Sì all´inceneritore tra fischi e urla
Serata al calor bianco, con centinaia di persone che volevano assistere al consiglio comunale e hanno rinfacciato a Alunni di aver "tradito" - da La Repubblica del 31.05.2006
01 June, 2006
<b>Campi, con due defezioni la maggioranza approva la proposta del sindaco
ILARIA CIUTI</b>
ALLE dieci e un quarto di lunedì sera nel consiglio comunale di Campi volano rotoli di carta igienica, fogli appallottolati, qualche monetina, una bottiglietta di minerale vuota. Dal centro della sala verso i banchi a sinistra, sulle teste dei consiglieri di maggioranza che hanno appena rifiutato la richiesta dell´opposizione di ritirare la proposta. Ecco la parola odiata, la proposta del sindaco Alunni di non rifiutare più l´inceneritore ma di accettarlo in cambio di uno spostamento, sempre nell´area di Case Passerini, di qualche centinaio di metri dal luogo previsto dalla variante provinciale e di alcune contropartite. «A casa», «Venduti», «Buffoni», «Dimissioni», «Vergogna», le grida ritmate fanno tremare il palazzo. I diesse si dicono: «Altro che ritirare la proposta, stasera dobbiamo votarla assolutamente». Alunni tace. Non parlerà per tutta la sera anche se gridano: «Vogliamo sentire lei»». Non è neanche rossa e sudata come assessori e consiglieri. Alla fine, quando solo dopo le una di notte, il consiglio riesce a votare e la proposta passa con 17 sì, 10 no, 1 assente e 1 astenuto, lei dice: «L´importante è che l´assemblea abbia deliberato. Rifondazione e la Margherita dovranno riflettere».
Riflettere. Sia l´astenuto che uno dei no spuntano dal seno della maggioranza (Ds, Margherita, Comunisti, Sdi), da due consiglieri della Margherita nonostante il presidente della Provincia Renzi, Margherita anche lui, abbia sempre detto: «Sul termovalorizzatore, decidere subito». Ma il consigliere Capecchi, l´astenuto, spiega: «Non ho sufficienti garanzie per votare a favore di un impianto che non si sa come sarà: nessuno mi dice la reale portata, le tecniche, i controlli per la sicurezza, se davvero la ciminiera alta 40 metri a tiraggio forzato, per via dell´aeroporto, va bene come quelle standard assai più alte». Dopo il balletto dei sì e dei no, a Campi l´inceneritore divide i simili e unisce i diversi, Rifondazione va a braccetto con An e con tutta l´opposizione di centrodestra nel dire un no secco. «L´inceneritore - spiegano tra il pubblico - non è di destra né di sinistra. A Campi siamo tutti contro».
E´ stata «una serata «difficile», ammette Alunni. E´ stata una serata pazzesca. Hai voglia a dire, quelli del comitato guidati da Roberto Viti: «Non urlate, state calmi. Manifestiamo pacificamente il nostro dissenso». Macchè: «Ci ha traditi», è l´urlo di risposta e si riferisce al sindaco. I vigili con i piedi che si ingarbugliano nella carta igienica fanno fatica a respingere la massa d´urto dietro le transenne dorate. Quella delle 22,15 è la seconda grande ondata di rabbia. La prima c´è subito alle nove, l´ora di convocazione, quando le persone arrivano a gruppi, gli anziani, le mamme con i bambini, gli uomini, quello dell´Anpi, la signora che ha scritto a Benedetto XVI: «Caro Papa, siamo un piccolo paese alle porte di Firenze dove vogliono costruire un grande inceneritore», i giovani, la ragazza che «abbiamo la discarica, l´autostrada, gli aeroplani, il caos per le strade. E ora anche l´inceneritore? Ci pensino i signori di Fiesole e di Bellosguardo».
La saletta del consiglio è piccolissima, si riempie in pochi minuti, cittadini, comitati, associazioni continuano a entrare, si soffoca, non ci sta più nessuno, i vigili arretrano le transenne per fare posto ai seduti in terra, si apre la piccionaia, la gente sale anche di sopra con le gambe penzoloni sulle teste degli altri, l´uscita è sbarrata, saranno usciti di casa in mille, entrano in circa trecento, il resto si accalca sulle scale, molti fanno dietro front delusi. «E questa è la partecipazione, il consiglio aperto? Non si poteva trovare una sala più grande?». Immediatamente partono le urla ritmate: «A casa» e tutto il resto. Per un´ora non si riesce neanche a iniziare. Il presidente del consiglio, Silvio Betti dello Sdi, è furioso, grida al microfono, ma da dieci centimetri più in alto. Il pubblico non sente e si inferocisce: «Non riuscite a gestire un consiglio, dovreste saper gestire un inceneritore?». Finalmente si fa un po´ di silenzio per far parlare gli iscritti tra il pubblico. Diossina, nanopolveri, quelle attribuite ai moderni inceneritori dal famoso nanopatologo Montanari, escono fuori tutte le paure che il fantasma dell´inceneritore solleva e che nessuno ha saputo scacciare. Ma più di tutto brucia il «tradimento»: «Il sindaco era dalla nostra parte, anzi ci ha usato quando voleva opporsi alla Provincia. Ha detto no a qualsiasi inceneritore nella Piana. Due volte, il 4 ottobre e il 6 febbraio il consiglio comunale ha ripetuto il no. Alunni ci ha chiamato alla fiaccolata contro, ci ha fatto spedire in Provincia 3.500 cartoline».
Il discorso si interrompe al grido: «Rendici i francobolli». Subito dopo riprende: «Poi il sindaco ha aspettato le elezioni e ha fatto il voltafaccia. Non siamo stupidi, spostarlo un po´ non giova alla salute. L´unico rimpianto è di averci creduto». La ragion politica vuole che Campi, l´unico Comune diesse a dire no a un termovalorizzatore voluto da tutta la Quercia, esca dall´isolamento. Ma i cittadini non seguono né si commuovono di fronte alle contropartite da chiedere: viale di entrata a Campi, via Lucchese con corsia per i bus, tramvia in paese e parco della Piana. Viti annunzia che giovedì (domani, ndr) il famoso Montanari verrà a Campi mentre la moglie, esperta anche lei, è stata chiamata a Vienna. «Avete capito? Campi come Vienna». Un´apoteosi.
Come può comincia il consiglio, Diesse e Margherita rinunciano a mozioni e emendamenti, tanto non si riesce a parlare. Si vuole votare subito, c´è tempo solo fino al 4 giugno per portare la proposta in Provincia. La maggioranza propone di rinunziare alle dichiarazioni di voto: scandalo e caos. «Senza la gente non si decide niente», ritma la platea. L´opposizione fa le dichiarazioni. Si vota. «Elezioni, elezioni», è il grido finale. Ma ormai è notte fonda, la gente accalcata è stremata, stringe in una forca caudina i consiglieri che se ne vanno mentre Alunni aspetta, poi esce. Ieri sera i cinque comitati contro l´inceneritore della Piana (Campi, Sesto, Signa,, Firenze Nord, Selvapiana) erano già riuniti per decidere come andare avanti. Alunni si consolava: «Abbiamo fato un atto di governo del territorio che dovevamo fare. Le istituzioni devono sapere spiegare le ragioni delle loro scelte». Lei ci è riuscita?