Esposizione acuta e cronica all'inquinamento, uno studio per indagarne la relazione col Covid-19
Il Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio ha stimato le concentrazioni giornaliere dei principali inquinanti atmosferici a cui è esposta la popolazione italiana, per valutarne eventuali effetti avversi sulla diffusione e la gravità dell’epidemia
18 January, 2021
L’inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte in tutto il mondo, con effetti avversi legati a esposizioni sia a breve sia a lungo termine. Le stime del Global burden of disease indicano che, subito dopo dieta, fumo, ipertensione e diabete, l'aria insalubre causa ogni anno 2,9 milioni di morti premature.
Nel nostro Paese, la principale fonte di inquinamento atmosferico nelle realtà urbane è rappresentata dagli scarichi del traffico veicolare, in particolare dei motori diesel; tuttavia, è stato anche riconosciuto negli ultimi anni il ruolo importante e crescente della combustione delle biomasse (quali legno e pellet usati per il riscaldamento), responsabile di un aumento della concentrazione di polveri soprattutto nelle aree del Nord e nelle aree rurali. A queste fonti inquinanti si aggiungono l’agricoltura e gli allevamenti di bestiame, per le emissioni di ammoniaca, che per reazione chimica nell’atmosfera si trasforma in particolato secondario, e le emissioni industriali.
L’inquinamento atmosferico di recente è stato anche accostato alla pandemia di COVID-19.
Uno studio coordinato dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, ASL Roma 1, ha così sviluppato modelli spazio-temporali che utilizzano molteplici fonti informative (dati satellitari, variabili di uso del territorio, meteorologia) e producono stime di concentrazioni giornaliere di materiale particolato (PM10 e PM2.5), biossido di azoto (NO2) ed ozono (O3) per ogni km2 del territorio italiano, ed ogni giorno nel periodo 2016-2019, le quali consentiranno di caratterizzare l’esposizione acuta e cronica della popolazione italiana e di valutare eventuali effetti avversi dell’inquinamento atmosferico sulla diffusione e la gravità dell’epidemia COVID-19.
Il modello spazio-temporale si conferma capace di catturare la variabilità del particolato e fornisce stime attendibili anche per l’ozono; per l’NO2 le performance del modello sono inferiori. Le stime modellistiche sono state utilizzate per calcolare la PWE (population weighted exposure) come media annua pesata sulla popolazione residente in ogni singola cella, che rappresenta la stima dell’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico della popolazione italiana.
Queste stime sono pronte per essere utilizzate negli studi sull’associazione tra esposizione cronica all’inquinamento atmosferico e patologia da COVID-19, così come per indagini sul ruolo dell’inquinamento dell’aria sulla salute della popolazione italiana.
Ecco l'abstract dello studio:
L’inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte in tutto il mondo, con effetti avversi legati a esposizioni sia a breve sia a lungo termine. Di recente è stato anche accostato alla pandemia COVID-19. Per analizzare questa possibile associazione a livello italiano, è necessario indagare tutta l’area della penisola, sia le zone urbane sia quelle non urbane. Si rileva quindi la necessità di uno strumento per la valutazione dell’esposizione, omogeneo e applicabile su tutto il territorio nazionale. Esistono già esperienze in Italia di modelli ad alta risoluzione spazio-temporale, per la stima del materiale particolato (PM), con l’uso di predittori spazio-temporali, dati satellitari, dati di monitoraggio della qualità dell’aria.
Il presente lavoro completa la disponibilità di queste stime per gli anni più recenti (2016-2019) e viene applicato anche per stimare gli ossidi di azoto e l’ozono. La risoluzione spaziale è di 1x1 km. Il modello si conferma capace di catturare la variabilità del PM (R2=0,78 e 0,74 per PM10 e PM2,5, rispettivamente) e fornisce stime attendibili anche per l’ozono (R2=0,76); per l’NO2 le performance del modello sono inferiori (R2=0,57).
Le stime modellistiche sono state utilizzate per calcolare la PWE (population-weighted exposure) come media annua pesata sulla popolazione residente in ogni singola cella, che rappresenta la stima dell’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico della popolazione italiana.
Queste stime sono pronte per essere utilizzate negli studi
sull’associazione tra esposizione cronica all’inquinamento atmosferico e patologia COVID-19, così come per indagini sul
ruolo dell’inquinamento dell’aria sulla salute della popolazione italiana.