Sì del Consiglio, si parte tra otto anni
Tiene la maggioranza trasversale, An e Udc dicono sì, Rifondazione se ne va - da la Repubblica del 28.07.2006
28 July, 2006
DONATELLA ALFONSO
IL FUOCO dell´inceneritore di Scarpino brucia più di quanto non perfori le orecchie e i nervi la protesta delle pentole e delle bottiglie, battute instancabilmente per sette ore e mezzo contro le porte della Sala Rossa. E alle cinque e mezzo del pomeriggio trentuno sì trasversali - Ds, Margherita, Pdci, Cosma per l´Udeur e Menini per lo Sdi a rappresentare la maggioranza, An e Udc di complemento - liquidano gli otto "no" altrettanto trasversali che si oppongono al progetto di realizzare un termovalorizzatore per i rifiuti sulla collina di Scarpino, appena a monte della discarica attuale. Votano contro, come annunciato, i tre di Rifondazione, il verde Brignolo, i diessini Delpino e Molfino mentre si astiene Angela Burlando, anche lei Ds. Dalla minoranza dicono un no secco Castellaneta e il leghista Rixi, Forza Italia sceglie il ruolo del convitato di pietra, sta in aula e non vota: c´è da scegliere l´orientamento per le comunali prossime venture, chissà. Mentre Rifondazione, che a fine mattinata abbandona l´aula per protesta contro il diniego di far entrare in aula tutti quelli che stanno all´esterno, rientra per motivare ancora una volta il no ed avvertire: state attenti, state mettendo dei paletti sulle intese da scrivere con l´Unione sul programma per le amministrative.
Quegli stessi paletti che Beppe Pericu, sicuramente il vincitore della giornata, ricorda di aver messo sulla strada della realizzazione dell´impianto che, se anche tutti i passaggi ulteriori procedessero spediti, non sarebbe pronto che tra otto-nove anni. Paletti che significano garanzie di controllo e monitoraggio, avvio della realizzazione della strada (anche se nel maxiemendamento che accoglie dubbi e cautele espressi dai vari gruppi di maggioranza, non si parla più dei fondi per la realizzazione) e discussione con il territorio sul "vero" progetto: perché, insistono Pericu e l´assessore al ciclo dei rifiuti Gianfranco Tiezzi, questa è solo una delibera di indirizzo, le dimensioni, il tonnellaggio e tutte le altre indicazioni verranno dopo. E le costruiremo con la partecipazione.
Quella che però ieri da più parti è stata rinfacciata a giunta e maggioranza - anche dal proprio interno - come la grande assente. Ma noi, insiste il sindaco dopo il voto, abbiamo preso una decisione di grande responsabilità; io o altri torneremo in aula con il progetto completo, redatto sulla base dei paletti messi, ma anche per mettere in piedi una vera politica dei rifiuti, con meno produzione, più appoggio alla raccolta differenziata, potenziamento delle isole ecologiche. Grazie alla maggioranza, aggiunge il sindaco, grazie anche a quelli che hanno concordato con noi; anche perché, avverte «abbiamo subito pressioni non indifferenti dall´esterno e abbiamo saputo gestirle in modo democratico e nella responsabilità che abbiamo saputo assumere». Va giù duro: «penso che il principio fondamentale della democrazia sia attuare le proprie decisioni e quindi sia stato corretto non cedere a pressioni e intimidazioni che non fanno parte della cultura democratica».
Le pentole, i fischietti, gli urlacci? Probabilmente le pressioni a cui si riferisce Perìcu sono ben altre, le gogne mediatiche come quella avviata da Beppe Grillo in piazza Matteotti e sul suo blog, le paventate affissioni di manifesti che indichino chi ha votato a favore dell´inceneritore, da ricordarsene al momento del voto. Noi voteremo a testa alta, dice dal canto suo il capogruppo ds Farello; ma quando dice che "negare le garanzie che ci sono è disonesto anche se chi lo fa è tra le mie forze politiche" sembra scatenare un attacco "chirurgico" verso il ds sestrese Bruno Delpino, che ha appena motivato in aula il suo no: anche e soprattutto per la necessità che si discutano politicamente le scelte che si fanno sul territorio. Ma la Quercia non può nascondersi che proprio a Sestri, una delle sue roccaforti, c´è del malumore da spiegare; e se il percorso dell´inceneritore è da costruire nei fatti, è il caso di cominciare da lì. Ancora più secco Arcadio Nacini, Prc: «La sinistra oggi ha dato una picconata alla democrazia. dobbiamo avere il coraggio di guardarci in faccia. Questa vicenda ha comunque allontanato a Genova la prospettiva di un´alleanza tra l´Unione e la sinistra radicale». Resta infine tutta da spiegare, se non con il nervosismo della maggioranza, la ragione per cui un ordine del giorno e un emendamento di Rixi che chiedevano al comune di portare in aula le risultanze dei monitoraggi eseguiti, accettato dalla giunta e votato favorevolmente dal sindaco, sia stato bocciato dal centrosinistra. Sì, invece, agli emendamenti di di Repetto (Udc) sull´istituzione di una commissione permanente, e quelli di An sulla necessità di riconoscere sconti per Ici e Tia ai cittadini di Sestri che avranno la nuova servitù. Tira fuori la bandiera di Genova il leghista Rixi che litiga violentemente con Delogu (Pdci) sugli interessi dell´Amiu, il sindaco si alza e, a sua volta, tocca la grande bandiera con la croce di San Giorgio che gli sta alle spalle. Per dire: Genova è di tutti. Anche di chi oggi si è sentito escluso.