LETTI PER VOI - La lezione di Lione su smog e biciclette
La bicicletta condivisa per respirare meglio - da Republica 13.11.2005
14 November, 2005
<b>Paolo Hutter </B>
Probabilmente potevamo già avere anche noi a Milano le bici che ho scoperto con sorpresa a Lione. Bastava chiederle. Chi le doveva chiedere a chi? Prima di rispondere a questa domanda parliamo della realtà molto promettente delle biciclette condivise. Provate a immaginare che all´uscita di tutte le stazioni ferroviarie e della metropolitana di Milano trovate ad aspettarvi una bici comoda e robusta.
Non dovete neanche trafficare con catene e lucchetti ma solo digitare le vostre quattro cifre su un distributore automatico che ve la sgancia come si sgancia una pompa di benzina al self service. Prendete la bici, utilizzate eventualmente anche il cestino anteriore, fate una commissione se dovete farla e lasciate poi la bici, riagganciandola in uno stallo, in una delle altre stazioncine simili a quella da cui siete partiti.
E arrivate al lavoro, o a un´altra destinazione, o a un mezzo pubblico diverso da quello da cui avevate cominciato il percorso.
Le stazioncine delle bici non sono infatti solo vicino al metrò ma alle principali fermate dei mezzi pubblici o parcheggi di interscambio della città e lo scopo della rete è di arrivare ad averne comunque almeno una a ogni trecento metri. Se tra lo sgancio e il riaggancio a uno stallo della rete è passata meno di mezz´ora non pagate niente. Dopo la mezz´ora pagate un euro, per due ore due euro e così via fino a un termine massimo di 24 ore oltre il quale il servizio vi trattiene i 150 euro che gli avete dato in garanzia col bancomat o la carta di credito (quando siete entrati nel sistema per avere le vostre quattro cifre.) Eh si, perché non è un servizio di bici in affitto per escursioni urbane, è un servizio di bici condivise per facilitare lo spostamento in città senza auto o moto, ma con mezzi pubblici e piedi. La bici condivisa, dipinta col marchio, è l´anello mancante per velocizzare e garantire i piccoli spostamenti in città, e anche per rimediare alle inevitabili carenze dei mezzi pubblici.
Ho sempre pensato alla bici in affitto come una iniziativa per turisti o comunque per pendolari occasionali e non mi sarebbe mai venuto in mente di proporre un servizio di bici di questo genere fino a quando non l´ho visto in funzione pochi giorni fa a Lione, dove l´assessora all´ambiente Beatrice Vessiller mi ha illustrato e fatto provare il sistema che hanno chiamato Velov.
Le duemila bici in pista da questa primavera a Lione sono spesso quasi tutte occupate: innanzitutto dai giovani che hanno così risolto anche i problemi di spostamento notturno quando il metrò è chiuso, ma anche da impiegati, professionisti, casalinghe. Economicamente il servizio non è in pari, ma è gestito dalla grande impresa di arredo urbano e comunicazione JcDecaux, che lo offre alla città nell´ambito del contratto pluriennale che le concede la gestione degli spazi pubblicitari nelle fermate dei trasporti pubblici. Può essere una buona idea per Milano, pensavo. Ma è con grande sconcerto che ho scoperto che pochi giorni fa la Igp Decaux, omonima analoga e consociata della JcDecaux, ha preso dall´Atm la concessione degli spazi pubblicitari delle fermate di superficie, con lo stesso meccanismo di scambio di Lione, cioè in cambio di servizi (riallestimento e manutenzione). Contratto di vent´anni. Ma qui manca il servizio biciclette. Comune e Atm non ci hanno pensato. Ma il tempo per rimediare c´è.