La UE boccia il piano antismog del Veneto
La Commissione Europea bacchetta la Regione: «Mancano tempi e coperture finanziarie». Due mesi per integrarlo - da Il Gazzattino on line del 28.04.2006
28 April, 2006
<b>Matteo Manzonetto</B>
Bruxelles
Il Piano Integrato Antinquinamento sottoposto dalla Regione Veneto alla Commissione Europea è stato definito "palesemente inidoneo" da Bruxelles. Nel parere motivato trasmesso dalla UE alle autorità nazionali, un documento che 'Il Gazzettino' presenta in anteprima, si motiva questa inadeguatezza in quanto non vengono indicati né i tempi di realizzazione né le fonti di finanziamento per le misure proposte per risolvere il problema rappresentato dalle polveri sottili (come le Pm10) e dagli altri inquinanti.
Il 'capitolo Veneto' è incluso nel parere motivato che la Commissione UE invierà a Roma sui piani italiani: il Veneto è apparentemente l'unica regione il cui piano - pur presentato - è stato bocciato. Nel parere motivato si legge che "il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera rinvia a 'provvedimenti da assumere' in un futuro non meglio precisato. Mancando la descrizione delle misure deliberate, il calendario di attuazione delle medesime e la stima del miglioramento perseguito, a tale documento fanno difetto i requisiti minimi perché possa essere considerato come 'piano' ai sensi della direttiva 96/62/CE".
Dal momento in cui la presa di posizione della Commissione è stata formalmente comunicata a chi di dovere (ovvero a Roma), politici e tecnici regionali hanno due mesi per correggere il tiro, e presentarsi a Bruxelles con un piano serio e completo per evitare eventuali sanzioni da decine di milioni di euro.
In parole povere, il Veneto si sta comportando come uno scolaro negligente e immaturo, che non vuole fare i compiti per casa , e quando li fa, li fa male, così tanto per farli e mettere tranquilla la maestra. Ma quella di Bruxelles è una maestra severa, e ha ragione d'esserlo. Le polveri sottili sono causa accertata di gravi malattie alle vie respiratorie, e si calcola che ogni anno in Europa siano imputabili all'inquinamento atmosferico almeno 40.000 morti. Contando che il Veneto e la pianura padana sono tra le aree più inquinate del continente, una parte di questi decessi - abbastanza significativa per non venire ignorata - avviene nelle province venete.
La nube tossica che c'è, non si vede ma si percepisce molto bene ad esempio nei Corsi del Popolo padovano e mestrino, è causata principalmente dal trasporto veicolare, che concorre al 70% di inquinanti tossici. Ma vanno tenute in conto anche i grossi impianti di riscaldamento a gasolio, oltre alle industrie.
Per riportare una duratura e necessaria ventata d'aria fresca sul territorio regionale però non servono e non serviranno palliativi 'domenicali' come le targhe alterne o le giornate senz'auto. "Ci vogliono azioni strutturali e di impatto profondo" insistono da Bruxelles, ponendo il problema in termini tanto chiari quanto drammaticamente urgenti: "La questione è: i governi regionali ci tengono veramente alla salute dei propri cittadini?".
Però gli amministratori si nascondono dietro a un dito e si svincolano dalle proprie responsabilità con la pratica dello scaricabarile. Lo Stato passa la responsabilità alle Regioni, che la scaricano sulle Province, che l'affibbiano ai Comuni. Però è solo con un'azione coordinata e integrata tra tutti i livelli decisionali, e con la conseguente messa a disposizione di fondi consistenti, che si può cominciare a risolvere il problema e a pulire l'aria.