Tiepidi o bollenti, le due tribù del riscaldamento
Ghedina: in camera a più 8. La Carlucci: caldaia al massimo. E il medico: mai oltre i 20 - da Il Corriere della Sera del 24.01.2006
24 January, 2006
ROMA - Kristian Ghedina non andrebbe mai a dormire nell’attico di Gabriella Carlucci. Al limite meglio casa Rigoni Stern e la passione per la montagna non c’entra. È il partito del freddo contro il partito del caldo: quelli che il riscaldamento l’accendono sì ma non troppo contro quelli che i termosifoni li mandano avanti tutta. E magari - maniche di camicia, colletto slacciato - finiscono per sudare anche d’inverno. Di notte, a Cortina d’Ampezzo, la casa di Kristian Ghedina è appena più confortevole del suo frigorifero: 8 gradi. «A volte esagero - racconta lo sciatore - come l’anno scorso quando mi sono svegliato con il termometro che segnava 3. Ho dovuto aggiungere una coperta». Il problema è dormire in albergo, quando è in giro per gare: «Spesso per far abbassare il riscaldamento mi tocca discutere con il padrone dell’hotel. Se non lo fa, spalanco la finestra e via: troppo caldo fa male, alla mente e al corpo». Musica per le orecchie del suo potenziale compagno di dormite, Mario Rigoni Stern . Di freddo il sergente nella neve è un grande esperto e il giorno più gelido della sua vita se lo ricorda ancora bene: «23 marzo del 1942, in Ucraina con il battaglione sciatori Monte Cervino. C’erano 34 gradi». Sotto zero, naturalmente. «Cosa vuol che sia il freddo di questi giorni - dice lo scrittore -. La modernità ci ha viziato, pretendiamo di cambiare le stagioni girando un interruttore. Io non vado mai sopra i 17/18 gradi e qui ad Asiago le temperature sono certo più basse che laggiù da voi in città. Il freddo stimola, il caldo intontisce».
Gente di montagna, direte. Ma nel partito del freddo c’è anche una sorpresa. Qual è il colmo per chi le caldaie le vende? Ettore Riello è il presidente della Riello group, nel settore il quinto produttore al mondo. «Ma a casa preferisco il fresco: d’inverno mai più di 16 gradi, al limite 17. Se scendo ancora finisce che mi congelo. Il ministro Scajola sarebbe contento se tutti gli italiani si comportassero come me». Per chi del partito del freddo ha la tessera, del resto, nemmeno la terra d’origine ha la meglio. Barbara D’Urso è napoletana. «Sì, il paese d’o sole , ma con i termosifoni ci vado piano. Le mie amiche se la prendono perché in macchina non lo accendo mai. Anche in casa sono morigerata: altrimenti, con gli sbalzi di temperatura, i miei figli si ammalano subito. E poi bisogna pensare anche all’inquinamento, no?».
Presidente del partito del caldo, invece, è per chiara fama Massimo Boldi : «La casa deve dare calore, se no che casa è? Io il riscaldamento lo sparo almeno a 22, a volte anche 24 gradi, lo lascio andare anche di notte». Ad abbassare la caldaia, decreto o non decreto, Boldi non ci pensa proprio: «Ma come, il metano ti dà una mano, e invece così ci danno un bel calcio in...». Ecco, lui nell’attico di Gabriella Carlucci ci starebbe proprio bene. La deputata di Forza Italia del freddo ha il terrore: «Ho fatto montare i filtri antispiffero alle finestre, sono giorni che metto dei bei ciocchi di legno nel mio camino. E comunque sì, il riscaldamento va sempre forte. L’inverno lo voglio lasciare fuori dal portone». Un po’ come il segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni . Noto per le sue sciarpe sempre ben strette, per suoi vestiti pesantucci anche d’estate. Ma soprattutto per il suo terrore degli spifferi e la predilezione per i caloriferi. Quando era al Senato aveva convinto il presidente Spadolini a far tenere d’occhio il condizionatore da un infermiere. E d’inverno ammoniva con un «Guagliò, vu’ mi volete accidere» i commessi di Palazzo Madama, che correvano a chiudere le finestre al suo passaggio.
Partito del freddo, partito del caldo. E il medico quale tessera prende? Carlo Gargiulo si accomoda nel mezzo: «La temperatura corretta è tra i 18 e i 20, ma basta il buon senso. Se d’inverno siete in camicia avete esagerato. Mettetevi un maglione e abbassate il termostato. E ricordate che anche d’inverno l’aria va cambiata: ogni tanto aprite le finestre».