LETTI PER VOI - Anche Marchionne boccia i blocchi anti-inquinamento
«Non servono interventi isolati, serve un piano nazionale» - da La Stampa del 14.11.2006
14 November, 2006
<b>Marina Cassi</B>
No a interventi spot da parte degli enti locali, sì a politiche nazionali strutturali per abbattere l’inquinamento prodotto dalle auto. Non entra nel merito delle scelte del Comune, ma, intervenendo all’Anfia, l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, spiega che «non è bloccando tutto che si risolvono certi problemi».
Anche perché «spesso la congestione del traffico e quindi l’inquinamento derivano proprio da mancate scelte sulle infrastrutture, sul rinnovo del parco circolante, sulle questioni relative ai sistemi di alimentazione, come è il caso dei mezzi pubblici, dove il metano non è ancora pienamente sostenuto».
E precisa: «Occorre rilanciare un piano nazionale dei trasporti partendo dal riconoscimento che la mobilità è un diritto dei singoli e che è allo stesso tempo un importante fattore di efficienza e di competitività per l’industria nazionale».
Si tratta di temi troppo importanti «per essere lasciati a una serie di interventi sporadici delle più svariate istituzioni, che producono solo incertezza, senza raggiungere risultati apprezzabili né sotto il profilo ecologico né sotto l’aspetto dell’efficienza economica».
Marchionne cita un esempio: «I modesti incentivi introdotti dal decreto Visco per accelerare il rinnovo del parco circolante più vecchio ed inquinante servivano, soprattutto, a migliorare la qualità dell’aria nelle grandi aree urbane, dando un sostegno ad artigiani e lavoratori a basso reddito per cambiare il loro mezzo più vecchio ed inquinante».
Secondo l’ad della Fiat «si trattava di un primo passo, magari piccolo, ma nella giusta direzione perché in Italia, a fronte di un parco circolante di quasi 38 milioni di vetture, circa il 40% è rappresentato ancora da mezzi Euro 0 o Euro 1, che sono i principali responsabili delle polveri sottili e delle altre emissioni nocive».
Aggiunge: «In questa situazione, è chiaro che iniziative che favoriscano lo svecchiamento del parco sono di gran lunga più efficaci di qualunque altro intervento. Eppure, la polemica che è seguita all’emanazione del decreto ha portato alla cancellazione di questi incentivi».
Ricorda che questa scelta «oltre ad essere incomprensibile, proprio per la valenza ambientale che avrebbe avuto e anche perché nel 2007 non ci sarebbero stati oneri per lo Stato, sta determinando uno stato di incertezza nei clienti che rischia di deprimere il mercato». Si augura, quindi, «che già in questa Finanziaria si vogliano ripristinare gli incentivi».
E’ d’accordo l’assessore comunale all’Ambiente, Domenico Mangone: «A Torino abbiamo scelto non misure episodiche e inutili come le targhe alterne, ma strutturali. Però è ovvio che serve un intervento nazionale finalizzato a svecchiare il parco auto. Penso, ad esempio, alla defiscalizzazione dei carburanti puliti». Mangone ipotizza anche iniziative specifiche per aree come la pianura padana che è più soggetta, per la sua collocazione geografica, all’inquinamento.
E non solo. Dice: «Ci sono persone che per le loro condizioni economiche non possono cambiare l’auto e queste andrebbero individuate e aiutate. Più in generale credo che vada incentivata la scelta verso l’auto ecologica. Sta per uscire la Panda a metano: perché lo stato non potrebbe finanziare la differenza tra il prezzo di quella a benzina e quella a metano? Naturalmente questo vale per tutte le case produttrici».
Ieri intanto una delegazione del parlamento islandese e della città di Reykjavik era in città per studiare le caratteristiche dei bus elettrici del Gtt. Torino, con 23 mezzi, possiede la flotta più numerosa d’Europa.
E sempre ieri An, con Agostino Ghiglia, ha chiesto al Comune la revoca dei provvedimenti sul traffico.
Sostiene: «Il blocco delle auto non è servito a migliorare la qualità dell’aria che, anzi, peggiora di giorno in giorno. Le restrizioni servono solo a penalizzare i cittadini costringendoli a pedalare o a acquistare una nuova auto».