«Marceremo su Palazzo Cisterna»
Coordinamento dei comitati. Sono quindici i comuni che si sono alleati per contestare la differenziata - da La Stampa del 06.06.2006
06 June, 2006
Uniti e pronti a marciare verso la Provincia. Non più dieci, ma quindici comitati hanno fondato ieri il coordinamento provinciale contro il nuovo sistema di raccolta domiciliare. Alla famiglia degli anti «porta a porta» - Moncalieri, Nichelino, Piossasco, Collegno, Condove, Alessandria, Carignano, Grugliasco, Almese e Caselle - si sono aggiunti gli scontenti di Vinovo, Pianezza, Riva di Chieri e Pecetto «e presto - dicono - arriverà quello di Settimo». Non basta: anche i comitati della collina e della zone di Torino in cui il servizio è partito in via sperimentale, hanno aderito al movimento di contestazione. Giovanni Maria Ferraris, neo consigliere di Forza Italia al Comune di Torino, è intervenuto ieri sera in rappresentanza dei comitati del capoluogo. C'era anche Confedilizia col suo presidente regionale, l'avvocato Pierluigi Amerio che ha pesantemente attaccato il servizio Porta a Porta nella collina alta e bassa e a San Salvario. Agostino Ghiglia di An ha affidato a un comunicato stampa le considerazioni del caso. E cioè: «Il porta a porta è una farsa che costa tanto, danneggia troppo e serve a poco. Servono delle isole ecologiche perché il metodo che il centrosinistra ha scelto di utilizzare per raggiungere gli obiettivi è insensato e irrazionale».
Il tam-tam ha funzionato dunque, intasando i centralini e il sito internet del comitato promotore del coordinamento, quello di Moncalieri. Ma è una lotta questa che nasce sotto il segno della tensione: nella notte tra sabato e domenica, proprio a Moncalieri, alcuni cassonetti della differenziata in corso Trieste e in via Papa Giovanni XXIII sono andati a fuoco. E' opera di uno - o più - piromani ed è il quarto, quinto caso registrato negli ultimi mesi. I carabinieri portano avanti la loro attività investigativa per individuare il colpevole e soprattutto per capire se esistano collegamenti, oppure no, con la situazione generale di tensione legata al problema rifiuti. Ieri sera intanto si è stretto questo patto di ferro, rinvigorito da new-entry non attese che testimoniano come attorno a questo discorso sia nato un autentico movimento di opinione che non combatte l'obiettivo - differenziare di più - ma il metodo «invasivo e martellante che ci è stato imposto come un diktat» dicono i cittadini. Proprio su questo la Provincia è stata chiarissima. Angela Massaglia assessore con delega al Ciclo dei rifiuti è intervenuta nel dibattito e ha ribadito l'appello di «fare meno ideologia su questo sistema» invitando i comuni ad apportare «cambiamenti, migliorie, variazioni che liberino i cittadini dall'eccessiva concentrazione di cassonetti nei cortili degli stabili». E ha aggiunto: «E' importante raggiungere il risultato, ma anche rispettare chi ci ha permesso di conquistarlo e cioè la gente».
Il coordimento ha esposto, invece, i punti chiave del malcontento. Andando con ordine: irrinunciabilità dei diritti fondamentali dei cittadini sanciti dalla Costituzione in testa la proprietà privata e la tutela delle salute a loro avviso disattesi dall'obligo di mantenere i cassonetti all'interno dei condominii e dalla scarsa igienicità che ne deriva. Secondo punto:«Non si vede il rapporto tra benefici del servizio e costi a carico dei cittadini». A parere dei comitati l'aumento delle bollette non deve superare l'inflazione programmata dal governo prevista nei bilanci di stato. Ultimo punto: abolire i consorzi che rappresentano un costo aggiuntivo del 17% per ogni abitante. Tradurre questa somma in un risparmio netto per l'utenza è un obbligo a cui i comuni non si possono sottarre». A breve, in un'altra riunione verranno elette le cariche amministrative.