Clinton spiazza Bush: Kyoto 2 con gli Usa Clima, l’ex presidente trascina i delegati
Matteoli: ricucita la ferita con l’Ue - da Corriere della Sera del 12.12.2005
12 December, 2005
<b>Franco Foresta Martin</b>
MONTREAL - La voce è roca e l’espressione tradisce sofferenza. Ma l’ex presidente Usa Bill Clinton rimane un trascinatore e, giunto a Montreal venerdì, ha parlato col cuore e con la ragione davanti ai 10 mila delegati della conferenza mondiale sul clima. Compiendo miracoli. I delegati americani, che avevano sbattuto la porta in faccia a europei e canadesi, hanno fatto marcia indietro e firmato un impegno per concordare azioni comuni sul clima. Intendiamoci: di protocollo di Kyoto e riduzione di emissioni obbligatorie non vogliono sentir parlare, ma almeno sono rientrati nei colloqui multilaterali. L’affollata schiera dei sottoscrittori di Kyoto (Europa, Russia, Giappone, Canada), che già scricchiolava, si è ricompattata e ha sottoscritto un impegno a fare rivivere una seconda fase del trattato dopo il 2012.
Clinton, venuto come presidente della fondazione che porta il suo nome, si è presentato come testimone diretto del cambiamento climatico, citando eventi di cui ha potuto osservare gli effetti: siccità, inondazioni, tempeste tropicali, ghiacciai in ritirata. «Non c’è più dubbio che il cambiamento stia accelerando e che sia causato dalle attività umane», ha esordito. A Bush ha ricordato che «sbaglia quando dice che la riduzione dei gas serra secondo lo schema di Kyoto danneggerebbe l’economia Usa; al contrario, possiamo adottare limiti di riduzione che rafforzino le nostre economie». Come? Creando competizione fra imprese che si impegnano a produrre secondo stili più rispettosi dell’ambiente e disseminando le tecnologie a zero emissioni già disponibili, come il solare, l’eolico, la geotermia, l’idrogeno.
Poi, dopo avere rivendicato la sua azione di soccorso per le vittime di Katrina condotta bipartisan con l’ex presidente Bush padre, ha compiuto il capolavoro diplomatico di tirare fuori i delegati americani dal vicolo cieco dei «no» in cui si erano cacciati: «Sono un convinto sostenitore di Kyoto. Ma se oggi c’è qualcuno che non se la sente di aderire e preferisce procedere diversamente, con azioni volontarie, dico: tiriamolo dentro, meglio che niente. Avanti così, poi si vedrà».
Ovazioni. Kyoto rinasce; gli Usa ne restano fuori ma si siedono per discutere; i Paesi in rapida crescita, soprattutto Cina e India, promettono qualche briglia ecologica al loro sviluppo. Il commissario europeo all’Ambiente Stavros Dimas sussurra una sibillina frase di Churchill: «Gli Usa fanno sempre la cosa giusta, dopo avere esplorato tutte le opzioni possibili». Il ministro Altero Matteoli riprende fiato, «perché finalmente si è ricucita la ferita fra Europa e Stati Uniti». Legambiente e Wwf esaltano «la coalizione dei volenterosi», alleanza fra quasi tutte le regioni italiane presentata a Montreal dall’assessore Angelo Bonelli: «Per la difesa della biosfera secondo Kyoto: il processo bottom up (dal basso all’alto) abbatterà le ultime resistenze».