Inceneritore bello e hi-tech ma con due anni di ritardo
Pronto nel 2011, Basse di Stura chiuderà nel 2009
17 February, 2006
<b>PRESENTATO IL PROGETTO DEL NUOVO IMPIANTO PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
Alessandro Mondo</b>
Sembra il Grand Hotel, è un inceneritore. Anzi l’Inceneritore. Quello che, dopo tante polemiche, dal 2011 completerà la filiera dello smaltimento rifiuti. Peccato che il pensionamento della discarica delle Basse di Stura, in rapida saturazione, sia previsto a fine 2009. Tra una data e l’altra c’è un «buco» che nessuno sa ancora come colmare.
Da oggi sappiamo come sarà il nuovo impianto, modello di tecnologia all’avanguardia confezionata in una forma estetica volutamente ricercata: cascate e laghetti, vetrate, quinte scenografiche... Persino un giardino d’inverno nella palazzina uffici. Obiettivo: approfittare della nuova struttura per «caratterizzare» l’area del Gerbido, minimizzando l’impatto ambientale e coinvolgendo i cittadini. Possibilmente rassicurandoli su una presenza per molti versi ingombrante. Nasce da queste premesse il prospetto architettonico dello Studio Stile Bertone, al quale dovranno rapportarsi le imprese e gli architetti che parteciperanno alla gara europea per dare corpo all’impianto.
Ieri il debutto dei primi bozzetti. Presenti Zandonatti e Torresin, presidente e amministratore delegato di Trm; il vicesindaco di Torino Calgaro; Marie Jeanne Bertone, figlia di Lilli, presidente del Gruppo, con il direttore generale Roberto Piatti. Il presidente Saitta e l’assessore Massaglia hanno rivendicato il ruolo di tutta la maggioranza nel rispetto dei tempi, compresa Rifondazione, e chiedono alla Regione di far entrare anche la Provincia nell’Autorità d’ambito che segue l’iter dell’inceneritore.
L’edificio principale, dove pulserà il cuore dell’impianto, si presenta come un parallelepipedo incorniciato sui due lati maggiori da due pareti di colore chiaro. Suggestiva la superficie vetrata inclinata che avvolge il camino, sulla quale scorre un velo d’acqua. Il pezzo forte è il camino: alto 120 metri e dotato di ascensore panoramico. Esagerazioni? No se è vero che, spiegano da Trm, la ricercatezza delle forme è in linea con quella degli impianti europei di ultima generazione: aperti al pubblico e pensati per armonizzarsi con l’ambiente.
Comunque bello. Soprattutto utile, secondo la Provincia. Anzi: indispensabile, data la saturazione delle discariche a Torino e Provincia. Qui sta il problema. Il colosso, costruito con un investimento di 311 milioni di euro che lo qualifica come la seconda opera pubblica in ordine di spesa dopo il metrò, non sarà collaudato prima del 2011. Basse di Stura, dove sono già stati stoccati 18 milioni di tonnellate di rifiuti, chiuderà a dicembre 2009. Quelle in Provincia minacciano di serrare i battenti anche prima. Come se ne esce? La Provincia punta ad accelerare la raccolta differenziata consapevole che, anche così, non si risolverà l’emergenza. Inevitabile la realizzazione di nuove discariche: questa volta a tempo determinato. Sempre che, come sostiene Calgaro, non si accorci la tabella di marcia. Ormai quella del termovalorizzatore torinese è una corsa contro il tempo.