Sicilia, la raccolta differenziata continua a crescere ma resta da risolvere il nodo impiantistico
Nel 2019 un comune siciliano su tre ha raggiunto il 65% di raccolta differenziata con una media regionale che si attesta al 40%. Ma i disagi nella gestione dei rifiuti restano perché sull’isola mancano gli impianti. Abbiamo intervistato l’assessore ai servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon
27 May, 2020
di Tiziana Giacalone
In Sicilia cresce la raccolta differenziata. Secondo i dati del 2019 comunicati in questi giorni sul sito del dipartimento Acqua e rifiuti, un comune su tre ha raggiunto il 65% di raccolta differenziata, ma c'è di più: ai 133 enti locali virtuosi si aggiunge un centinaio di enti locali stabilmente sopra il 50 per cento. Il primato provinciale va a Ragusa che registra una media annua del 59,6% ed è seguita dalla provincia di Trapani con il 57,4%. Fanalino di coda restano le grandi città che fanno regredire la media regionale dal 50% del 2018 al 40%. Messina chiude il 2019 con il 23,2% mentre Palermo si ferma al 20% e Catania registra appena l’11,6%.
Nel complesso la situazione sembra migliorare ma gli sforzi e l’impegno di cittadini e istituzioni potrebbero non essere sufficienti a superare le criticità del sistema regionale, ancora strettamente legato alle discariche e carente di impianti per il trattamento delle frazioni raccolte separatamente. In particolare preoccupa il rifiuto organico, che gli impianti regionali ormai da anni faticano a gestire costringendo i sindaci a trovare soluzioni oltre i confini regionali pagando 140 euro e più per tonnellata di rifiuto trasportato rispetto agli 85-90 pagati di norma.
Di questo paradosso abbiamo parlato con l’assessore all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, che per Eco dalle città ha commentato così i dati sulla raccolta differenziata del 2019 appena pubblicati: “La raccolta differenziata continua a crescere, con l’emanazione delle linee guida di due anni fa avevano stimato di raggiungere prudenzialmente il 35 per cento e oggi siamo al 40. Ci sono tante criticità e problemi da risolvere, bisogna correre sull’impiantistica, lo sappiamo e ci lavoriamo senza sosta. Ho chiesto alle srr di relazionare ogni 15 giorni sulla situazione nei territori per intervenire subito ed evitare che certi inceppi e problemi si possano trascinare a lungo”.
L’aumento della raccolta differenziata complicherà la situazione?
“Per quanto riguarda l’emergenza, siamo usciti a livello dal regime emergenziale regionale che durava da tempo, adesso il problema è evitare che crisi locali si possano ripercuotere su tutto il sistema. A volte basta la manutenzione improvvisa di un impianto per creare disagi a catena ai Comuni, stiamo intervenendo anche per regolare questi aspetti. Sono in corso iter per nuovi impianti pubblici in tutta l’Isola, c’è il ddl che definisce la governance che risolverà diversi problemi gestionali e metterà ordine e trasparenza nel sistema. Non sarà facile e i problemi ci saranno per molto tempo ancora, ma abbiamo intrapreso un percorso ben chiaro di riordino, trasparenza ed efficienza che vogliamo seguire fino alla fine”.
Si trascina a lungo anche l’attesa del Piano rifiuti nonostante la regione Siciliana e il suo dipartimento continuino ad annunciarlo. Arriverà prima della fine del mandato del governo Musumeci?
“Il piano rifiuti attende l’aggiornamento del cosiddetto rapporto ambientale, il dipartimento ha individuato nell’Università di Catania il soggetto che effettuerà il lavoro e in giunta è stato anche approvato l’iter per la copertura finanziaria. Dopo questo passaggio bisognerà seguire i tempi richiesti dalla normativa che in Sicilia purtroppo è un po’ più lunga del resto d’Italia. Ormai però sostanzialmente il piano è pronto, bisogna seguire i vari passaggi per l’adozione.”