Centrali a olio e mini-tasse ma c´è il rischio inquinamento
Tutte le misure varate dal governo per fronteggiare l´emergenza gas. I dubbi della Ue
25 January, 2006
<b>Regioni contrarie alla riapertura. Disincentivi fiscali a chi produce elettricità col metano
Il ministro Scajola vola a Mosca. Ma il premier gli toglie la regia della crisi</b>
ROMA - Tre articoli e molte incognite. Il decreto varato ieri punta a risparmiare 30-45 milioni di metri cubi di gas al giorno fino al 31 marzo. Misure d´emergenza che aumenteranno il prezzo dell´energia, aprono problemi nuovi (aumento dell´inquinamento) e, secondo molti osservatori, non garantiscono risultati.
Rimane il fatto che agli attuali ritmi di prelievo - 100/140 mi1ioni di metri cubi al giorno - le riserve strategiche (teoricamente da intaccare solo in situazioni catastrofiche) sarebbero utilizzate già a metà febbraio. «Stiamo consumando 400-440 milioni di metri cubi al giorno contro i 300 milioni importati» spiega il ministro delle Attività Produttive, Claudio Scajola, un deficit da ridurre di un terzo: l´utilizzo di petrolio per produrre energia elettrica ne farà risparmiare 25-35 milioni. Sei centrali sono pronte a tornare in azione (Sermide, Ostiglia, Piacenza, Montalto, Porto Tolle e Rossano Calabro, anche se la più grande, Montalto, funziona già da qualche settimana) producendo 4 mila Mw con olio a basso contenuto di zolfo. Già ora il prezzo per kilowattora utilizzando il gas delle riserve costa circa 80 dollari (come quello da petrolio) contro i 60 in situazioni "normali". A marzo sarà l´autorità per l´Energia a rivedere le tariffe e gli operatori si aspettano delle compensazioni. Mentre le regioni coinvolte e la Commissione Europea hanno già espresso dubbi sulla scelta di riutilizzare quelle centrali. Il decreto prevede una compensazione che il ministero dell´Ambiente dovrà definire per ripagare l´aumento delle emissioni nell´atmosfera.
Con la riduzione delle temperature e delle ore di utilizzo dei riscaldamenti domestici si punta a risparmiare 5-10 milioni di barili al giorno, ma è una stima aleatoria. Dal ‘93 le città italiane sono divise in sette fasce: (ad esempio Palermo e Reggio Calabria sono nella fascia B; Roma, Firenze nella D, Milano, Torino, Venezia, in E), il numero di ore giornaliere di riscaldamento varia dalle 5 alle 13, ora ridotte di una. Per i trasgressori ci sono sanzioni, anche se un controllo sistematico è stato escluso dallo stesso ministro. «Risparmiare è un dovere civico» ha detto Scajola, ma anche un modo per prepararsi agli adeguamenti tariffari futuri. Viene anche istituita una tassa sul prelievo di gas dagli stoccaggi a carico dei produttori di energia elettrica. Una misura che difficilmente bloccherà l´esportazione di energia elettrica (ormai il 2-3% delle produzione nazionale) che ogni giorno finisce oltre le Alpi e pesa in termini di riduzione delle disponibilità di gas quanto la stretta decisa dai russi in questi giorni.
Non solo soluzioni tecniche (la loro efficacia sarà verificata in una prima riunione il 1 febbraio) ma anche diplomatiche e politiche: Scajola domani sarà Mosca:«Incontrerò il mio collega russo per la terza volta in tre mesi e chiederò il suo intervento dei contratti all´invio del gas in Italia». Conscio che un´ulteriore diminuzione delle esportazioni russe vanificherebbe ogni piano di risparmio. Ma sarà una missione importante anche per il ministro, visto che il decreto gli "scippa" il coordinamento delle misure sull´emergenza per affidarle alla presidenza del Consiglio. Un segnale, dicono gli osservatori, della caduta di Scajola nella considerazione del premier
(l.i.)