Il Piemonte cimitero delle scorie radioattive - da La Stampa del 21.11.2006
Stoccato il 69% degli scarti tossici
21 November, 2006
<b>I dipendenti dell’Arpa contestano la loro riorganizzazione e la Bresso solidarizza
Alessandro Mondo</b>
Si dice che a volte il passato ritorna. In Piemonte ce n’è uno che oggi - a vent’anni di distanza - presenta il conto. Lo smaltimento dei rifiuti radioattivi stoccati nei siti del Piemonte, dove si concentra il 69% delle scorie lasciate in eredità dalla stagione italiana del nucleare, «richiede attenzione e decisioni immediate».
L’allarme rosso è stato lanciato ieri da Vincenzo Coccolo, direttore generale di Arpa Piemonte, durante la presentazione del rapporto sullo stato di salute dell’Ambiente. Nell’occasione i dipendenti di Arpa, sostenuti da Vincenzo Chieppa (Comunisti italiani), hanno protestato contro la riorganizzazione interna incassando anche la solidarietà della Bresso: «L’Agenzia è diventata elefantiaca, bisogna studiarne il riassetto». La messa in sicurezza di quel che resta del nucleare «made in Italy» si aggiudica la pole position fra le emergenze del nostro territorio, a parità di merito con lo smog. Il discorso vale in particolare per i rifiuti conservati nella «piscina» Eurex di Saluggia (Vercelli), che rilascia acqua contaminata. Il verdetto di agosto è stato confermato da nuove analisi. Insomma: è scattato il conto alla rovescia. L’assessore De Ruggiero (Ambiente) ha ricordato che gran parte delle scorie stoccate a Borgomanero sono già state trasferite. Resta il problema di Saluggia: il materiale più pericoloso, cioè le barre, saranno trasferite per 3 -4 anni nel vicino deposito «Avogadro»; poi saranno inviate in Francia per essere riprocessate con un trattamento di durata ventennale. Solo allora saranno «intombate» per sempre nel nostro Paese. Dove non si sa ancora. Dopo la candidatura di Scanzano, respinta dalla popolazione, il discorso è su un binario morto. Protestano i sindacati del «Sito Sorin biomedica», nel cui perimetro transiteranno le barre dirette all’ «Avogadro». «E’ il male minore», replica De Ruggiero.
Brutte notizie anche sul fronte-smog: sotto controllo monossido e benzene; emergenza per le polveri, l’ozono e il biossido di azoto. Secondo Coccolo l’inquinamento dell’aria «sta accorciando di 36 mesi le prospettive di vita anche in un soggetto sano». I 750 decessi che si registrano in Piemonte , ha aggiunto, potrebbero essere evitati abbassando la concentrazione media di PM10 a 20 mg/metro cubo. «Servono misure coordinate, anche per i divieti», rilancia Ugo Cavallera (Forza Italia). Altri gli aspetti negativi: siti contaminati, derivati nelle acque sotterranee e nei laghi, inquinamento acustico, impianti di tlc, desertificazione. E poi i cambiamenti climatici: in Piemonte le temperature sono salite da 0,5 a 1 grado. Bene rifiuti urbani (la produzione è aumentata solo dello 0,2% rispetto al 2004) e raccolta differenziata. Più o meno stabile lo stato delle acque superficiali.