Clinton boccia Bush: sì a Kyoto
Conclusa la conferenza di Montreal. A sorpresa l´intervento dell´ex presidente Usa. E il governo Usa riapre il dialogo - da Repubblica del 12.12.2005
12 December, 2005
Accordo sul clima. Nuovi limiti per i gas serra dopo il 2012
L´ex presidente: l´impegno a favore del protocollo non rappresenta una minaccia per l´economia Usa
Antonio Cianciullo</b>
MONTREAL - La seconda superpotenza, l´opinione pubblica mondiale, è la vera vincitrice del braccio di ferro che ha concluso le due settimane della conferenza sul clima di Montreal. Sotto la spinta dell´allarme crescente per il riscaldamento globale, gli Stati Uniti hanno dovuto fare un passo indietro rispetto alla linea del rifiuto intransigente di ogni negoziato scelta dall´amministrazione Bush e hanno riaperto il dialogo. Inoltre il protocollo di Kyoto, che la lobby dei combustibili fossili voleva bloccare, proseguirà oltre la prima scadenza, oltre il 2012: una decisione che rappresenta un volano formidabile per il mercato che ha puntato sull´efficienza energetica, sulle rinnovabili e sull´innovazione tecnologica.
Ora la battaglia per la difesa del clima è avviata su un doppio binario. I 157 paesi che hanno ratificato il protocollo di Kyoto (tra gli industrializzati mancano solo Stati Uniti e Australia) andranno avanti sulla strada degli impegni obbligatori, che diventeranno più stringenti dopo il 2012. E i 189 paesi che hanno aderito alla convenzione sul clima (compresi i 32 che non hanno ratificato il protocollo di Kyoto) proseguiranno il «dialogo non vincolante» per trovare soluzioni tecnologiche in grado di rallentare il passo del global warming.
«Il protocollo di Kyoto è vivo e vegeto», ha commentato il commissario all´Ambiente europeo Stavros Dimas. «La strada di fronte a noi è ancora lunga, ma a Montreal abbiamo creato uno spartiacque nella lotta contro il cambiamento climatico». Uno spartiacque a cui ha dato un contributo sostanziale Bill Clinton che, intervenendo a sorpresa alla conferenza Onu, ha spiazzato la Casa Bianca. L´ex presidente americano ha attaccato frontalmente l´equazione di Bush secondo la quale l´impegno a favore di Kyoto rappresenta una minaccia per l´economia statunitense: «E´ completamente falso. Sappiamo che se avessimo fatto sforzi seri e su grande scala nel campo delle tecnologie energetiche avremmo raggiunto e superato gli obiettivi di Kyoto creando milioni di posti di lavoro e rafforzando la nostra economia».
Con l´intervento di Clinton, accolto da applausi da rockstar, il fronte dell´opposizione interna alle politiche di Bush ha assunto una dimensione allarmante per la Casa Bianca. Un cittadino statunitense su sette vive in città che hanno sposato l´obiettivo di Kyoto (meno 7 per cento di emissioni serra per gli Usa). E un´altra parte importante del mondo americano fa riferimento a Stati e aziende che hanno deciso di impegnarsi sul fronte climatico per non perdere terreno sui mercati europei e asiatici.
«Ormai il treno di Kyoto è partito: un fatto che alla vigilia della conferenza era tutt´altro che scontato», ha commentato il capo della delegazione italiana, Corrado Clini. «Ed è importante aver mantenuto un ponte con gli Stati Uniti». «Ora bisogna assumere impegni concreti», aggiungono il presidente di Legambiente Roberto Della Seta e la responsabile progetti internazionali del Wwf Maria Grazia Midulla. «L´Italia, subito dopo l´Austria, è il paese europeo con le peggiori prestazioni sul fronte Kyoto. Bisogna passare dall´abbinata carbone-petrolio a quella efficienza energetica-rinnovabili».