"Che errore metterlo a Scarpino"
"Queste sono decisioni prese da un´altra parte". La Provincia prima ha deciso in un modo poi qualcosa è cambiato. Bruno Delpino, consigliere comunale dei Ds, è scettico - da La Repubblica del 19.07.2006
19 July, 2006
«SONO contrario soprattutto per la localizzazione», dice Bruno Delpino, consigliere comunale dei Ds.
Perché contrario ad un inceneritore a Scarpino?
«Ritengo che nel programma del sindaco, presentato nel 2002, ci fosse la volontà di ridimensionare Scarpino, quindi di superarlo. C´era anche scritto di separare il secco dall´umido, che quindi si potesse prevedere una diversa distribuzione delle criticità sul territorio. Tutto questo era stato poi ribadito con una delibera di programma del consiglio comunale».
Come mai, ora, si cambiano le carte in tavola?
«Non c´è stata una politica di condivisione, di consultazione della gente. Questa è la prima delibera che il consiglio comunale ha avuto modo di discutere, peraltro con un parere negativo della circoscrizione di Sestri Ponente».
Dove è stato deciso allora l´inceneritore?
«Altrove. La politica non controlla più le società partecipate. La politica da un lato ha garanzia economica e di efficienza da parte di queste, dall´altra non ha capacità di controllarle».
E adesso?
«Adesso si propone un mega impianto che bruci una tonnellata al giorno di spazzatura, sempre sul territorio di Scarpino, di Sestri Ponente, del Ponente e della Valpolcevera. A prescindere dalle nocività, è una perenne servitù. Inoltre, è un atto politico».
Lei, però, fa parte della maggioranza che in consiglio comunale vuole questo impianto?
«Sì. Ma faccio anche parte dell´Unione di Sestri Ponente, che si è espressa all´unanimità contro il termovalorizzatore di Scarpino».
Perché, però, a priori contro un inceneritore?
«No, Non sono contrario a priori. Ho qualche perplessità verso le emissioni in atmosfera. Non è la tecnologia che mi preoccupa, ma pur sempre la servitù sul territorio: di camion che transitano, di emissioni che fanno male».
Se lo realizzassero altrove, sarebbe quindi favorevole?
«Se lo facessero da altre parti, avrei sempre qualche perplessità, soprattutto per le dimensioni dell´impianto. Vorrei che si partisse dall´inizio e non dalla fine: dal ciclo dei rifiuti, dal separare, riciclare, per poi arrivare anche ad un inceneritore, ma di piccole dimensioni».
Viene da chiedersi da dove arriva la decisione di impiantarlo?
«Questo inceneritore non era stato previsto nel primo Piano Territoriale di Coordinamento approvato dalla Provincia, di cui io facevo parte come consigliere e la cui presidente era Marta Vincenzi. Non si era pensato Scarpino come sito, pur essendo uno dei possibili luoghi dove trattare, separare e lavorare la spazzatura differenziata».
Perché all´epoca Scarpino era stato scartato?
«Si diceva che c´erano problemi nella faglia geologica. Nel secondo Piano dei Rifiuti, deliberato con il successivo ciclo amministrativo, è stata rivista e individuata una cosa diversa».
Si riferisce alla giunta provinciale guidata da Alessandro Repetto? Che abita a Sestri Ponente, sotto Monte Scarpino...
«C´era sempre lo stesso assessore all´Ambiente, che evidentemente, dopo, ha valutato diversamente il problema. L´Ambito Territoriale Ottimale, costituito dai comuni del Genovesato, poi ha deciso Scarpino».
La sinistra ha il suo serbatoio di voti a Ponente e nella Valpolcevera. È un bel regalo?
«Ormai non si consulta più la base. Da parte dei partiti ci vorrebbe un po´ di orientamento all´equilibrio. C´è ancora una città divisa: va bene la chiusura dell´altoforno, ma non vanno bene altre cose. Ritengo che questa sia ancora una città da riequilibrare: ci sono pezzi di periferia che non hanno ottenuto un certo riscatto».
Come voterà in consiglio comunale?
«Contro, principalmente per l´individuazione del sito».
Se l´impianto dovesse passare in opposizione alla sua volontà, ma con il lasciapassare del suo partito, cosa farà in futuro?
«Sono fedele al mio partito, all´Unione di Sestri Ponente, al Piano dei Rifiuti votato da me in Provincia. Credo che la verità a cui mi attacco è fatta di punti di riferimento: dei miei compagni di circoscrizione».
(g.fil.)