Meno soldi agli inceneritori
Approvato dalla Commissione Ambiente della Camera, è ora in discussione in Aula il recepimento della direttiva comunitaria che, tra gli altri punti, chiede di escludere la frazione non biodegradabile dei rifiuti dalle fonti di energia incentivate
06 October, 2006
L’approvazione del parere della Commissione Ambiente della Camera sulla legge comunitaria, che tra gli altri punti chiede di escludere la frazione non biodegradabile dei rifiuti dalle fonti di energia incentivate, come previsto dalla direttiva europea sulle rinnovabili, sta scatenando commenti positivi. <b>Beppe Gamba</B>, responsabile della comunicazione con gli Enti locali del <B>Kyoto Club</B> specifica che sicuramente "Non è in ballo la politica sui rifiuti bensì la politica energetica. Come è noto l’Italia ha uno sviluppo delle fonti rinnovabili molto limitato ed è necessario incentivare quelle che lo sono realmente, con Il recepimento della direttiva comunitaria rimediamo ad una anomalia italiana: fino ad oggi tramite i certificati verdi veniva incentivato anche l’incenerimento dei rifiuti non biodegradabili, come dire, incentivare la produzione di energia bruciando plastica e quindi petrolio".
<b>Legambiente</b> dichiara che “Ci stiamo finalmente muovendo nella direzione giusta: il parere approvato oggi guarda all’Europa, sopprimendo la concessione di certificati verdi all’energia ricavata dalla frazione non biodegradabile dei rifiuti. In questo modo si liberano risorse preziose per rilanciare fonti veramente pulite che ne hanno sicuramente più bisogno, come il fotovoltaico e l’eolico. Solo così riusciremo a recuperare i ritardi del nostro Paese sugli obiettivi di Kyoto e a garantirci una gestione più sostenibile dei rifiuti. Questa – ha proseguito la nota - è l’occasione giusta anche per sostituire l'attuale sistema di incentivazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili fondato sui Certificati verdi con un meccanismo di sostegno economico trasparente, come potrebbe essere quello del 'conto energia' tedesco”. Per <b>Emanuele Burgin, assessore all’ambiente della Provincia di Bologna</B> “il meccanismo di incentivazione dei certificati verdi ha spinto le aziende a costruire gli inceneritori ponendo fine – almeno in Emilia Romagna – all’emergenza rifiuti, questo meccanismo – continua Burgin - non è comunque in linea con la direttiva comunitaria che invece promuove la riduzione dei rifiuti".
Ma quali saranno le conseguenze? "Sicuramente ci sarebbe una revisione del meccanismo di concessione dei certificati verdi, e dei conseguenti finanziamenti - ci dice Duccio Bianchi, di Ambiente Italia - In soldoni i finanziamenti agli impianti di incenerimento diminuirebbero del 50%. Ciò significherebbe con una certa sicurezza la diminuzione della competitività dell’incenerimento risetto ad altre forme di smaltimenti rifiuti, in primis sul riciclo. Inoltre una minore insistenza sulla produzione di energia elettrica da parte degli inceneritori, a favore di quella termica".
Secondo Giuseppe Onufrio di Green peace non è detto che il taglio sia del 50% perchè bisogna vedere come viene calcolata la frazione non biodegradabile. Comunque se fosse del 50% la riduzione del certificato verde, sarebbe del 25% la riduzione degli incassi per le società che gestiscono la termovalorizzazione.( metà degli incassi deriva dal conferimento.) Secondo il presidente di Greenpeace, Ganapini, questo porterebbe addirittura alla decisione di non mettere in cantiere nuovi inceneritori, in quanto non sarebbero più convenienti. Secondo Beppe Gamba potrebbero aumentare le tariffe di conferimento che gli inceneritori chiedono ai comuni.