Il Ministero avvia la distribuzione delle mascherine usa e getta alle scuole ma sull'uso è scontro Governo-Regioni
Giovedì 27 agosto inizia la distribuzione dei famigerati 10 milioni al giorno di mascherine usa e getta, come anticipato dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri, che ha lasciato increduli ambientalisti e diversi addetti ai lavori
27 August, 2020
Dopo il vertice tra governo e Regioni per decidere sulle misure di sicurezza da adottare nella ripartenza dell'anno scolastico dopo lo stop per l'emergenza coronavirus, ci sono più dubbi che certezze. Il 1° settembre si parte con il recupero degli apprendimenti, il 14 settembre (tranne alcune eccezioni) inizia ufficialmente l’anno scolastico con l’avvio delle lezioni. I due temi principali a tenere banco sono i trasporti e l'uso delle mascherine in classe, su cui è in atto un vero e proprio scontro tra governo e alcuni presidenti di Regione, che da Palazzo Chigi viene stigmatizzato come strumentale ad una campagna elettorale anti governativa. Sta di fatto che i nodi rimangono intricati.
Se per i trasporti il problema è soprattutto di ordine economico - non ci sono risorse materiali per implementare il servizio Tpl - per le mascherine la diatriba è soprattutto pratico-sanitaria: il Comitato Tecnico Scientifico dice che le mascherine vanno usate obbligatoriamente in tutti i casi in cui non è possibile tenere il distanziamento, quindi anche in classe, dai sei anni in su. A questo proposito il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che oggi, giovedì 27 agosto, inizia la distribuzione dei famigerati 11 milioni al giorno di mascherine usa e getta, come anticipato dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri, che ha lasciato increduli ambientalisti e diversi addetti ai lavori.
Molte Regioni invece si dicono contrarie all’uso generalizzato delle mascherine in aula e propongono la seguente raccomandazione: "Nel caso si imponesse la necessità dell’utilizzo delle mascherine anche in classe, laddove dunque non fosse possibile il distanziamento, si potrebbe valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata a seconda delle situazione e dei territori, attraverso specifici parametri di riferimento che potrebbero essere variabili a seconda degli indici di contagio e di eventuali focolai". Se ne saprà di più dopo la Conferenza delle Regioni del 27 agosto in cui verrà valutato il documento dell’Istituto Superiore di sanità con le indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole.
Dal canto loro i medici sono propensi all'utilizzo ma allo stesso tempo molto pragmatici. Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano, dice che “sarebbe opportuno che i ragazzi portassero la mascherina in aula ma è impossibile farlo per 5 ore consecutive”. Pierluigi Lopalco, epidemiologo presso l’Università di Pisa e consulente della Regione Puglia, ritiene che “il beneficio della mascherina nei bambini esiste" e che "sarebbe utile educare e addestrare i bambini a utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale negli ambienti scolastici, così da ostacolare la trasmissione del virus”. E gli altri paesi europei come si stanno comportando? Eleonora Bianchini sul Fatto Quotidiano spiega lo stato dell’arte in Francia, Spagna, Germania e Regno Unito.