«Siamo in riserva, si torna al gasolio»
I russi tagliano l’offerta di gas. Il governo autorizza una deroga alle leggi ambientali fino al 10 marzo
20 January, 2006
<b>Scaroni: «Ancora cali nella fornitura russa. Gli operatori elettrici devono riuscire a consumare meno»
Ortis: «Gli stoccaggi sono insufficienti per fronteggiare emergenze climatiche
e geopolitiche»
Catricalà: «I prossimi tre o quattro anni saranno critici. Rischiamo di non poter soddisfare la domanda»
Alessandro Barbera</b>
Codice arancio sempre acceso per le forniture di gas. «Niente allarmismi, non c’è nessun rischio di black out», garantisce il ministro Scajola. Ma le importazioni dalla Russia continuano a scendere. Ieri l’Eni ha fatto sapere che le forniture Gazprom sono state inferiori del 12,2% rispetto alla richiesta, il 2% dei consumi. Non quantità che possano far pensare a emergenze nel breve termine, ma abbastanza da obbligare il ministero delle Attività produttive a mettere a punto un decreto d’urgenza da approvare in consiglio martedì.
Un provvedimento che conterrà deroghe temporanee alle norme ambientali per far fronte ad un’eventuale emergenza. L’ipotesi che i tecnici stanno studiando è una deroga fino al dieci marzo per permettere alle centrali di utilizzare al posto del metano (pulito) oli combustibili a basso e medio contenuto di zolfo (Stz e Btz) e, in casi estremi, quelli ad alto contenuto di zolfo (Atz).
Del resto, complice il freddo, in questi giorni si sta facendo ricorso anche agli stoccaggi che ora potrebbero scendere sotto al livello di guardia. Stoccaggi «insufficienti» a far fronte alle emergenze climatiche e geopolitiche, ha fatto sapere ieri durante un’audizione in Parlamento il presidente dell'authority per l’Energia Alessandro Ortis. Il più attivo nel sollecitare l’intervento del governo, sempre ieri, è stato l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni. Il quale ha denunciato un nuovo calo delle forniture dal versante russo. Secondo l’Eni, a fronte di un calo del pompaggio, benché non allarmante, è necessario ridurre la domanda di gas da parte degli operatori elettrici che ne fanno uso per produrre energia.
Della questione s’è parlato alla riunione straordinaria del comitato tecnico per l'emergenza gas al ministero. Il numero uno dell’Enel Fulvio Conti, presente alla riunione, ha fatto i calcoli di quanto vale la deroga e l’uso degli oli combustibili al posto del metano (deroga per le quali sarà necessario il concerto del ministero guidato da Altiero Matteoli). «Abbiamo proposto di mandare ad olio abbastanza impianti per risparmiare nel periodo gennaio-marzo fino a un miliardo di metri cubi». Alla centrale di Montalto di Castro Enel è già intervenuta: i primi due moduli della centrale non funzionano a metano, bensì con olio a basso contenuto di zolfo. Una modifica che, ha spiegato Conti, «ha permesso di risparmiare 340 milioni di metri cubi». Secondo i calcoli fatti al ministero, un altro miliardo di metri cubi di risparmi potrebbero essere garantiti dai concorrenti di Enel. Cinquecento milioni da parte di Edison, lo stesso dalla somma di Endesa e delle municipalizzate.
Insomma, anche se tutti si affrettano a dire che la situazione è sotto controllo, non c’è da stare allegri. Anche perché non è chiaro cosa sia accaduto ieri alle forniture russe. Gazprom dichiara di «pompare» una certa quantità di gas e che eventuali ammanchi sono causati da ragioni tecniche. Un esperto del settore che preferisce non essere nominato la butta sul ridere: «Non è chiaro se facciano male i conti a Mosca, all’Eni oppure se c’è qualcuno che sulla strada si ruba il gas». Comunque sia per il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà la situazione resterà difficile per parecchio tempo: «i prossimi 3-4 anni saranno estremamente critici ed esposti a domanda insoddisfatta». D’accordo il presidente di Edison Quadrino «siamo corti sul gas per almeno due anni» e l’ex ministro dell’Industria Enrico Letta, che anzi accusa il governo di «sottovalutare l’allarme». Sulla situazione delle forniture, almeno a livello europeo, a Bruxelles sono tranquilli. «Stiamo monitorando la situazione», dice il commissario all'energia Andriss Piebalgs. «Ma la situazione non è eccezionale», anche perché «non si registrano interruzioni di rilievo». Più che per le forniture i consumatori sono invece preoccupati del rischio di un aumento pesante delle bollette. Pesantissimo, se si considera che l’Italia è il Paese europeo con l’energia più cara.
Adoc e Codacons si sono fatte i conti: «Nel 2006 la spesa annua a famiglia per chi utilizza gas metano, ovvero 13 milioni di utenze, potrebbe aggravarsi del 40%. Da una media di 1.034 euro del 2005 la spesa annua passerebbe a 1.447,6 euro». Totale: +413,6 euro.Eni, Garante e Antitrust: soluzioni a confronto