“Fap trattiene tutto”
Intervista ad Antonio Rolla della Stazione sperimentale per i Combustibili di Milano. Per Rolla: “Il Fap trattiene anche le polveri molto piccole, quelle da 0,1 e 0,01 micron”
18 December, 2006
A margine del convegno “Immissioni da traffico nelle aree metropolitane”, tenutosi a Milano il 14 dicembre 2006, abbiamo intervistato <b>Antonio Rolla della Stazione sperimentale per i Combustibili – SSC -</b>.
Rolla ci introduce la Stazione sperimentale per i Combustibili: “L’istituto è sotto la sorveglianza del Ministero dello Sviluppo Economico ma è autonomo nel bilancio. Fanno parte del consiglio di amministrazione il Ministero dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e la Regione Lombardia. Le ricerche scientifiche sono scelte in parte dallo stesso istituto, grazie ai finanziamenti che vengono dalla tassazione dei prodotti petroliferi (benzina, gasolio, metano), e in parte sono commissionate da enti istituzionali.
<b>Per quanto concerne le polveri sottili, non bisogna analizzare solo quelle che fuoriescono dalla marmitta ma ci sono altri elementi…</b>
Sì, ci sono altri elementi che reagiscono trasformandosi in polveri, in particolare biossido di azoto e di zolfo. Da una ricerca da noi condotta, si evince che le polveri per una parte non sono tossiche - il 30-40% sono composte da nitrato e solfato di ammonio -. Il problema è cosa c’è sulle polveri. Serve un indagine qualitativa, se fossero tutta silice non sarebbero un problema.
<b>Per trattenere le polveri oggi esistono i fap, i filtri antiparticolato. Qual è il loro potere di trattenere le polveri?</b>
Per quanto rigurda le auto a benzina, gli Stati Uniti furono gli ideatori delle marmitte catalitiche tradizionali e andammo lì a studiare il meccanismo. Per quanto riguarda i filtri diesel, gli Usa non si sono mossi perché utilizzano esclusivamente motori a benzina. Gli europei si sono occupati della ricerca: la Peugeot creò un filtro che poi venne adottato da tutte le case automobilistiche. Anche noi, la prima volta, rimanemmo impressionati dalla scoperta. Ora che è stato messo a punto e migliorato, è capace di trattenere tutto e non far passare più nulla.
<b>Si sentono circolare alcune obiezioni: i filtri sarebbero incapaci di trattenere le polveri più piccole; il filtro romperebbe le polveri e, queste, uscirebbero fuori ancora più piccole</b>
La seconda obiezione, dalle misurazioni da noi fatte, non risulta. Per quanto riguarda la capacità di trattenere le polveri più piccole, parto da questo dato: il corpo umano è capace di filtrare polveri oltre i 5 o 6 micron; le particelle sotto i cinque micron passano. Le polveri che vengono dalle auto sono finissime. Facendo la misurazione delle polveri in pesata, come prevede la norma, con il filtro non riesci a determinare nulla, cioè non riesci a capire quanto il filtro ha trattenuto. Adottando una misurazione diversa da quella prevista dalle normative, ovvero analizzando il numero di particelle, il rapporto tra filtro e senza filtro è di 10.000. Senza filtro, un auto emette al secondo 100 miliardi di particelle, con il filtro 10 milioni. - nell’aria di montagna, al metro cubo, ci sono un milione di particelle -. <b>Il Fap trattiene anche le polveri molto piccole, quelle da 0,1 e 0,01 micron</b> - quelle inferiori a questo diametro non sono neanche misurate -. Oggi, anche per motivi commerciali, le nuove auto Euro4 ed Euro5 sono tutte dotate di filtro antiparticolato.
Rolla conclude con una nota sulle auto non catalitiche: “Le auto non catalizzate inquinano fino a 50 volte di più degli Euro4. L’unico sistema per migliorare sensibilmente la qualità dell’aria, in un’area come la Pianura Padana, è vietare la circolazione dei non cat anche sulle autostrade, si avrebbe un miglioramento del 40%”.
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