Mense scolastiche, imprese ristorazione collettiva: 'Lunch box solo in casi eccezionali'
L'ANIR (Associazione nazionale imprese della ristorazione collettiva) parla della riapertura delle scuole e assicura: "Non c’è motivo di cambiare le modalità del servizio se sono garantite le regole di sicurezza. Ricorso al ‘lunch box’ solo in casi eccezionali"
10 September, 2020
“Il momento del pasto e una buona nutrizione rappresentano per i nostri ragazzi una parte importante della vita scolastica e sociale. La riapertura delle scuole sta evidenziando aspetti che rischiano di distorcere alcuni principi che sono alla base della ristorazione collettiva, individuando soluzioni non corrette". Così Massimiliano Fabbro, presidente dell’ANIR, associazione nazionale imprese di ristorazione collettiva aderente alla federazione Confindustria Servizi Hcfs.
"Le nostre aziende sono in condizione di fornire i pasti e garantire la corretta alimentazione, nelle scuole, come hanno sempre fatto prosegue Fabbo - Rispetto ai modi nuovi dello stare insieme degli alunni durante l’orario di scuola, dovuti all’emergenza COVID, garantiamo livelli altissimi in termini di qualità, di igiene e sicurezza".
Lunch box e plastica usa e getta, solo in casi eccezionali
"Rispetto al tema scuole, non c’è motivo di cambiare le modalità del servizio laddove siano garantite le regole di sicurezza. Solo in casi eccezionali riteniamo si debba fare ricorso all’ormai famoso ‘lunch box’, (molto più costoso e di minore qualità) vista la grande eterogeneità dei committenti e degli ambienti, deve valere il principio della valutazione congiunta l caso per caso" assicura Fabbro.
"Bene fa il Ministro Azzolina ad affermare che il momento del pasto è parte essenziale della scuola e della sua riapertura, motivo per il quale anche le nostre aziende e i nostri servizi sono da ritenersi strategici. Da settimane chiediamo al ministro di incontrarci e partecipare al tavolo tecnico costituito, per poter dare il nostro contributo e rappresentare le nostre istanze, come la richiesta di regole certe, ricordando che rappresentiamo un settore e dei servizi non solo accessori ma fondamentali reso a studenti, dipendenti e famiglie, un tassello importante per il benessere collettivo. Il settore nelle mense scolastiche, nel 2019, ha fatto registrare un giro d’affari di 1,3 miliardi di euro, praticamente azzerandosi con il lockdown. Le perdite, ad oggi, superano i 300 milioni di euro, ed è evidente che con la ripresa del quadrimestre settembre-dicembre non sarà mai possibile recuperare il fatturato dell’anno precedente. Riaprire è importante, noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.