Lockdown in Italia, 1.490 persone salvate grazie all’aria pulita di questi mesi
La riduzione delle emissioni da combustibili fossili durante la quarantena ha determinato il calo del 40% dell’NO2 in Europa. Cittadini per l’aria: “Le città siano protagoniste del cambiamento nella ripresa”
18 May, 2020
Il lockdown seguito alla tragica pandemia di Covid19 ha determinato una significativa riduzione delle concentrazioni di inquinanti atmosferici che ha, nei fatti, salvato ben 11.000 vite in Europa, 1.490 soltanto in Italia. Lo sottolinea Cittadini per l'Aria, riprendendo il recente studio del Centro di ricerca per l’energia e l’aria pulita (CREA), pubblicato lo scorso 4 maggio anche da Eco dalle Città, che mette in risalto gli effetti positivi della riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili legata alla quarantena con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città, e quindi della nostra salute.
La crisi del Covid19, e la quarantena che è seguita, hanno determinato in Italia un decremento mediamente del 40-45% del biossido di azoto (NO2), un inquinante che proviene principalmente dai veicoli diesel. In Lombardia, per esempio, il lockdown ha determinato una diminuzione di almeno il 45% dell’NO2 - spiega la Onlus milanese - come dimostrato dai ricercatori del centro aerospaziale tedesco (DLR) che, grazie a un modello, incrociando i dati delle stazioni di monitoraggio degli inquinanti al suolo, quelli del satellite europeo Sentinel 5P e tenendo in considerazione i dati meteorologici del periodo, hanno evidenziato l’indiscutibile legame tra il crollo dell’NO2 e la riduzione delle attività umane, in particolare il crollo del traffico durante i mesi di quarantena.
Il biossido di azoto è un inquinante molto dannoso per la salute umana, moltissimi studi ne hanno ormai acclarato gli effetti sul sistema cardio circolatorio e polmonare degli esseri umani, oltre che i problemi per lo sviluppo subiti da bambini esposti a questa sostanza durante la gravidanza e nei primi anni di vita.
Comparazione del biossido di azoto in Europa tra i mesi di marzo/aprile 2019 e marzo/aprile 2020. Credit: DLR (CC-BY 3.0)
L’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente evidenzia che, a livello europeo, il 7% della popolazione è esposta a concentrazioni di biossido di azoto oltre i limiti legali: purtroppo gran parte di questa quota di cittadini europei vive nel nostro paese, spesso in Pianura padana e in altre città italiane come Roma e Napoli. L’Italia, con le sue 14.600 morti premature l’anno, è il primo paese europeo per decessi causati dall’NO2. Per questo motivo Cittadini per l’aria ha inviato nei giorni scorsi una lettera a molti sindaci invitandoli a cogliere questo momento per adottare misure che favoriscano la mobilità sostenibile.
“Questa crisi rappresenta una cartolina dal futuro che indica chiaramente le azioni da mettere in campo. Gli amministratori hanno oggi la possibilità di cambiare davvero, dando strada alla mobilità sostenibile nelle nostre città e nelle aree metropolitane, riducendo così l’inquinamento atmosferico e il danno alla salute dei cittadini. Spazio alle persone, alle bici, al trasporto pubblico efficiente, ai mezzi commerciali a emissioni zero. Più verde accessibile e diffuso nelle città. Serve inoltre affrontare al più presto il tema delle emissioni navali nelle città di porto. Queste azioni consentiranno di ridurre l’inquinamento nelle nostre città e risparmiare vite umane, ridurre l’impatto climatico delle aree urbane e costruire comunità più giuste. Ed è anche il modo - conclude Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria - di essere più forti di fronte a nuove ondate del virus, visto che sappiamo che il Covid19 colpisce con più aggressività coloro che hanno patologie ricollegabili alla cattiva qualità dell’aria”.