Il documento di PRC, Verdi e Comunisti Italiani
25 October, 2006
Le nostre forze politiche, alla luce di quanto sta avvenendo in materia di rifiuti nella provincia di Torino, concordano nel ritenere l’attuale situazione complessa e preoccupante.
Quanto sta avvenendo è determinato sia dal punto di vista legislativo, soprattutto a causa dell’indefinitezza della legge 152, il cosiddetto “Codice Ambientale”, tuttora soggetto a profonde revisioni e sia per quanto riguarda alcuni aspetti della gestione da parte della Provincia stessa.
Per il primo aspetto saranno determinanti le scelte che il Parlamento vorrà fare sulla base delle indicazioni della Commissione incaricata di elaborare gli indirizzi per le profonde modifiche da apportare alla legge stessa e che riguardano, fra l’altro, sia la classificazione dei rifiuti che gli organismi preposti alla loro gestione. Non è indifferente infatti il ruolo che verrà dato alle ATO, alle Province e alle Regioni ai fini di un futuro Piano provinciale.
Per il secondo aspetto, rileviamo forti incongruenze con lo spirito più volte annunciato improntato ad una gestione ecologica dei rifiuti, e persino con taluni intendimenti presenti nell’accordo di Programma dell’attuale maggioranza di cui i nostri partiti fanno parte. Ne elenchiamo alcune:
- premesso che siamo assolutamente contrari ad una proroga della data di chiusura della discarica di Basse di Stura, non possiamo essere d’accordo con chi vorrebbe escludere le tecnologie di pretrattamento a valle della raccolta differenziata, poiché questo significherebbe esporre qualsiasi altro impianto di smaltimento finale a condizioni di grave insicurezza ed in contrasto con la legge tuttora in vigore, annullando anche la possibilità di trarre vantaggi dalle nuove tecniche emerse in questo settore;
- l’introduzione di enormi volumi di rifiuti speciali stravolge gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e scarica sull’utenza urbana costi impiantistici impropri, mettendoci di fronte a pericoli di emergenza a breve e imponendo l’utilizzo di ingenti volumi di nuove discariche anziché ridurle com’era ipotizzato. Nessuna pratica orientata alla riduzione è stata avviata dalla Provincia e l’obiettivo di –3% non è stato raggiunto, mentre altre amministrazioni ne definiscono di ben più coraggiosi (es. Toscana –15%);
- la scelta di un secondo sistema di smaltimento, in aggiunta all’inceneritore di Gerbido, coinciderebbe con un altro inceneritore, non rispondendo allo spirito di quell’accordo che ipotizzava la ricerca di nuovi processi sulla base di nuove esperienze maturate in questi anni;
- lo stesso obiettivo provinciale di raccolta differenziata superiore al 50%, divenuto ormai inadeguato davanti ai livelli raggiunti dai principali capoluoghi di provincia del Piemonte, è messo in pericolo dalle recenti decisioni del comune di Torino di raggiungere solo l’obiettivo del 40%. Non è chiaro ancora come la Provincia intenda ovviare a questo arretramento.
Queste sono le principali motivazioni che ci impongono di richiedere al Presidente Saitta di rivedere i tempi di definizione della revisione del Piano provinciale dei rifiuti.
Riterremmo peraltro sbagliata ed inaccettabile la volontà di varare una revisione del Piano provinciale ora, in tempi stretti ed inadatti, anche alla luce dei tempi di definizione delle nuove linee guida della Regione e della revisione della legge 152, poiché stravolgerebbe la logica sequenza nell’organizzazione del territorio e nella programmazione del servizio.