Intervista a Michele Rizzello, direttore di DEMAP
15 November, 2006
Dopo le polemiche delle settimane scorse sulla qualità del materiale raccolto con la raccolta differenziata, ne parliamo con il Michele Rizzello, direttore di DEMAP, azienda leader nella selezione degli imballaggi di plastica, uno dei perni del sistema di trattamento rifiuti sul territorio torinese.
<b>Dott. Rizzello, conferma i dati che dicono che il 22% del materiale raccolto torna in discarica?</b>
Si, i dati sono quelli che dicono che un 22% del materiale raccolto è estraneo al circuito di raccolta e viene scartato dopo la selezione. In realtà non vanno tutti in discarica. Si tratta di materiali estranei, una parte dei quali vengono mandati a recupero energetico, quindi ad incenerimento. Le quantità e le destinazioni degli scarti così come dei prodotti derivanti dal circuito Co.re.pla vengono però decise dal consorzio stesso.
<b>Il Conai da come percentuale media di materiali di scarto un 15%. Come mai nel torinese siamo sopra la media nazionale di 7 punti percentuali?</b>
I dati Conai si basano su medie nazionali. E su queste pesano i risultati raggiunti da molte realtà che da tempo hanno ormai consolidato un servizio di raccolta porta a porta.
Quando la “differenziazione” è ormai entrata nelle abitudini i risultati sono migliori.
Inoltre, diventa difficile spiegare al cittadino la differenza fra manufatti e imballaggi (e nel ns. circuito si riciclano solo questi ultimi <i>ndr</i>). Sicuramente con una maggior comunicazione verso gli utenti, la qualità della raccolta migliorerà.
<b>Qual è il trend dei dati sulla qualità del raccolto?</b>
Sia la quantità che la qualità sono in crescita. Come era del resto preventivabile, i primi risultati hanno evidenziato un notevole incremento delle quantità con un inevitabile penalizzazione della qualità. Basti dire che negli ultimi tre anni la quantità di materiale che fluisce nel nostro impianto è quasi raddoppiata. Ma anche sulla qualità iniziano a vedersi i primi miglioramenti. Nell’ultimo anno (quello in corso) gli scarti post selezione sono diminuiti di alcuni punti percentuali, alcuni importanti consorzi hanno adottato sistemi diversi di raccolta, passando a raccolte congiunte plastica-metallo con degli ottimi risultati.
<b>Torino sta lentamente passando al porta a porta, molti altri Comuni della Provincia lo hanno già fatto. E’ la strada giusta?</b>
Personalmente ritengo che la pratica del porta a porta sia quella che fornisce maggiori garanzie da ogni punto di vista sia qualitativo che quantitativo. Credo e mi auguro che con la collaborazione di tutti, amministratori, cittadini ed addetti ai lavori presto possa migliorare anche la qualità, fino ad avvicinarsi alla media nazionale.
Credo anche, però, che sia assolutamente necessario un ulteriore sforzo per spiegare in modo trasparente ai cittadini che il rifiuto raccolto in modo differenziato rappresenta un’importante risorsa per la nostra collettività da molti punti di vista ,ambientali ,economici ed occupazionali e che luoghi comuni per i quali si differenzia ma poi torna tutto in discarica sono assolutamente infondati.
La plastica che viene raccolta, una volta selezionata per tipologia e/o colore, viene trattata in impianti industriali di riciclo, che la trasformano nuovamente in materia che viene utilizzata dall’industria per dar vita a nuovi oggetti o imballaggi… questa è la verità che dovrebbero conoscere i cittadini.