Il ticket per i turisti? Una proposta sulla quale riflettere
L’idea dell’assessore Frigo servirebbe a rimpinguare le casse comunali E potrebbe tornare utile per la tutela della città - da L'Arena del 14.09.2006
14 September, 2006
<b>Giuseppe Brugnoli</B>
Forse non sarebbe del tutto inutile ripensare alla proposta dell’assessore Giancarlo Frigo sull’opportunità di istituire una sorta di ticket per i turisti che vengono a Verona. Frigo è assessore al bilancio del Comune, e quindi questa sua «mission» ufficiale ha un po’ penalizzato, nella considerazione popolare, la sua ipotesi, quasi che egli volesse in questo modo rimpinguare le sempre più sofferenti finanze comunali. Egli si è affrettato a sottolineare che il pedaggio, qualora fosse istituito, servirebbe soltanto a finanziare la Fondazione Arena, la quale ha bisogno di soldi per i suoi spettacoli che hanno un notevole richiamo turistico, ma la precisazione non fa che spostare l’attenzione su uno scopo che ha la stessa destinazione finale: sollevare il Comune da un notevole aggravio costituito dalla necessità di sostenere finanziariamente la Fondazione Arena, di cui il sindaco è per legge presidente. L’obbiezione però ha scarso valore, se si considera che la proposta ha soltanto come fine secondario quello di trovare soldi per una destinazione cultural-turistica, ma che il fine primario è quello di sollevare la città, e in particolare il suo centro storico, da una pressione ormai intollerabile del traffico, con le coseguenze che sono ormai palesi: se Verona risulta la città più inquinata d’Italia, e il 22 settembre ricomincia la solfa degli stop alla circolazione automobilistica privata per bloccare o quantomeno ridurre lo smog, qualsiasi provvedimento che valga a ridurre questo fenomeno è utile, e quindi anche una eventuale riduzione dell’afflusso turistico, che ormai dall’estate piena si allarga alle stagioni intermedie, può servire allo scopo. Così, anche l’annotazione che Verona non ha gli afflussi turistici di Venezia e Firenze appare meno rilevante: non è nelle funzioni del buon amministratore chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati, ma precedere lo sviluppo dei fenomeni in atti e prevenirne le conseguenze.
Questa attenzione ai disagi provocati dall’affollamento turistico contiene però un «bao», costituito dall’indiretta, sottesa considerazione che la fermata dei turisti nel centro città sia una sorta di «sosta parassitaria», in quanto il «costo marginale sociale» formato non soltanto dai ventaggi diretti per operatori del settore, nergozianti e ristoratori ma anche dai danni provocati dall’usura delle strutture pubbliche intasate da un’affluenza abnorme e dallo stesso proliferare di strutture private dedicate essenzialmente all’accoglienza turistica, produce una diseconomia a livello civico. L’istituzione di un ticket per l’ingresso dei turisti nel centro storico, provocando una selezione in base al censo, al di là dell’immediato beneficio di disporre di denaro fresco per le esigenze più varie, anche solo di carattere culturale, implica anche, con il salvataggio delle bellezze artistiche e ambientali per pochi eletti, la salvaguardia di un bene comune che soltanto l’uso indiscriminato può deteriorare. Ma è ovvio che una scelta per pochi eletti non si può chiamare che elitaria.
Diverso il caso qualora si riuscisse a dimostrare che l’afflusso di correnti di turisti contribuisce in maniera almeno significativa al deterioramento ambientale che fa definire Verona la città più inquinata in Italia. In questo caso potrebbe scattare una specie di «clausola di salvaguardia» con provvedimenti, anche di carattere finanziario, destinati a regolare l’afflusso turistico. Forse non siamo ancora a questi passi, ma è giusto pensarci in tempo. Su questa strada, però, non si muove l’attuale aumento dei biglietti dell’autobus, di cui notoriamente non si servono i turisti.