Caldo e consumi: emergenza black-out o paure eccessive?
L’intensa heat wave che si protrae ormai da quasi un mese senza interruzione sta mettendo a dura prova il sistema elettrico italiano. Impennata dei consumi
28 July, 2006
<b>Jacopo Corsentino</b>
L’intensa heat wave che si protrae ormai da quasi un mese senza interruzione sta mettendo a dura prova il sistema elettrico italiano. I consumi, infatti, si sono impennati nelle ultime ore a causa del massiccio, anche se non sempre razionale, uso di condizionatori ed impianti per la refrigerazione domestica ed industriale.
Secondo i grafici messi a disposizione dal sito web di Terna, la società che si occupa della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete ad alta ed altissima tensione, ieri pomeriggio (27 luglio) la domanda di energia elettrica ha raggiunto i 54.509 Megawatt, mantenendosi quindi abbastanza distante dal record storico del 27 giugno, allorché la richiesta di energia toccò i 55.619 Megawatt.
Tuttavia, il 25 luglio ci si è andati vicini al record storico: infatti, alle ore 11 il picco ha superato i 55.600 megawatt, assestandosi a quota 55.612, con un differenziale di soli 7 megawatt da record di giugno…
Numeri a parte, Terna ieri ha avviato le prime sospensioni di fornitura ai clienti “interrompibili”, ai clienti cioè il cui contratto, a fronte di agevolazioni economiche, prevede interruzione nell’erogazione dell’elettricità. Tale interruzione può essere con o senza preavviso, e può durare diverse ore; ieri, per esempio, è stata interrotta la fornitura dalle 9 alle 16 a numerosi clienti, perlopiù localizzati nelle regioni nord-orientali della penisola.
L’emergenza, in ogni caso, non potrà essere scongiurata sino ai primi giorni della prossima settimana, quando, in corrispondenza della chiusura di molte attività produttive e dell’assai probabile calo termico, la richiesta di energia subirà una sostanziale diminuzione.
Permane purtroppo l’allarme siccità a minacciare, oltre ai raccolti agricoli e al turismo, il buon rendimento delle centrali elettriche, siano esse a matrice idrica o convenzionale.
Da una parte, infatti, le centrali idroelettriche (sia quelle “a caduta”, sia quelle “ad acqua fluente”) soffrono la carenza idrica e sono costrette a ridurre la produzione, dall’altra, invece, le centrali termoelettriche rischiano maggiormente, a causa del sempre più basso livello dei fiumi, di dovere arrestare in blocco la produzione, non potendo raffreddare in modo adeguato le turbine.
Terna, tuttavia, ha diffuso un comunicato nel quale rassicura sul buono stato delle riserve elettriche disponibili e sulla loro immediata disponibilità all’utilizzo, qualora ve ne fosse bisogno. Dal 2003 ad oggi – spiega Terna – le riserve elettriche sono cresciute abbondantemente, passando da 1500 a 7000 megawatt.
Il problema però risiede non tanto nelle riserve strategiche, quanto nel funzionamento a pieno regime delle centrali: se una sola centrale fosse costretta ad interrompere la produzione, oppure anche solo a dimezzarla, ne risentirebbe l’intera rete di trasmissione nazionale e si aprirebbero le porte a pericoli ed inattesi cali di tensione, forieri di possibili black-out.
L’aspetto che desta qualche preoccupazione all’interno di questa situazione è il fatto che Terna ad oggi ancora non abbia predisposto un piano per le emergenze, proseguendo il consueto monitoraggio della rete e bilanciando nel migliore dei modi domanda e offerta.
Fino a quando il sistema reggerà.
Una spiacevole nota: in questi giorni, nonostante l’impennata dei consumi elettici e conseguentemente della domanda di energia, sono proseguite (in alcuni casi cresciute) le esportazioni di energia da parte del nostro Paese: si tratta di un sacrosanto diritto che le società italiane detengono, e solo un decreto legge del governo potrebbe impedirlo, come già avvenuto in passato.