LETTI PER VOI – Blocco antismog: il parere del meteorologo
Considerazioni sulla riduzione dello smog di Luca Mercalli – da Repubblica del 13.11.2006
13 November, 2006
Luca Mercalli
L´inquinamento atmosferico non è colpa del tempo che fa. E´ colpa nostra. Poi si può discutere sui tipi di tempo che lo diluiscono e lo disperdono lontano, o su quelli che non permettono di barare perché lo concentrano e lo conservano sotto le nostre narici, come l´alta pressione di questa estate di San Martino. Avremo ancora a che fare con l´alta pressione in questo inizio di settimana, poi da mercoledì i venti umidi da sud-ovest ci salveranno portando pioggia e lavando l´aria. Ma al prossimo anticiclone, cosa faremo? La riduzione temporanea del traffico automobilistico non risolve il problema che per poche ore. Il divieto di circolazione ai mezzi più vecchi è discutibile: non si sono viste analisi del ciclo di vita degli autoveicoli, ovvero dati sull´energia spesa e quindi l´inquinamento prodotto - nelle fasi di rottamazione delle vecchie auto e di costruzione di quelle nuove. C´è il rischio che la cura sia peggio del male, ovvero che inquini più per le emissioni indirette un´auto nuova di una vecchia che forse percorreva solo pochi chilometri all´anno.
Se si vuole risolvere il problema dell´inquinamento urbano bisogna avere più coraggio e fantasia. Tre proposte. Una: abolire la pubblicità delle auto di lusso, inquinanti più delle sigarette. Due: capire perché i trasporti pubblici non sono appetibili. E´ questione di prezzo? Verifichiamolo! Trasporti gratuiti per un mese e vediamo se è quella la causa. I costi collettivi rientreranno grazie alle minori esternalità negative del trasporto privato, come gli incidenti e l´inquinamento. E´ un problema di frequenza dei passaggi e qualità del servizio? Infittiamo le corse e vediamo. Terza proposta. Torino si picca di essere città d´avanguardia scientifica e culturale. Allora perché non investe sull´auto elettrica? La tecnologia delle batterie è migliorata - vedi prestazioni dei telefonini - ed è molto più realistica e a portata di mano della complessa filiera dell´idrogeno che verrà tra decenni. Le batterie non durano? Ma visto che la percorrenza media giornaliera di un´auto italiana è di 30 km, perché non cominciare dai tragitti urbani casa-ufficio, con le batterie che si caricano durante l´orario di lavoro magari con pannelli fotovoltaici? Allora l´alta pressione non solo non ci spaventerà più con le micropolveri, ma sarà benedetta perché riempirà gratis i nostri serbatoi.