«Il buongiorno si vede dall’umido del caffè»
Non si è persa neanche una delle riunioni informative organizzate dal Comune prima dell’avvio del servizio «Ma questo sistema è davvero complicato» - da La Stampa del 05.06.2006
06 June, 2006
Ore 8 del mattino. Angela Lombardi 58 anni, un presente da pensionata e un passato da dipendente del settore tessile, inizia a quest’ora a differenziare i rifiuti. Perché il fondino del caffè è il primo «umido» da scartare e gettare nel bidoncino sotto il lavello. E’ finita la confezione di latte: «Va nella plastica - dice solerte la donna - ma prima la devi lavare perché se rimane un fondo di liquido il rifiuto non lo possono riciclare. Angela non si è persa neanche una delle riunioni informative organizzate dal Comune prima della partenza del servizio, un anno fa. Ora, nonostante conosca a menadito regole e trucchi, non si risparmia battute e accuse a questo «diavolo di sistema».
In questa casa di borgo san Pietro al confine tra Torino e Moncalieri, c’è un solo balcone. «E allora i cassonetti li tengo tutti dentro» dice. Marrone, grigio, bianco e un non meglio precisato verde: tutti in fila, uno accanto all’altro in ordine maniacale. Cartoline dal «porta a porta». Alle 10 si va a gettare l’umido «perché in estate è sempre meglio non tenerlo in casa. L’aria diventa irrespirabile». E’ pieno anche il cestino della carta. Andiamo al punto di raccolta dei cassonetti che, per inciso, sono fuori dai cortili degli stabili perché i condomini si sono ribellati. Sono tutti pieni, soprattutto quello della carta. Ai lati ci sono fatture nominali, bollette, avvisi dalle banche con tanto di numeri di conto: «E’ pericolosissimo - ci spiega Angela - possono risalire ai codici e prosciugarti i risparmi». La carta, alla fine, la schiacciamo in qualche modo, ma per il prossimo cittadino non ci saranno speranze.E il prossimo ritiro è previsto tra tre giorni. Torniamo in casa. Angela ci spiega che le ditte di raccolta passano ogni mercoledì per ritirare carta, vetro, plastica e indifferenziato. Per l’umido, invece, ripassano anche il sabato. Poi ci sono gli orari dei centri di conferimento dove si portano gli ingombranti e allora lei ha appeso al muro un promemoria. Il problema è che se mercoledì dimentichi di portare giù la plastica, te la ritrovi accanto ai cassonetti per una settimana intera fino al prossimo ritiro o te la tieni in casa. Dal frigo sbuca una lattina di chinotto vuota. E questa dove va? «Nella plastica insieme ai cartoni dei succhi di frutta». Di un piatto di patatine che finiscono nell’umido rimane un tovagliolo di carta che non sai dove mettere: «E’ sporco, finisce nell’indifferenziato perché come carta non lo riciclano». Incredibile
Col passare delle ore ti accorgi che il «porta a porta» sta diventando una sorta di sub-cultura con la differenza che qui la devi imparare e basta, non puoi scegliere. Se lo fai è perché hai un grande senso civico e se perseveri è perché non ti arrabbi quando vedi che gli altri se ne infischiano e ammucchiano in un sacchetto tutto quello che trovano in casa. I posti di raccolta dei bidoni stracolmi di rifiuti rovinano il colpo d’occhio che già a piazza Bengasi, non è dei migliori. Il resto lo fanno i vandali. Per loro il «porta a porta» non è mai iniziato.Le fatiche di chi ricicla
Produzione e smaltimento Prima in casa a differenziare, poi in strada a smaltire. Il «porta a porta» è una sorta di catena di montaggio. Se non ti organizzi rischi che la tua abitazione si trasformi in un’autentica discarica.La carta dove la butto? Tutti i contenitori bianchi dell’isola dei rifiuti sono stracolmi come del resto quelli dell’indifferenziato e del vetro. Abbiamo due chance: abbandonare tutto per strada - come molti fanno - oppure riportarlo in casa fino a mercoledì quando le ditte di raccolta ripasseranno e i bidoni torneranno a disposizione dei cittadini.