Commissione Europea e CO2
Il testo integrale del comunicato che tanto ha fatto discutere tra il 10 e l'11 gennaio
11 January, 2007
Bruxelles, 10 gennaio 2007
La Commissione propone un pacchetto integrato sull'energia e i cambiamenti climatici volto a ridurre le emissioni per il XXI secolo
La Commissione europea propone oggi un pacchetto completo di misure per istituire una nuova politica energetica per l'Europa finalizzata a combattere i cambiamenti climatici e a rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell'UE. Il pacchetto di proposte definisce una serie di obiettivi ambiziosi con riferimento alle emissioni di gas serra e all'energia rinnovabile e punta a creare un vero mercato interno dell'energia e a rendere sempre più efficace la normativa. La Commissione ritiene che, con il raggiungimento di un accordo a livello internazionale sul regime applicabile dopo il 2012, entro il 2020 i paesi industrializzati dovrebbero riuscire ad abbattere le proprie emissioni del 30%. Per sottolineare ulteriormente il proprio impegno, la Commissione propone che l'Unione europea si impegni ora ad abbattere le emissioni di gas serra di almeno il 20% entro il 2020, in particolare attraverso misure energetiche.
Il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha dichiarato: "La giornata di oggi segna un cambiamento decisivo per l'Unione europea. La politica energetica era uno dei settori cardine agli albori del progetto europeo; adesso dobbiamo farlo tornare alla ribalta. Tutti i membri dell'UE subiscono le conseguenze dei cambiamenti climatici, della dipendenza sempre più forte dalle importazioni e dell'aumento dei prezzi dell'energia. La sostenibilità, la sicurezza e la competitività nel settore energetico impongono una risposta comune dell'Europa. Le proposte presentate oggi dalla Commissione dimostrano il nostro impegno ad esercitare la leadership in questo campo e a sostenere una visione di lungo periodo per una nuova politica energetica per l'Europa che sia in grado di offrire soluzioni alla problematica dei cambiamenti climatici. Dobbiamo agire oggi per delineare il mondo di domani".
Il Commissario all'Energia, Andris Piebalgs, ha commentato: "Se prendiamo le decisioni giuste oggi, l'Europa potrà guidare il mondo verso una nuova rivoluzione industriale: lo sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio. La nostra ambizione di creare un mercato interno che funzioni, incentivare un mix di fonti di energia pulite ed efficienti e fare le scelte giuste nel campo della ricerca e dello sviluppo sarà l'elemento che determinerà se saremo in prima fila in questo nuovo scenario o se saremo al seguito di altri."
Stavros Dimas, Commissario all'Ambiente, ha dichiarato: "I cambiamenti climatici sono uno dei fattori che minacciano maggiormente il nostro pianeta. Combatterli è ormai imprescindibile. Oggi abbiamo concordato una serie di obiettivi ambiziosi ma realistici che ci aiuteranno nel nostro impegno su scala mondiale a contenere questo fenomeno e le sue conseguenze più catastrofiche. Invito gli altri paesi industrializzati a seguire la nostra strada, a fissare obiettivi di riduzione analoghi ai nostri e ad accelerare i progressi verso la conclusione di un accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni su scala planetaria".
L'Europa è di fronte a dei problemi reali. C'è più del 50% di probabilità che le temperature mondiali aumentino di oltre 5°C in questo secolo. In base alle proiezioni attuali, le politiche esistenti nel campo dell'energia e dei trasporti porterebbero ad un aumento, e non a una diminuzione, delle emissioni dell'UE da qui al 2030, calcolato attorno al 5%. Se si manterranno le tendenze attuali e le politiche in vigore, la dipendenza dell'UE dalle importazioni di energia passerà dal 50% del consumo energetico totale dell'UE di oggi al 65% nel 2030. Inoltre, il mercato interno dell'energia rimarrebbe incompleto, con la conseguenza che i cittadini e l'economia stessa dell'UE non potrebbero ottenere tutti i benefici che una completa liberalizzazione del settore dell'energia può offrire.
Il pacchetto che la Commissione propone oggi tenta di fornire delle soluzioni ai problemi delineati sulla base di tre elementi centrali.
1. Un vero mercato interno dell'energia
L'obiettivo è, da un lato, quello di dare agli utilizzatori dell'energia nell'UE – cittadini o imprese che siano - la possibilità di fare una vera scelta e, dall'altro, di incentivare gli ingenti investimenti che il settore dell'energia richiede. Il mercato unico non è positivo solo per la competitività, ma anche per la sostenibilità e la sicurezza.
L'indagine settoriale sulla concorrenza e la comunicazione sul mercato interno dimostrano la necessità di intervenire ancora, con una separazione più netta tra la produzione e la distribuzione dell'energia (see IP/07/26). Occorrono anche un maggiore controllo indipendente a livello di regolamentazione, che tenga conto del mercato europeo, e misure nazionali che contribuiscano a realizzare l'obiettivo minimo che l'Unione europea ha fissato per l'interconnessione (10%); a tal fine è necessario individuare dove sono concentrate le principali strozzature e nominare dei coordinatori.
2. Accelerare il passaggio ad un'economia a basse emissioni di carbonio
La Commissione propone che l'UE mantenga la propria posizione di leadership su scala mondiale nell'ambito delle energie rinnovabili e per questo propone un obiettivo vincolante: nel 2020 il 20% del suo mix energetico complessivo dovrà provenire da fonti rinnovabili. Ciò richiederà un aumento massiccio nei tre settori che utilizzano energie rinnovabili: l'elettricità, i biocarburanti e il settore del riscaldamento/raffreddamento. L'obiettivo riguardante le fonti rinnovabili sarà affiancato da un obiettivo minimo per i biocarburanti, pari al 10%. Infine, nel 2007 verrà presentato un pacchetto legislativo sulle energie rinnovabili che comprenderà misure specifiche atte a favorire la penetrazione sul mercato dei biocarburanti e dell'energia pulita a fini di riscaldamento/raffreddamento.
La ricerca è un elemento determinante per abbassare i costi dell'energia pulita e far sì che l'industria europea sia all'avanguardia nel settore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio, oggi in rapida crescita. Per realizzare tutti questi obiettivi la Commissione proporrà un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche. Nei prossimi sette anni l'Unione europea aumenterà inoltre di almeno il 50% le spese annue destinate alla ricerca nel settore dell'energia.
Attualmente l'elettricità derivante dal nucleare rappresenta il 14% del consumo energetico dell'UE e il 30% del suo consumo di energia elettrica. Nelle sue proposte, la Commissione sottolinea che ogni Stato membro ha la facoltà di decidere se scegliere o meno il nucleare. Se nell'UE la percentuale dell'energia derivante dal nucleare dovesse scendere, la Commissione raccomanda di bilanciare tale riduzione con l'introduzione di altre fonti energetiche a basse emissioni di carbonio; in caso contrario, sarà ancora più arduo abbattere le emissioni di gas serra.
3. Efficienza energetica
La Commissione ribadisce l'obiettivo di risparmiare il 20% del consumo totale di energia primaria per il 2020. Se tale obiettivo fosse realizzato, per quella data l'UE dovrebbe riuscire a consumare quasi il 13% di energia in meno rispetto a oggi, con un risparmio di 100 miliardi di euro e di circa 780 tonnellate di CO2 l'anno.
La Commissione propone di incentivare l'impiego di veicoli a minor consumo di carburante, di introdurre norme più rigorose e una migliore etichettatura delle apparecchiature, di migliorare il rendimento energetico degli edifici esistenti dell'UE e di aumentare l'efficienza nella generazione, trasmissione e distribuzione dell'energia termica ed elettrica. La Commissione propone inoltre un nuovo accordo internazionale sull'efficienza energetica.
Le proposte incentrate su questi tre pilastri dovranno essere sostenute da una politica esterna coerente e credibile.
Una politica energetica internazionale nell'ambito della quale l'UE si esprima all'unisono
L'Unione europea non può conseguire da sola gli obiettivi fissati in materia di energia e di cambiamenti climatici, e deve pertanto collaborare con i paesi sviluppati e in via di sviluppo e con i paesi produttori e consumatori di energia. L'Unione europea istituirà meccanismi efficaci di solidarietà per far fronte alle eventuali crisi di approvvigionamento energetico e svilupperà attivamente una politica energetica esterna comune per porsi sempre di più di fronte ai paesi terzi come entità che "si esprime con una voce sola". Tenterà inoltre di istituire delle vere partnership energetiche con i fornitori sulla base dei principi della trasparenza, della prevedibilità e della reciprocità.
Facendo tesoro dei risultati ottenuti nel corso della consultazione sul Libro verde pubblicato nel 2006, la Commissione ha già registrato dei progressi per l'istituzione di una politica esterna dell'energia più coerente, come testimonia la rete di corrispondenti per la sicurezza energetica creata di recente. La Commissione propone tutta una serie di misure concrete che puntano a rafforzare gli accordi internazionali – ad esempio riguardo al Trattato sulla Carta dell'energia, al regime applicabile alla politica climatica nel periodo post-Kyoto e all'estensione del sistema di scambio delle emissioni a partner di tutto il mondo - e ad estendere ulteriormente gli accordi bilaterali con i paesi terzi, in modo che l'energia diventi parte integrante di tutte le relazioni esterne dell'UE ed in particolare della politica europea di vicinato. Tra le più importanti iniziative nuove che la Commissione propone figurano la costituzione di un partenariato Africa-Europa e un accordo internazionale sull'efficienza energetica.
È urgente intervenire concretamente. Nel loro insieme, la consultazione del settore, il riesame strategico e il piano d'azione rappresentano i cardini di una proposta relativa ad una nuova politica energetica europea. Con questo esercizio si tenta di tradurre i principi teorici in proposte legislative concrete. La Commissione punterà a ottenere l'approvazione delle proposte in materia di cambiamenti climatici ed energia nel corso del Consiglio europeo di primavera e, in base all'esito dei dibattiti in quella sede, presenterà le proposte legislative opportune.