Il \"mandato di Milano\" sul tavolo dei ministri
Cop 9 potrebbe chiudersi con un coinvolgimento dei Pvs negli obblighi di riduzione, da raggiungere però al 2030 o al 2040, e con maggiori aiuti agli stati delle isole
10 December, 2003
A Cop 9 arrivano i ministri per l\'avvio della trattativa politica che dovrebbe chiudersi con l\'approvazione di un documento che dovrebbe chiamarsi “Mandato di Milano” e che riguarderà le nuove strategie dei paesi del mondo per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Non sarà una dichiarazione, come ha confermato il ministro italiano dell’Ambiente Matteoli, ma appunto un documento più vincolante come è il “mandato”. Il documento sarà frutto di una mediazione all’interno dei paesi ricchi e tra questi e i paesi poveri e degli stati delle isole, i più bersagliati, al momento, dai cambiamenti climatici. La novità più clamorosa è l’orientamento che sta prendendo corpo tra i paesi ricchi, soprattutto tra quelli europei. I quali per evitare lo svuotamento giuridico del protocollo di Kyoto, il tira e molla della Russia che non ratifica e il volontarismo poco produttivo degli Usa, stanno cercando di andare “oltre Kyoto”, come riferisce una fonte sentita da Cambiaclima.it. Oltre Kyoto \"ma all\'interno della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici, sottoscritta nel \'92 anche da Russia e Usa e che anche se non fissa numeri e date è pur sempre vincolante\" Uno dei punti in discussione, che forse finirà nel Mandato di Milano, è la fissazione di una seconda fase che coinvolga negli obblighi di riduzione anche i Paesi in via di sviluppo come Cina, India spostando però la data di scadenza per le riduzioni di Co2 fissata a Kyoto. La scadenza slitterebbe al 2030 o al 2040 e sarebbe sempre riferita alle emissioni globali emesse nel 1990. Coinvolgendo paesi come Cina e India, i mediatori di Milano sperano così di convincere la Russia, che ancora nicchia. Lo sforzo di riduzione globale in questo modo sarebbe però molto più alto rispetto all’obiettivo di Kyoto, che per i paesi ricchi e quelli emergenti dell’est fissava un target di riduzione del 5,2% rispetto al 1990. Nel frattempo si spera “che la tecnologia migliori al punto da rendere le tecnologie pulite più abbordabili dal punto di vista economico, aiutando l’economia a defossilizzarsi nel giro di 20 o 30 anni in base all’innovazione tecnologica”. In questo modo i paesi ricchi, ed è questo il secondo punto del “mandato”, riuscirebbero a liberare risorse per soddisfare la richiesta d’aiuto, sempre più pressante, dei paesi poveri e delle isole del Pacifico, dei Caraibi, dell’Oceano indiano che “chiedono interventi per contrastare eventi meteo sempre più estremi già in atto e che sono infuriati perché i negoziati non procedono e non portano a nulla di concreto”. I Pvs chiedono anche trasferimento di tecnologie e “capacity building”, cioè la possibilità di gestirsi da soli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e tecnologie produttive pulite per evitare “forme di colonialismo tecnologico”. Nel frattempo i paesi che hanno già ratificato Kyoto e che vedono sempre più difficile il raggiungimento degli obiettivi di riduzione interni fissati dal protocollo, stanno cercando delle vie d’uscita per rendere la partita meno onerosa per i loro sistemi economici: sul tavolo dei negoziati milanesi oltre alle piante ogm per assorbire CO2, ci sono anche la possibilità che le dighe, realizzate ad esempio per contrastare alluvioni più frequenti, possano generare crediti di emissione. Oppure la possibilità di introdurre la figura dell’intermediatore nel giro dei crediti di emissione: se una società riforesta una data zona in una parte del mondo, totalizza crediti che può poi rivendere sul mercato a un’altra società o a paesi interessati ad acquistarli. Sullo sfondo rimane poi la posizione degli Usa. Gli Stati Uniti continuano ad essere contrari alle riduzioni interne e più favorevoli a convogliare tutti i fondi disponibili nelle nuove tecnologie, anche perché sperano di essere in prima fila quando ci sarà da incassare in tema di nuovi brevetti. Marcello Volpato