Un colabrodo i nostri edifici
L´efficienza energetica: una cura trascurata - da La Repubblica del 25.01.2006
25 January, 2006
<b>Con pochi interventi si possono ottenere risultati e risparmi
Luca Mercalli</b>
Aria gelida dalla Russia, ma senza eccessi qui nel Nord-Ovest: per ora temperature minime attorno a -5 in pianura e -15 a 1500 metri, valori che sono tipici del mese di gennaio. Del resto, questa asciutta stagione almeno con il freddo ha fatto il suo dovere, mantenendosi su temperature piuttosto basse, circa un paio di gradi in meno rispetto ai miti inverni precedenti.
Il freddo nord-orientale durerà anche per i prossimi giorni ma da domani pomeriggio le nubi dovrebbero aumentare promettendo finalmente qualche fiocco di neve tra venerdì e il fine settimana. Freddo moderato, dunque, con minima di meno tre gradi ieri all´Osservatorio di Moncalieri, di poco inferiore alla statistica che vorrebbe meno due.
Un freddo tuttavia in grado di mettere in crisi il delicato sistema energetico sotto stress per le temperature ben più glaciali che attanagliano la Russia e l´Europa orientale. Da qui la richiesta di abbassare a 18 gradi la temperatura degli edifici. Provvedimento necessario ma figlio della consueta improvvisazione italica. Curare l´efficienza energetica di abitazioni, uffici e locali pubblici dovrebbe essere una priorità assoluta sempre, non solo quando i russi chiudono un po´ la saracinesca del gas. Sono inviti di buon senso che però restano lettera morta, a cominciare dalla mancata applicazione di leggi che già da molti anni obbligherebbero a rendere meno spreconi quei colabrodo energetici che sono i nostri edifici, figli di una ormai tramontata abbondanza petrolifera.
Proprio ieri un incontro alla facoltà di architettura dell´università di Torino organizzato dal prof. Gianfranco Cavaglià, metteva in luce come la progettazione del futuro non debba più guardare a una modernità fatta di palazzi di vetro energeticamente insostenibili, ma a una razionale sintesi tra soluzioni del passato e tecniche nuove: isolamento termico, energie rinnovabili, minimizzazione dei consumi. Tutte cose importanti quando si progetta una casa nuova, ma che si possono anche applicare sul patrimonio edilizio esistente. Coibentazione dei sottotetti, vetri doppi, sostituzione di caldaie obsolete con altre ad alto rendimento, riscaldamento differenziato secondo l´utilizzo dei locali, dispositivi elettronici per controllo termico.
Buone pratiche che non solo diminuiscono l´inquinamento dell´atmosfera, ma aumentano il comfort, fanno risparmiare in bolletta e diminuiscono la vulnerabilità di fronte alla ormai imminente crisi petrolifera. Metterebbero pure in moto nuovi settori economici, verso i quali Torino avrebbe le carte in regola per porsi all´avanguardia scientifica e produttiva: non più solo automobili, ma pannelli solari e case passive, cioè talmente ben isolate da non richiedere impianto di riscaldamento. Le hanno inventate i tedeschi, e noi?