I pasdaran del cassonetto
da La stampa del 22.07.2006
24 July, 2006
Emanuela Minucci
In quei cinque, piccoli, bidoni della spazzatura casalinghi, buttano, tutti i giorni, almeno mezz’ora del loro tempo. Si godono una magnifica vista su distese di puzzolenti cassonetti. Fanno di Torino la prima città d’Italia per la raccolta differenziata, con il 35,7 per cento. E alla fine, come premio, pagano per la raccolta rifiuti, circa 20 euro in più al mese, rispetto a chi abita in centro. A questo punto non diventereste anche voi dei «pasdaran del cassonetto»? Non sareste anche voi, cittadini dal senso civico altissimo, come loro, arrabbiati neri?
Eppure questi signori hanno scelto (in linea con l’atteggiamento responsabile di chi, in cucina, separa le bucce di banana dal sacchetto vuoto del pane) la via più civile per manifestare il proprio dissenso. Non quella di bloccare il traffico estivo con i tanti cassonetti che si ritrovano nei cortili, ma di raccogliere un buon numero di firme (1726 per la precisione, e in una manciata di giorni) e poi andarle a consegnare sotto il polemico titolo «Il rifiuto ci soffoca, un fallimento annunciato» nelle mani del presidente del Consiglio Beppe Castronovo.
A fornire l’occasione della protesta, l’ormai famoso «Diritto di Tribuna» che ieri mattina era inconsuetamente affollato: almeno 40 i cittadini interessati all’argomento, due i politici dell’opposizione che hanno preso la palla al balzo promettendo attenzione all’argomento (Angeleri dell’Udc e Ferraris di Forza Italia, che è addirittura il primo firmatario della petizione), la presidente della sesta commissione Monica Cerutti (Ds) che a settembre dibatterà di fronte agli altri consiglieri il problema, e un tecnico dell’assessore all’Ambiente Domenico Mangone. Accanto al vicecapogruppo degli azzurri, gli altri due firmatari, Paolo Mento e Graziella Gascone. Come da regolamento avevano soltanto loro il diritto di parola, ma l’argomento ha scaldato anche gli altri e costretto il presidente Beppe Castronovo a invocare più volte il regolamento.
Di che cosa si sono lamentati i «forzati della raccolta differenziata»? Non certamente della raccolta differenziata stessa, «siamo d’accordo - dicono in coro - l’idea è giustissima». Sono le modalità di raccolta, secondo i cittadini che vanno cambiate, vale a dire il sistema di raccolta del porta a porta». E vanno giù di dettagli. «Il cortile è una proprietà privata che viene sistematicamente violata, aumentano i costi di gestione condominiale perchè dobbiamo affidare a terzi l’incarico di spostare i cassonetti in strada prima dell’arrivo dei camion dell’Amiat, aumentano a dismisura i costi per l’igienizzazione dei cortili, spesso i cassonetti restano ore e ore fuori dal portone magari anche davanti a pasticcerie o bar procurando un notevole imbarazzo derivante dagli odori» ha elencato Ferraris. E poi c’è la questione costi: «Mi dica lei per quale motivo - ha detto Graziella Gascone - noi dobbiamo essere più ligi e attenti degli altri, subire più disagi e alla fine pagare un euro e mezzo ad ogni spostamento di cassonetto. In un Comune giusto riceveremmo incentivi, altro che». Mentre i cittadini si sfogavano Antonello Angeleri capogruppo dell’Udc in Comune prendeva appunti: «Se oltre 1700 cittadini firmano una petizione contro il sistema di raccolta porta a porta significa che è stato creato un disagio che non può essere ignorato». E ha poi aggiunto, nel pomeriggio: «L’Udc si dice, quindi, favorevole alle richieste dei firmatari, costretti a fare i conti con cinque tipologie di rifiuti diverse, che vanno tenute in casa fino al giorno in cui è previsto il ritiro con evidenti conseguenze di cattivi odori e mancanza di spazio». Anche la presidente della sesta commissione Monica Cerutti ha preso a cuore il problema e, dopo aver promesso che riceverà i cittadini a settembre ha spiegato: «L’obiettivo del Comune è di incrementare la raccolta differenziata non di fermarla. Certamente però andranno riviste le modalità». E magari sarà la volta buona che la signora Maria di via Cibrario potrà tornare a fare la zuppa di pesce la domenica. Ora è obbligata a farla a metà settimana, perchè altrimenti tutto il condominio si tiene il puzzo di pesce per tre giorni sotto le finestre. «Sa, il cassonetto dell’organico lo svuotano il mercoledì...».