Cade il divieto di giocare in cortile
Il Comune: cambieremo il regolamento di polizia. Dubbi sulla legittimità - da La Stampa del 15.03.2006
15 March, 2006
<b>Emanuela Minucci</B>
Le mamme o i nonni li controllavano dall’alto. Anche la portinaia, all’occorrenza, buttava un occhio. E il pomeriggio trascorreva a giocare a palla o a mosca cieca in cortile, interrotto dalla merenda o dal «Braccobaldo Show». Un privilegio degli Anni Sessanta quello di divertirsi - o anche fare a botte - sotto casa, fra l’automobile di papà e i panni stesi dal tizio del primo piano. Spazio a disposizione della fantasia che venne cancellato più o meno dieci anni dopo dal regolamento di polizia urbana. Motivo: i giochi dei bambini possono rappresentare un disturbo alla quiete pubblica.
Qualcuno, dai tempi dell’austerity a oggi, ha provato a urlare al sacrilegio. Fior di sociologi hanno teorizzato - anche nero su bianco - che quel regolamento ha garantito la parcella a tanti psicanalisti: «Se non hai giocato da piccolo insieme con gli altri e senza il salvagente dei genitori, da grande sarai zeppo di nevrosi».
Ci voleva la giunta comunale, in questo scorcio di fine mandato, a riconoscere il valore pedagogico di quei pomeriggi. E per approvare una delibera che vieta il divieto. Gli amministratori degli stabili e i portinai si armino dunque di cacciavite: è arrivata l’ora di staccare dai muri dei cortili la targhetta con su scritto «Vietato giocare a palla», ma anche «Vietato introdurre biciclette».
E’ accaduto ieri mattina, con la presentazione della delibera da parte dell’assessore alla Polizia municipale Gianluigi Bonino. Fra pochi giorni la questione passerà al Consiglio comunale. Entro la primavera, comunque, i bambini potranno di nuovo impossessarsi dei cortili. «Anche la giunta Castellani su proposta dell’allora assessore Hutter provò a modificare il regolamento - ricorda Bonino - poi la cosa si arenò. Ma stavolta è quella buona, assolutamente».
Per scendere nei dettagli tecnici, la Sala Rossa sarà chiamata a decidere per l’introduzione di due nuovi commi (quinto e sesto) all’articolo 42 del regolamento di polizia urbana «al fine di regolamentare la possibilità di utilizzare i cortili condominiali per il gioco da parte dei bambini» come si legge sul documento.
La delibera prevederà però anche il rispetto della quiete: i bambini non potranno giocare sotto casa soltanto nelle fasce orarie dalle 14 alle 16 e dalle 22 alle 8 del mattino successivo.
«Il provvedimento - ha poi concluso Bonino - che richiama la Convenzione sui Diritti del Fanciullo del 1989 prende spunto da una realtà nella quale i cortili sono spesso gli unici spazi comuni protetti e adatti per il gioco collettivo e interviene sull’assenza di regolamentazione in materia, che in molti casi ha condotto a forti limitazioni nell’uso di questi spazi per il gioco da parte dei bambini o a contenziosi tra inquilini».
Negli orari nei quali il regolamento non prevederà limitazioni i condomini non potranno quindi, con proprie disposizioni, vietare ai bambini l’uso dei cortili per il gioco.
Peccato che non tutti siano d’accordo sulla legittimità della delibera. La presidente dell’Unione Piccoli Proprietari, per esempio, Piera Bessi, spiega: «Al di là della filosofia che ispira il provvedimento, mi domando se il Comune possa intervenire su un luogo dove non ha diretta competenza essendo proprietà privata. Da avvocato poi, mi domando se di fronte a un regolamento che vieta espressamente il gioco dei bambini nei cortili quello di polizia urbana possa imporre coattivamente di modificarlo».
Secondo il segretario generale del Comune Adolfo Repice questa modifica di articolo è forte di una sentenza della Cassazione che prevede il diritto al gioco dei bambini. E per questo motivo si divide in due commi: il primo quello che stabilisce il diritto al gioco, il secondo quello che dà libertà ai condomini di modificare l’orario in cui è possibile giocare».