Ecosistema urbano 2006: Torino la città più insostenibile
Verbania, prima per la raccolta differenziata, Cuneo spicca per il verde urbano - Il commento di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta
22 November, 2005
L’indagine sulle citta’ italiane di Legambiente e Sole 24 Ore
<b>Torino in fondo alla classifica: è il capoluogo piemontese più "insostenibile"</B>. Lo dice <b>Ecosistema Urbano 2006</B>, l’annuale di <B>Legambiente e Sole 24 Ore</B> sulla qualità ambientale dei 103 comuni capoluoghi di provincia.
In coda alla classifica piemontese, oltre <B>Torino</B> piazzata al 73esimo posto, ci sono <B>Vercelli</B> e <B>Alessandria. Verbania </B>è invece al quinto posto, distinguendosi per i buoni risultati nella raccolta differenziata, seguita all'ottavo da<B> Cuneo</B> che spicca per il verde urbano. Aosta, piazzata al 24esimo posto della classifica, non si distingue nè per merito, nè per demerito.
L’annuale report realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerche <B>Ambiente Italia</B> da dodici anni sulla base di 26 gruppi di indicatori (smog, rifiuti, traffico e trasporti, verde urbano, acqua, depurazione, solo per citarne alcuni) confronta le prestazioni ambientali delle nostre città. L’indagine ci parla quest’anno di un peggioramento della crisi ambientale al sud, ma anche di uno scivolone delle grandi città dovuto principalmente alle <b>pessime prestazioni nel settore della mobilità</B>. Desolatamente in basso – <B>Torino, Napoli, Milano, Palermo</B>.
Se le precedenti edizioni del rapporto avevano evidenziato come un capoluogo davvero sostenibile fosse ancora lontano, ma tutto sommato mettevano in luce un miglioramento lento ma generalizzato del quadro complessivo, oggi la situazione è radicalmente diversa. <B>I comuni medio-piccoli nell’insieme continuano a migliorare</B> (sempre con la stessa esasperante lentezza comunque), <B>quelli del sud fanno spesso passi indietro, quelli con più di mezzo milione di abitanti restano al palo o, addirittura, peggiorano</B>. “Trend positivi ce ne sono, non c’è dubbio. – dichiara <B>Vanda Bonardo</B>, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - Dieci anni fa, nel 1996, recuperavano con la raccolta differenziata meno del 5% dei rifiuti, ora saliti al 20%; avevano “zone a traffico limitato” per cinque centimetri quadrati ad abitante, oggi la “dotazione” pro-capite di Ztl è di circa 3 metri quadrati. Attualmente però preoccupa l’empasse organizzativa dei grandi centri urbani, soprattutto sul versante del traffico: un’emergenza che accomuna tutte le grandi città. Malgrado il grande bricolage di misure-tampone - targhe alterne, blocchi estemporanei della circolazione, stop limitati alle auto non catalizzate e ai vecchi diesel -, nella metà dei capoluoghi italiani si sono registrati durante il 2004 più superamenti dei limiti di concentrazione delle polveri sottili del consentito. Questo vuol dire che milioni di italiani vivono in una condizione permanente di rischio sanitario (oltre a dover fare i conti quotidianamente con ingorghi, caos, stress e tempo perso) e che finora si è fatto troppo poco”.