradabile in suolo conformemente allo standard europeo UNI EN17033, non necessita di essere recuperato e smaltito al termine del ciclo colturale, ma può essere lasciato nel terreno ove viene biodegradato ad opera di microrganismi, contribuendo così alla riduzione della produzione di rifiuto plastico e a preservare il suolo dall’inquinamento da plastica. In Europa vengono utilizzate annualmente circa 85.000 tonnellate di teli plastici per pacciamatura per una superficie totale di 460.000 ettari. I teli per pacciamatura in plastica tradizionale (non biodegradabile) devono essere rimossi dal campo al termine del ciclo di coltivazione, spesso contaminati da residui colturali che possono incrementare il peso del 65% rispetto al telo nuovo. Rimuovendo il telo vengono rimossi anche terreno e sostanza organica (SOM) contenuta nel suolo; stimando che una percentuale pari all’1,2 % di sostanza organica venga rimossa con questa operazione in un anno, si arriva ad una quantità di 1800 tonnellate di SOM rimossa ogni anno. Scegliere di utilizzare i teli agricoli biodegradabili in suolo significa contrastarne il degrado, evitando la contaminazione con plastiche. Inoltre, lo scorso dicembre 2019, la bioplastica MATER-BI di Novamont per i bioteli è stata certificata conforme al disciplinare “Mezzi Tecnici AIAB” per l’agricoltura biologica, rispondendo a specifici requisiti tecnici ed etici di sostenibilità.
Il bioerbicida in fase di sperimentazione che verrà utilizzato nel protocollo di lavoro è a base di acido pelargonico, della famiglia degli acidi monocarbossilici. Unico erbicida di origine naturale ottenuto da oli vegetali, non ha azione sistemica e quindi non distrugge le radici. Inoltre, non avendo effetti residuali né sul terreno né sulle piante trattate non interferisce con la biodiversità e non presenta effetti negativi per ambiente, acqua e suolo.
Secondo Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, “Il vino è un formidabile ambasciatore dell’Italia nel mondo. Il lavoro avviato insieme al Consorzio Prosecco Superiore DOCG conferma il rapporto che c’è nel nostro paese tra produzioni di qualità, sostenibilità, paesaggio, innovazione e cultura”.